CONTADOR CONTRO TUTTI, ATTO IV°

Sabato scatta la 98a edizione del Tour de France: lo spagnolo è, ancora una volta, il principale favorito.

La novantottesima edizione del Tour de France scatta sabato dalla Vandea con un favorito d’obbligo: Alberto Contador. Questo moderno cannibale, più volte al centro di inchieste e veleni, ha letteralmente dominato il Giro d’Italia, vinto con oltre sei minuti di margine su Vincenzo Nibali, e punta ora a conquistare la quarta Grande Boucle della carriera, che gli consentirebbe oltretutto di realizzare quella magica doppietta Giro-Tour assente dai trionfi di Pantani nel 1998. Per quanto apparentemente la sua Saxo Bank non sembri la squadra più forte ai nastri di partenza, soprattutto se paragonata alla Leopard o alla RadioShack, la superiorità atletica e tattica dimostrata dal madrileno nell’ultima corsa rosa è tale da consegnargli ancora una volta i ranghi di favorito assoluto, lasciando agli altri, perlomeno in apparenza, l’onere di inseguire.

Già, gli altri. Su un percorso quanto mai povero di cronometro (cronosquadre di 23 km il secondo giorno e individuale di 41 il penultimo), la corsa si farà sulle montagne: Luz Ardiden, l’Aubisque, Plateau de Beille, il Galibier, da affrontare per ben due volte, Sestriere e l’Alpe d’Huez saranno i giudici inappellabili per le speranze dei vari Andy Schleck, Ivan Basso, Robert Gesink, Samuel Sánchez e Cadel Evans. Il lussemburghese, con al fianco il fidato fratello Fränk, il sempre più brillante Jakob Fuglsang e la locomotiva di Berna Fabian Cancellara , è probabilmente il rivale più accreditato di Contador, ma dovrà veramente cercare di fare una sua corsa, senza accontentarsi di agire di rimessa rispetto alle azioni del madrileno. Ivan Basso si è preparato appositamente per questo appuntamento, pur con una caduta in uno stage in Sicilia che gli ha rallentato la preparazione: tuttavia, il varesino sembra tranquillo e motivato come non mai e ha al suo fianco un team che farà buona figura sia nella cronosquadre, sia sulle montagne. Gesink, Sánchez ed Evans sono probabilmente un gradino sotto nella griglia dei pronostici rispetto agli atleti citati finora: l’olandese, brillante scalatore, è migliorato molto anche a cronometro e avrà al suo fianco quel Bauke Mollema sorprendentemente quinto all’ultimo Giro di Svizzera. Sánchez, alla ricerca disperata del primo podio al Tour, guida una Euskaltel-Euskadi la cui età media è in drammatica crescita, ma che non mancherà certo di attaccare ad ogni occasione, nella migliore tradizione basca; Cadel Evans, maglia gialla per un giorno e gomito fratturato nella scorsa edizione del Tour, ha guadagnato negli anni un certo credito con la sorte, perlomeno per quanto riguarda le corse a tappe, e chissà mai che questa non sia l’occasione buona per fare l’impresa inseguita da una vita.

Possibili outsider per la classifica generale sono l’eterno Levi Leipheimer, carattere poco apprezzato ma regolarissimo tanto in montagna quanto a cronometro, nonché vincitore dell’ultimo Tour de Suisse e col vantaggio di avere al suo fianco una squadra davvero forte (Brajkovic, Klöden, Popovich giusto per citarne tre); Damiano Cunego è l’eterno punto interrogativo, perennemente bello ma sfortunato, sempre combattuto tra le corse di un giorno e quelle a tappe, ma l’ottima condizione intravista in Svizzera lascia ben sperare anche per questa Grande Boucle; e poi Van den Broeck, Vinokourov, Wiggins, Roche, Velits, chi all’ultima chiamata di una gloriosa carriera, chi chiamato alla conferma di un risultato insperato e chi a caccia, per la prima volta, del risultato che vale una vita.

Ma il Tour non è solo montagne e classifiche: come dimenticare infatti lo spettacolo delle volate? Mark Cavendish è l’equivalente di Contador per gli sprint, un cannibale, un dominatore, un padrone assoluto. Anche in questo settore la concorrenza è ampia: dall’immortale Alessandro Petacchi a Tyler Farrar, dal campione del mondo Thor Hushovd a Tom Boonen, dall’emergente Romain Feillu al tedescone André Greipel, per il ragazzo dell’Isola di Man non sarà facile piegare questa serie agguerrita di rivali.

