A VOLTE RITORNANO

Prima uscita ufficiale per i nuovi New York Cosmos, in campo domani per la partita di addio al calcio di Paul Scholes.

Per un calciatore in particolare è l’ultima battaglia da affrontare, è il crepuscolo di una carriera luminosa che, novanta minuti dopo, tramonterà definitivamente. Per la squadra schierata nell’altra metà del campo quell’ora e mezzo di fallacci e azioni corali annuncerà il sorgere del sole dopo essere stata circondata per oltre un quarto di secolo dalle tenebre. Ecco come una banalissima amichevole estiva diventa una partita della vita, della vita sportiva di un atleta che giunge a compimento e della seconda vita sportiva di una società. C’è più di un buona ragione per creare interesse attorno a Manchester United-New York Cosmos: domani sera il centrocampista inglese Paul Scholes scorrazzerà per l’ultima volta sul prato dell’Old Trafford, congedandosi dal pubblico, il suo pubblico. Il braccio teso, la mano che ondeggia: addio, certo. Ma non solo. “Ciao Cosmos, bentornati Cosmos: io mi fermo qui, voi ricominciate”. I Cosmos, l’undici che negli anni Settanta fece – temporaneamente – decollare il calcio in quegli Stati Uniti mai troppo accoglienti verso il pallone, l’undici per cui tifava Henry Kissinger, l’undici che aveva Franz Beckenbauer e Carlos Alberto in difesa e addirittura Pelé e Giorgio Chinaglia in attacco, l’undici che dopo ogni incontro di campionato al Giants Stadium aveva il tavolo riservato al frequentatissimo Studio 54. Sono passati ventisei anni dall’ultima volta in cui i Cosmos misero piede in campo: era il 16 giugno 1985, chiusero malamente con una sconfitta per 2-1 contro la Lazio di Giordano e Manfredonia.

Il desiderio di alcuni utenti di Facebook, manifestato in tempi non sospetti, è stato al fin esaudito: “Bring Back The New York Cosmos”. Roba di un paio di anni fa: una cordata che fa a capo all’immobiliarista Paul Kemsley, già vicepresidente del Tottenham, rileva i diritti d’immagine della squadra che cessò la propria attività nella primavera del 1985. Inattiva, ma non defunta per sempre. Il direttore generale “Peppe” Pinton, braccio destro di Chinaglia, aveva tentato, in maniera lodevole ma del tutto inutile, di amministrare la società assieme all’ex bandiera della Lazio: il declino del calcio americano era però inesorabile e Ross, nel frattempo, era stato costretto a vendere la Atari e la Global Soccer Inc. Naufragato il tentativo, Pinton  tiene in piedi la baracca continuando ad organizzare i campus giovanili al Ramapo College, nel New Jersey: rimane lui il depositario del marchio dei Cosmos. Quasi fosse il profeta del loro verbo, il loro angelo custode, non cede alle lusinghe di chi vuole far risorgere l’undici newyorkese nella MLS, il campionato americano di calcio professionistico. Almeno fino a quando non bussano alla porta Kemsley ed i suoi soci: Pinton si lascia persuadere, sulla scia del contemporaneo ripristino di franchigie che rivaleggiavano con i Cosmos, e cede i diritti alla nuova proprietà. 1° agosto 2010, il giorno del grande annuncio: i Cosmos sono tornati. Ma la cordata britannica si spinge oltre: dateci tre anni di tempo e quella che un tempo fu la squadra più glamour di tutte si iscriverà alla MLS.

Quaranta anni prima nasceva la franchigia che, assai prima del Real Madrid di Florentino Pérez, ebbe l’idea di plasmare una squadra di calcio con le stelle (cadenti) del firmamento mondiale: ebbero l’iniziativa Ahmet e Nesuhi Ertegün, i fratelli turchi dell’etichetta discografica Atlantic Records, ed il magnate Steve Ross, numero uno della Warner Bros. Oggi nella stanza dei bottoni i nomi pronunciati sono quelli di Kemsley stesso, di Rick Parry, ex amministratore delegato del Liverpool, e di Terry Byrne, un passato da agente di David Beckham. E si parla persino dell’ingresso di Robert De Niro tra i soci. Ma c’è un filo conduttore che, in un  solo istante, polverizza i quattro decenni di differenza, come se l’orologio avesse smesso di scandire il passare delle ore: il presidente onorario della rediviva franchigia è nientemeno che Pelé, il ruolo di ambasciatore internazionale viene affidato all’ex portiere Shep Messing, all’ex difensore Carlos Alberto e a Giorgio Chinaglia, il cannoniere più prolifico nella storia della NASL con 242 reti in 254 apparizioni.