E infine gli uomini da un giorno, siano essi cronoman formidabili come il già citato Fabian Cancellara e il britannico David Millar, o affermati talenti delle corse in linea come Philippe Gilbert ed Alexandr Kolobnev, o giovani attaccanti come il trentino Daniel Oss e lo stellare Edvald Boasson Hagen: nessuna ambizione di classifica per loro e nessuna possibilità di sfidare Cavendish in volata, per cui questi atleti dovranno inventarsi qualcosa in quella lunga serie di tappe intermedie che non saranno appannaggio né degli scalatori, né dei velocisti.

Dunque, l’imminente Tour de France si prospetta davvero ricco di spunti di interesse: sin dalle primissime tappe, capiremo se sarà un duopolio Contador-Cavendish o se invece si combatterà fino all’ultimo giorno per tutti i traguardi.

VUELTA: FARRAR VINCE NELLA FESTA DI NIBALI

Passerella finale per la Vuelta: l’ultima tappa va a Tyler Farrar che batte Cavendish in volata.

La quiete dopo la tempesta, la festa dopo la fatica: gli 85 km tra San Sebastián de los Reyes e Madrid assomigliano più ad un ultimo giorno di scuola che a una tappa di un grande giro. Sono gli ultimi metri di questa sessantacinquesima Vuelta a España, che ieri, nell’inferno di Bola del Mundo, ha incoronato Vincenzo Nibali proprio re, al termine di un’epica battaglia con Ezequiel Mosquera. Si arriva a Madrid, città di 3.200.000 abitanti, posta a 667 metri sul livello del mare, nel cuore dell’Altopiano della Meseta, al termine di una frazione senza alcuna difficoltà altimetrica, ideale come carosello conclusivo dopo tre settimane di salite. Un quintetto di coraggiosi prova ad andare in fuga, anche se ovviamente un tracciato del genere è un richiamo troppo forte per i velocisti: si tratta del tedesco Dominik Roels (Team Milram), del trentenne fiammingo Jurgen Van Goolen (Omega Pharma-Lotto), del connazionale e compagno di squadra Olivier Kaisen, dell’esperto andaluso Javier Ramirez (Andalucia-Cajasur) e del galiziano Gonzalo Rabuñal (Xacobeo-Galicia). Per Kaisen e Roels si tratta dell’ennesimo attacco in questa Vuelta, ma anche in questa occasione i due non hanno fortuna: infatti, le squadre degli sprinter li tengono costantemente sotto controllo, anche se il ricongiungimento avviene a soli 7 km dal traguardo.

Si arriva così alla volata, con il solito Goss che prova a lanciare Cavendish: tuttavia, Tyler Farrar (Garmin-Slipstream) è lestissimo ad anticipare il duo dell’HTC-Columbia, vincendo con oltre una bicicletta di vantaggio sull’inglese. Il ventiseienne statunitense di Wenatchee aveva già trionfato a Lorca nella quinta tappa di questa corsa, e coglie oggi l’ottavo successo in una stagione che lo ha visto vincitore anche di due frazioni al Giro d’Italia e della Classica di Amburgo.

E poi, la festa in Plaza de Cibeles, il luogo dove il Real Madrid celebra i suoi trionfi: vengono premiati i vincitori delle varie classifiche e dunque anche Vincenzo Nibali, primo nella graduatoria generale finale, che coglie così il più grande successo della carriera. Diretto in ammiraglia da Roberto Amadio e Mario Scirea, il siciliano ha saputo gestirsi alla perfezione nelle tre settimane di corsa, aiutato anche da otto compagni di squadra mai domi: il velocista aretino Daniele Bennati, il veronese Mauro Finetto, il cremonese Jacopo Guarnieri, il giovane polacco Maciej Paterski, il ceco Roman Kreuziger, lo svizzero Oliver Zaugg, il varesino Ivan Santaromita e il belga Frederik Willems. Oggi non è solo il trionfo di Nibali, ma è anche quello di una Liquigas-Doimo che, come già dimostrato nel Giro d’Italia di Ivan Basso, può vantare una coesione di squadra davvero invidiabile e fondamentale per i successi dei propri atleti.

Ordine d’arrivo:

1) Tyler FARRAR (Garmin-Slipstream) in 2h02’24’’;

2) Mark CAVENDISH (HTC-Columbia) stesso tempo;

3) Allan DAVIS (Astana) stesso tempo;

12) Angelo FURLAN (Lampre-Farnese Vini) stesso tempo.