IERI AMICI, OGGI RIVALI. Nicky Butt, Éric Cantona e Paul Scholes.

E ci sarà un filo rosso, come la maglia del Manchester United, ad unire le due avversarie di domani, apparentemente prive di legami: tra i giocatori assoldati nell’undici statunitense ci sono anche Nicky Butt, Gary Neville e Dwight Yorke, tre vecchi compagni di spogliatoio di Scholes. I Cosmos non sono ancora in grado di allestire una prima squadra propriamente detta: ad oggi ci sono solamente le scuole calcio sparpagliate nel paese e la formazione Under 23, recentemente iscritta alla quarta divisione nazionale. A fianco dei suoi elementi più validi, come il centravanti bulgaro Stefan Dimitrov, l’imprevedibile colombiano David Diosa ed il talentuoso salvadoregno Marvin Iraheta, sono stati così convocati alcune vecchie glorie o giocatori prossimi alla pensione. Per una notte appena, la mitica casacca bianca dai risvolti verdi finirà sulle spalle degli ex nazionali inglesi Wayne Bridge e Sol Campbell, degli americani Brad Friedel e Brian McBride, dello spagnolo Michel Salgado, del francese Robert Pirès. Nella lista dei prescelti figurano anche vecchie conoscenze dell’Inter come Robbie Keane e Patrick Vieira e, soprattutto, l’ex capitano azzurro Fabio Cannavaro. Ad allenare l’inedita squadra una coppia altrettanto insolita:  la compongono Éric Cantona e Cobi Jones, rispettivamente direttore e vicedirettore tecnico dei nuovi Cosmos. Strani incroci, nella pancia dell’Old Trafford: sir Alex Ferguson avrà come diretto rivale un suo ex giocatore che ha peraltro condiviso per anni lo spogliatoio assieme a Scholes.

Ma la collezione di figurine non avrà seguito dopo la notte di gala a Manchester. Il futuro passa dalla squadra giovanile e dalle scuole di avviamento, il futuro – non troppo ipotetico – si chiama MLS. Niente scimmiottatura calcistica degli Harlem Globetrotters, buoni solo per esibirsi in acrobazie autoreferenziali, niente cimitero degli elefanti come, seppur in buona fede, fece erroneamente Steve Ross. “Ci sono quelli che lavorano tutto il giorno, ci sono quelli che sognano tutto il giorno e ci sono quelli che trascorrono un’ora sognando prima di recarsi a lavorare per realizzare quei sogni. Vai nella terza categoria, virtualmente non c’è competizione” gli sussurrò il padre in punto di morte. Oggi Kemsley e soci si stanno adoperando per trasformare nuovamente in realtà il sogno di riportare in auge i Cosmos. Sai che derby, con i New York Red Bulls…

INDIPENDENZA A COLPI DI PALLONE PER IL SUDAN DEL SUD

 

I festeggiamenti per l'indipendenza (AFP)

Quando il nation-building passa anche per lo sport: oggi, appena un giorno dopo la sua indipendenza, il Sudan del Sud farà esordire la propria nazionale di calcio contro la squadra kenyota del Tusker FC nel principale stadio della capitale Juba. Domani sarà poi la volta della rappresentativa di pallacanestro che difenderà per la prima volta i colori della neonata nazione in un incontro con l’Uganda. Poco importa che il campo di allenamento per il calcio sia uno spiazzo sconnesso e spesso invaso da capre affamate: Rudolf Andrea Ujika, segretario della nuova Southern Sudan Football Association, sta sognando a occhi aperti il momento storico in cui potrà ascoltare l’inno nazionale e vedere la bandiera del suo paese alzarsi nello stadio. La SSFA ha già espresso l’intenzione di entrare a far parte della CAF, la confederazione calcistica africana, e ha ottenuto la presenza sugli spalti del presidente della FIFA Joseph Blatter in sostegno simbolico agli sforzi del calcio sud sudanese. La SSFA, oltre alla nazionale allenata dal locale Malesh Soro, sta allestendo anche una rappresentativa giovanile, una under 19 e una femminile.

Fin dal referendum che – nel gennaio 2011 – aveva sancito l’indipendenza della regione i dirigenti del paese secessionista hanno sottolineato l’importanza dello sport nel creare un’identità nazionale nella quale possa riconoscersi il Sudan del Sud. Il ministro dello sport Makuac Teny ripone molte speranze in questa visione: “Quello che ci prefiggiamo è di utilizzare lo sport per far finire i conflitti. Può servire ai giovani, perché competano in partite e non più in battaglie, e ci auguriamo che possa servire a eliminare le inimicizie tra le tribù del Sudan del Sud”. Particolari aspettative sono riposte nella pallacanestro, disciplina nella quale il territorio del Sudan meridionale ha prodotto in passato diversi talenti: da Manute Bol, uno dei due uomini più alti ad aver mai giocato in NBA con 231 cm di statura, a Luol Deng, ala piccola dei Chicago Bulls e della nazionale della Gran Bretagna, paese dove la sua famiglia ha trovato asilo mentre era in fuga dalla seconda guerra civile sudanese. Vista l’impossibilità per la squadra sud sudanese di partecipare alle Olimpiadi di Londra del 2012, il presidente del comitato olimpico del Sudan Hashim Haroun ha proposto di dare la cittadinanza agli atleti del sud per permettere loro di prendere parte ai Giochi con la loro vecchia nazione e per “rafforzare le nostre relazioni reciproche”. I giocatori del sud, dopo anni di guerra e dipendenza dal governo di Khartoum, sembrano però più interessati all’opportunità di vestire i colori della loro nuova patria. Colori il cui peso sentono da vicino, come dimostrano le parole del cestista della nazionale Agel Ring Machar: “Mio nonno, mio padre e tutti i miei fratelli sono morti durante la guerra. Poter rappresentare il mio paese sul campo da basket è un’emozione indescrivibile. Se poi dovessimo riuscire a vincere contro l’Uganda, questo ci aiuterà a guarire”.

Damiano Benzoni

TRENTINO, BUONA LA PRIMA

Il Trentino Cricket Club stravolge i pronostici, vince di dodici runs Gara1 e ribalta il fattore campo. Domenica prossima, nel ritorno al campo Ghiaie, i gialloblù potrebbero aggiudicarsi il primo scudetto della loro storia; una vittoria del Pianoro invece rimanderebbe tutto al 4 settembre, data in cui si ritornerebbe all’Ovale di Rastignano per giocare la “bella”. In serie B vincono le prime tre della classe e rimane tutto immutato. Infine in serie C saranno Verona, Azzurra, Olgiata e Florence a contendersi il titolo sullo splendido campo di Medicina.

Trentino 139/10 batte Tecnessenze Pianoro 127/10

I trentini espugnano con merito l’Oval di Rastignano dopo un’incerta partita che ha esaltato soprattutto i lanciatori. Il Trentino, pur battendo per primo, non riusciva ad essere realmente incisivo. Tutti i suoi battitori, fra i quali si salvano solamente  Fida Hussain (27 runs), Hasnat Ahmed (22) e Riwan Mohammad (19), venivano limitati a 139 punti. Il Pianoro, pur concedendo qualche extras di troppo sembrava quindi inarrestabile, trascinato dai propri lanciatori fra i quali spiccavano Hasan Ali (27/2 in 6 overs), Qureshi (22/1 in 7 overs), Di Giglio (9/1 in 6 overs) e soprattutto capitan Jayasena (6/2 in 6 overs). Nella pausa pranzo fra i due inning tutto faceva pensare a una vittoria degli emiliani campioni in carica, invece nel secondo over accadeva l’incredibile. Sul lancio di Ahmed Shakeel, uno strepitoso catch a una mano di un fielder trentino costava l’eliminazione, dopo solo cinque runs, al capitano del Pianoro Hemanta Jayasena. Come d’incanto cambiava l’inerzia della partita. Con l’eccezione di Rodrigo (46) e sul finire di Hasan (21), che hanno cercato disperatamente un compagno con cui costruire una solida partnership,  i wicket emiliani sono continuati a cadere con un’inquietante velocità sotto i chirurgici lanci di Attieq Anwar (4 wicket) e di capitan Alaud Din e all’ottimo fielding.