Classifica generale finale (maglia rossa):

1) Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo) in 87h18’31’’;

2) Ezequiel MOSQUERA (Xacobeo-Galicia) a 43’’;

3) Peter VELITS (HTC-Columbia) a 3’04’’;

21) Marzio BRUSEGHIN (Caisse d’Epargne) a 28’56’’.

Maglia verde (classifica a punti): Mark CAVENDISH (HTC-Columbia);

Maglia a pois (gran premi della montagna): David MONCOUTIÉ (Cofidis);

Maglia bianca (combinata): Vincenzo NIBALI (Liquigas-Doimo);

Classifica a squadre: Team Katusha.

Marco Regazzoni

AD AMBURGO IL BIS DI FARRAR

Tyler FarrarLa Vattenfall Cyclassics di Amburgo è una corsa relativamente giovane, visto che la prima edizione è datata 1996, ma ha saputo gradualmente conquistarsi un posto di rilievo nel panorama ciclistico mondiale: certo, non sarà caratterizzata dai muri del Giro delle Fiandre o dal pavé della Parigi-Roubaix, però la gara che si snoda attorno alla città anseatica rappresenta comunque un appuntamento irrinunciabile per molti corridori che cercano la condizione in vista della Vuelta a España e per tanti velocisti che, attratti dalla facilità del percorso, puntano ad una vittoria di particolare pregio. L’edizione odierna di questa corsa è stata caratterizzata da una lunga fuga del francese Anthony Geslin (Française des Jeux), del russo Nikolay Trusov (Team Katusha) e del giovane lettone Gatis Smukulis (Ag2r-La Mondiale),  ripresi a meno di sette chilometri dal traguardo: nel finale ci hanno provato il campione nazionale tedesco Christian Knees (Team Milram) e quello svizzero Martin Elmiger (Ag2r-La Mondiale), ma i due, pur ottimi passisti, non hanno potuto nulla contro la furia del gruppo condotto a tutta velocità dagli uomini del Team Sky, intenzionati a portare in volata la stella norvegese Edvald Boasson Hagen.

Come da copione, si arriva infatti ad uno sprint a ranghi compatti: l’aretino Bennati (Liquigas-Doimo) prova a farsi largo ma viene chiuso alle transenne, senza riuscire a rimontare, lasciando così spazio ad un duello tra Boasson Hagen e Tyler Farrar (Garmin-Slipstream), con lo statunitense che ha la meglio per pochi centimetri. Il ventiseienne nativo di Wenatchee, nello stato di Washington, bissa così il successo della scorsa edizione, centrando il sesto successo stagionale dopo una tappa alla Tre Giorni di La Panne, il GP l’Escaut, la classifica finale del Delta Tour of Zealand e le frazioni di Utrecht e Bitonto al Giro d’Italia. Per quanto riguarda gli azzurri, Bennati chiude in sesta posizione e il sempre presente Marco Marcato (Vacansoleil) è decimo: da segnalare anche un tentativo di Filippo Pozzato (Team Katusha) a pochi chilometri dal traguardo, prontamente ripreso dal gruppo. Un bilancio non proprio soddisfacente per gli italiani, visto che in quindici edizioni di questa corsa ben sei erano state vinte dagli atleti di casa nostra: purtroppo, è finita l’epoca d’oro di Bettini, Bartoli e Rebellin, veri dominatori delle classiche sino a pochi anni fa, mentre Pozzato e Ballan non stanno certo vivendo una stagione indimenticabile, e il movimento ciclistico tricolore fa una certa fatica a sfornare atleti così adatti alle gare di un solo giorno.

Ordine d’arrivo:
1°Tyler FARRAR (Garmin-Slipstream), 213.7 km in 5h02’35’’, media 43 km/h;
2°Edvald BOASSON HAGEN (Team Sky) stesso tempo;
3°André GREIPEL (Team HTC-Columbia) stesso tempo;
4°Alexander KRISTOFF (BMC) stesso tempo;
5°Allan DAVIS (Astana) stesso tempo;
6°Daniele BENNATI (Liquigas-Doimo) stesso tempo.

Marco Regazzoni

APRÈS UNE SEMAINE: RIFLESSIONI SULLA PRIMA SETTIMANA DEL TOUR

Bilancio e pagelle della prima settimana di Tour de France.