Un luogo comune del cricket internazionale vuole che i giocatori pakistani pratichino un fielding “rilassato” domenica però i cricketer del Trentino (in gran parte di origine pakistana) hanno dimostrato l’opposto concludendo l’incontro con ben 8 catch (eliminazioni per prese al volo).

Il pronostico ora è tutto a favore del Trentino ma il Pianoro potrebbe avere ancora la capacità tecnica e menale per ribaltare la situazione. Domenica infatti gli emiliani, già privi di Pezzi (infortunato) e Zuppiroli (impegni di lavoro) ha dovuto all’ultimo momento rinunciare anche all rounder Luca Poli.

SERIE B

Pressoché inalterata la situazione in serie B; il Latina Lanka vince per 204 a 126 contro il fanalino di coda Casteller e ipoteca la vittoria in campionato. Sul neutro di medicina il Brescia strapazza 249 a 181 lo Sri Lanka Milano, ma neanche una vittoria di 68 runs può essere consolatoria davanti all’occasione persa la scorsa settimana. La sconfitta di Campalto contro il Venezia è infatti costata il primato ai bresciani, che pur avendo recuperato un punto nella penultima giornata difficilmente riusciranno a concludere in testa un campionato che solo il Latina Lanka può ormai perdere. I laziali ospiteranno domenica prossima lo Sri Lanka Milano, squadra che dopo la penalizzazione per l’assenza del dirigente accompagnatore e il comportamento poco sportivo del suo pubblico appare in buona parte sfiduciata. Il Brescia invece affronterà in trasferta un Genoa con il dente avvelenato per l’incredibile sconfitta contro il Venezia Veneta Sanitaria. Il ritardo dell’undicesimo uomo rossoblù permetteva ai cricketer veneziani di vincere automaticamente il toss, ma molto cavallerescamente i lagunari eseguivano comunque il sorteggio consentendo così ai genovesi di battere per primi. I lanciatori e i fielder veneziani eliminavano tutti i bastman genovesi in soli 76 minuti per la miseria di 42 punti. Al piccolo trotto e con qualche wicket perso di troppo i battitori veneziani portavano quindi a casa la vittoria chiudendo l’incontro a 43/5 punti.

SERIE C

Si sono conclusi infine i due gironi regionali del campionato italiano di serie C il cui titolo si assegnerà nel weekend del 15 e 16 luglio sul campo di Medicina, costruito lo scorso agosto in occasione della World Cricket League. Nel girone nord, segnato dal ritiro della Checcinese (squadra friulana di Pasiano) hanno dominato le due società della provincia di Verona. L’Azzurra, la squadra di Villafranca, ha chiuso il proprio girone imbattuta con quattro successi in quattro incontri. Alle sue spalle si qualificano i campioni in carica del Verona che nel rush finale hanno la meglio sul Milan Cricket Club. Finisce senza vittorie invece la stagione del Sud Trol e del Banglaguidizzolo.

Nel girone Centro l’Olgiata, pur sconfitta nell’ultima partita dalla terza classificata Poggio San Marcello, vince il proprio girone e si qualifica assieme al Florence. Nulla da fare invece per l’Arezzo, che nel 2008 aveva già vinto questo campionato. Chiudono la classifica San Michele e Rapallo.

Sabato 16 alle ore 10.00 il Florence sfiderà l’Azzurra mentre dalle 16.00 sarà l’Olgiata a fare i conti con i campioni in carica del Verona. Domenica le finali.

TRENTINO E PIANORO PER LO SCUDETTO

La netta vittoria casalinga contro il Milan Kingsgrove Cricket Club spalanca al Trentino le porte della finale. Domenica prossima la squadra guidata da Alaud Din, si recherà dunque all’ovale di Rastignano per sfidare in gara1 i campioni in carica del Pianoro, già qualificati. Gioisce per la prima volta in stagione anche il Capannelle che, contro un Bologna in dieci, chiude in bellezza una stagione sfortunata. In serie B invece, con la vittoria sul Genoa, il Latina Lanka ipoteca il successo in campionato pur avendo solamente 5 punti di vantaggio sul Brescia e 7 su un sempre più convincente Venezia.