Tour de FranceDopo una settimana caratterizzata da tanta pianura ma anche dal pavé e dalle prime montagne i corridori si godono oggi un primo e meritato giorno di riposo. Sebbene sia ancora troppo presto per capire chi sarà il vincitore finale, dopo la tappa di ieri possiamo però già dire che uno dei protagonisti più attesi, Lance Armstrong, non sfilerà sui Campi Elisi in maglia gialla.

La prima settimana di gara presentava sulla carta non poche insidie e prendeva le distanze dal cliché per cui le prime tappe del Tour sono solo un modo per avvicinarsi alle montagne. Tuttavia le emozioni, che pure non sono mancate, non hanno mai raggiunto il livello dell’ultimo Giro d’Italia.Molto è dipeso dalle cadute dei primi giorni che hanno intimorito il gruppo e hanno portato allo sciopero nella tappa sulle Ardenne. Proprio la terza tappa, che avrebbe dovuto offrire al pubblico fuochi d’artificio, si è malinconicamente conclusa con un solo uomo in gara, Chavanel, e il gruppo che, trascinato dal carisma di Cancellara, ha invece deciso di procedere a velocità di crociera.

Il giorno dopo la Cervélo, che aveva tirato per Thor Husovd, ha polemizzato con Cancellara, accusando il corridore svizzero di aver sacrificato la maglia, non per garantire la sicurezza dei corridori, ma per aiutare Andy Schleck che, rimasto attardato, rischiava di compromettere il suo Tour. Effettivamente il gruppo ha aspettato il giovane atleta lussemburghese ma non ha fatto altrettanto con un secondo gruppetto di ritardatari fra cui c’erano anche Petacchi e Cunego. È altrettanto vero però che se i Cervélo non fossero stati d’accordo avrebbero potuto continuare fare la corsa ignorando le richieste di Cancellara e del resto del gruppo. Fortunatamente il giorno seguente la stupenda tappa, corsa su parte del percorso della Parigi – Roubaix e vinta proprio dal norvegese Husovd, ha spazzato via le polemiche

Il punto sulla classifica

Dopo le prime montagne la situazione è ancora apertissima. I distacchi fra i migliori quindici corridori sono assai ridotti, basti pensare che fra la maglia gialla Evans e Vinokurov, il quindicesimo, intercorrono solamente 3 minuti e 5 secondi. Contador ha dato l’impressione di volersi un po’ nascondere ma resta ancora il favorito. Scorrendo la classifica però l’attenzione non può non cadere sull’assenza del texano Lance Armstrong.

TOP: Cadel Evans. Campione del mondo in carica e grande protagonista al giro d’Italia, questo corridore australiano viene troppo spesso sottovalutato. Va forte a cronometro, grazie al suo passato di biker va forte sullo sterrato e sul pavé e soprattutto non ha dato segni di cedimento in salita. Senza suscitare clamori si è impossessato della maglia gialla e non sarà certo facile togliergliela.

FLOP: Lance Armstrong. Nonostante la troupe di Eurosport che lo segue ventiquattro ore su ventiquattro, non è certo iniziato nel migliore dei modi il suo ultimo Tour de France. Che non fosse più il cannibale della US Postal o della Discovery Channel lo si sapeva ma più che il crollo nella salita di ieri hanno stupito ancor più le numerose cadute in cui si è trovato coinvolto. Sfortunato invece per la foratura sul pavé. È probabile che ora si trasformerà in gregario di lusso per Leipheimer e andrà a caccia di un successo di tappa.

Il punto sulle volate

Dopo quattro volate a ranghi (quasi sempre) compatti il verdetto è chiaro: Mark Cavendish è il più forte. Le sue lacrime sul traguardo di Montargis lo hanno riabilitato. Tuttavia se vorrà vincere ancora dovrà avere il supporto totale della squadra e dare il meglio di sé poiché la concorrenza, (Hushovd, Ciolek, Boasson-Hagen, Farrar e soprattutto Petacchi) non può essere sottovalutata.

TOP: Mark Cavendish. Quando riesce a fare la volata è il più veloce ma Petacchi ha già approfittato due volte delle sue amnesie.

FLOP: Tyler Farrar. Ha problemi fisici e non riesce a essere competitivo.

La TOP 3 di Pianeta Sport

1° Sylvain Chavanel: Due grandi imprese, due vittorie di tappa, due giorni in maglia gialla senza questo combattivo francese il Tour 2010 sarebbe stato sicuramente più noioso.