Trentino 250 batte Kingsgrove 125

I trentini, guidati dalle straordinarie prestazioni del trentasettenne Attieq Anwar (83 runs) e di Frida Hussain (54), sfruttano a pieno il fattore campo e centrano la vittoria che consente di raggiungere l’agognata finale. Nulla da fare per Milano che dopo una discreta prestazione nel primo inning, subisce la furia dei lanciatori trentini nel secondo. Gli openers Abewickrama e Amjad, vengono infatti eliminati senza mettere a segno un punto, e alla caduta del quinto wicket i punti dei milanesi sono soltanto 20. Decisivo al lancio il contributo di un’Alaud Din rinato rispetto alla scorsa stagione; il lanciatore gialloblù prende 5 wicket concedendo solamente 11 runs in nove overs. Grazie a quest’ultimo incontro Attieq Anwar conclude il campionato con 356 runs, al primo posto nella “Top Run Aggregates” (più punti in stagione) risultando per altro anche il lanciatore più economico (davanti al compagno di squadra Alaud Din) fra coloro che hanno lanciato quantomeno 20 overs e preso 10 wicket. Grazie alle 5 eliminazioni contro Milano, Alaud Din si impone invece come miglior wicket taker della stagione, 16 eliminazioni contro le 15 di Chamara Hettimula. Per il Trentino si tratta della seconda finale scudetto; nel 2000 ebbe la meglio il Capannelle, ma questa volta i gialloblù, sia pure partendo da sfavoriti, faranno di tutto per scrivere un finale diverso.

Capannelle 278 batte Bologna 152

Nella partita più importante della stagione il Bologna si presenta all’ippodromo di Capannelle con soli dieci atleti a causa della defezione dell’ultimo minuto del suo uomo più talentuoso e bizzoso allo stesso tempo, l’all rounder Chamara Hettimula. All’infuriato capitan Abul (3 wicket e 12 runs) non resta quindi che provare limitare il Capannelle al lancio, ma Kekul (65 runs) Morettini (38) e soprattutto Ahmmad (97) trascinano i bianco-verdi a quota 278. Sul finire dell’inning c’è persino spazio per celebrare la partnership più esperta del campionato visto che, dopo l’eliminazione di Sabelli,il presidente Alfonso Jayarajah scende in campo per affiancare in battuta l’altro decano Max Da Costa. I due fondatori del club, vere e proprie leggende viventi del cricket italiano che insieme superano il secolo di vita, si disimpegnano con onore fino a che il wicket di Ranil Manjula non chiude l’inning.

In battuta, nonostante la coraggiosa prova di Manjula (28 runs), Islam Swad (18) e Murthi (28), i rosso-blu non riescono mai a intimorire i romani. Prima Kekul (2 wicket) poi i Jayarajah (1 wicket il padre, uno il figlio) e infine Da Costa (4 wicket) chiudono la corsa dei bolognesi a quota 152, facendo esplodere la festa per la prima vittoria in stagione.

 

Pos ASA Giocate V N P Bonus Lancio Bonus Battuta Punti
1 Pianoro 8 5 2 1 22 22 124
2 Trentino 8 4 2 2 23 20 107
3 Bologna 8 3 0 5 28 21 85
4 Kingsgrove* 8 3 2 3 20 16 82
5 Capannelle 8 1 2 5 21 19 64

 

*Kingsgrove sei punti di penalizzazione e una partita persa a tavolino.

 

Giornata avvincente anche in serie B. Il Latina Lanka sconfigge il Genoa  354 a 119 e balza in vetta alla classifica ipotecando il successo finale. Se è vero che 5 punti di vantaggio sul Brescia e 7 sul Venezia sono un’inezia in questo incerto campionato cadetto, è altrettanto plausibile che né lo Sri Lanka Milano, né il Casteller riescano ad avere la meglio su una squadra che, dopo lo scivolone della prima giornata, è rimasta imbattuta. La sorpresa di giornata è però il Venezia che sconfigge per la prima volta nella sua storia il Brescia al termine di una gara al cardiopalma. Pur avendo concluso il proprio inning di battuta a quota 255 i bresciani non sono riusciti ad arrestare la rimonta dei lagunari guidati dal redivivo Gomes, dalla stellina Kahn e dal concreto Mollik. L’ultimo over è degno di un thriller, quando mancano sei palle alla fine ai veneziani servono 5 punti per vincere, ma nelle seguenti quattro palle Nazmul Haque e Sujon Islam ne mettono a segno soltanto due. Alla penultima però Haque manda la palla fuori dal campo conquistando quattro punti che consentono ai giocatori, ai dirigenti e ai tifosi di sciogliere la tensione con un’invasione di campo liberatoria e di dedicare poi la vittoria a Giacomo, un coetaneo di molti atleti che quella mattina aveva drammaticamente perso la vita, investito da un’auto mentre faceva jogging, a pochi metri di distanza dall’ovale di Campalto.

Nella terza partita in programma, sul neutro di Medicina, lo Sri Lanka Milano vince 194 a 182 sul Casteller.



PRO RECCO DI SERBIA

La squadra campione d’Italia ufficializza l’acquisto di Prlainović e Duško Pijetlović. E potrebbe entrare nella Jadranska Liga.

La notizia, inutile negarlo, avrebbe del clamoroso: la Pro Recco potrebbe partecipare alla prossima edizione della Jadranksa Liga, il torneo di pallanuoto che comprende squadre croate, montenegrine e slovene. Il settebello ligure, infatti, è stato – seppur non ufficialmente – invitato ad entrare nella Lega Adriatica: lo ha confermato l’allenatore Pino Porzio, il quale ha anche strizzato l’occhio ad un’eventuale partecipazione della sua squadra a questa competizione. “Siamo onorati e disponibili – ha dichiarato il tecnico partenopeo – è una grande opportunità per creare eventi e promuovere la vera pallanuoto spettacolo. Per la Pro Recco rappresenta anche la possibilità di fare giocare con più continuità la squadra di Coppa. Restiamo in attesa della formalizzazione dell’invito”.

Nel frattempo i recchelini hanno ufficializzato tre acquisti per la prossima stagione, tre colpi di mercato che, oltre a rafforzare il gruppo allestito esclusivamente per l’Eurolega, fanno della Pro Recco una squadra d’altri tempi. Nel senso che sembra far rivivere lo spirito della vecchia Jugoslavia unita. Arriveranno, infatti, in Liguria i serbi il centrovasca Andrija Prlainović e, notizia degli ultimi giorni, il centroboa Duško Pijetlović ed il giovane attaccante croato Sandro Sukno, capocannoniere alla Super Final di World League a Firenze, già opzionato un anno fa. Si uniranno ai vari Burić, Filipović, Ivović, Nikić e Zloković, di modo che otto tredicesimi della squadra saranno di provenienza balcanica. Chiaro l’intento dei liguri: sconfitti nella finalissima di Eurolega dal Partizan Belgrado, hanno soffiato ad una diretta concorrente due dei suoi pezzi più pregiati – Pijetlović e Prlainović, appunto – con la speranza che, tra un anno, la coppa dalle grandi orecchie segua la rotta verso Genova. Un’eventuale partecipazione alla Jadranska Liga consentirebbe, inoltre, di spiare meglio le concorrenti balcaniche in vista dell’Eurolega stessa.

Rimane, tuttavia, un dubbio. Qualche mese fa si era parlato di un possibile ingresso di tre squadre serbe in questo campionato internazionale: nello specifico, Partizan, Stella Rossa e Vojvodina Novi Sad avrebbero chiesto di partecipare, stufi di un campionato nazionale privo di stimoli e di avversari all’altezza. Da un lato l’ingresso delle tre serbe, con conseguente aumento a sedici squadre della Liga, non farebbe che rendere ancor più incerto e spettacolare il campionato, attirando nuovi spettatori e, forse, introiti. Ma non mancano gli ostacoli. Perché Croazia, Montenegro e Slovenia, i paesi fondatori della Jadranska Liga, difficilmente ammetterebbero un’intrusione serba o italiana nella commissione che amministra ed organizza il campionato. E perché una Liga Adriatica con sedici partecipanti coinciderebbe con più incontri e più costi da ammortizzare. Volendo poi essere pignoli: perché la squadra di una città bagnata dal Mar Ligure dovrebbe partecipare ad un torneo che deve il suo nome all’Adriatico?