2° Fabian Cancellara: Oltre ad aver vinto il prologo e trascinato Andy Schleck sul pavé (e sulle Ardenne) Cancellara è anche il leader incontrastato di questo gruppo. Armstrong ormai è stato spodestato; nonostante le polemiche sulla bici a motore non ci sono dubbi sul fatto che il nuovo front-man del ciclismo internazionale sia lui.

3° Alessandro Petacchi: A trentasei anni non è da tutti vincere due tappe al Tour. Petacchi con autorità e determinazione ha dimostrato che l’esperienza talvolta  può contare più della forza. Per il momento lui e Cavendish si sono divisi la posta ma non è escluso che lo spezzino possa ancora levarsi qualche soddisfazione nelle prossime due settimane.


Nicola Sbetti

TOUR: IL BIS DI CAVENDISH

Ultimo traguardo per i velocisti colto da Cavendish che conquista la sua dodicesima vittoria al Tour de France

Mark CavendishLa sesta tappa, la più lunga di questo Tour, ben 227,5 Km, vede trionfare nuovamente il favorito numero uno: Mark Cavendish. Ieri le sue lacrime dopo la vittoria l’avevano riportato in auge dopo che, un inizio di stagione deludente e i suoi comportamenti al giro di Svizzera, avevano fatto scendere ai minimi termini la sua popolarità e la sua reputazione.

Dopo due tappe completamente piatte la strada che da Montargis porta a Gueugnon, città che, per la prima volta nella sua storia, ospita l’arrivo della ‘Grande Boucle’, si presenta più vallonato con quattro gran premi della montagna di quarta categoria. Le quattro asperità da affrontare sono la côte de Bouhy, la côte de La Chapelle-Saint-André, la côte des Montarons e, a soli 25 km dall’arrivo, la côte de la Croix de l’Arbre.

Nessun ritiro da segnalare, si riparte quindi nuovamente in 188. Il via viene dato a mezzogiorno e, come sempre è successo in questi giorni, scatta immediatamente la fuga. I tre coraggiosi sono: il francese Mathieu Perget della Caisse d’Épargne, il basco Rubén Pérez Moreno dell’Euskaltel e il tedesco Sebastian Lang dell’Omega Pharma-Lotto. È lo spagnolo il meglio messo in classifica con un distacco di 8’07’’ da Cancellara.

I fuggitivi guadagnano in fretta un buon margine costringendo gli uomini dell’ HTC Columbia, vogliosi di arrivare allo sprint per bissare il successo di ieri, a sacrificare uomini nell’inseguimento fin dai primi chilometri. Sono gli HTC e non i Saxo Bank ad assumersi l’onere dell’inseguimento anche perché Cancellara alla partenza aveva strategicamente dichiarato: “mantenere la maglia non è la priorità”. Tuttavia quando dopo 60 km di corsa i fuggitivi hanno raggiunto la soglia critica degli 8 minuti di vantaggio, anche la Saxo Bank, specialmente con O’Grady, si è affiancata alla squadra statunitense per dare il suo contributo.

Le nuvole che hanno accompagnato gli atleti per tutta la corsa hanno garantito solo inizialmente una giornata più fresca rispetto a quella di ieri. Dopo aver affrontato la prima côte il gruppo si mette a tirare con costanza, anche gli Astana  fanno una comparsata davanti; nel complesso però tira molto di più l’Htc della Saxo Bank il cui unico interesse è di tenere sotto gli otto minuti il distacco. A ragion veduta le squadre dei velocisti temono Cavendish e tendono a preservare le energie per gli ultimi chilometri; tutti gli altri invece se ne stanno tranquillamente a ruota aspettando le montagne di domani.

Gli otto minuti diventano sei, poi continuano a diminuire in modo impercettibile ma costante. A 50 km dall’arrivo il distacco è di poco sotto ai due minuti. Il gruppo procede tranquillo ma la mancanza di concentrazione provoca una caduta che coinvolge, senza conseguenze, Boom (Rabobank), Arashiro (Bouygues Telecom) e ben tre corridori della Cofidis: Sébastien Minard, Amaël Moinard e Christophe Kern. Sull’ultima côte, a 25 km dall’arrivo, parte prima Dimitri Champion dell’AG2R, seguito poco dopo da Chartreau della Bouygues Telecom. I due francesi raggiungono il terzetto di testa. Perget saluta la compagnia, guadagna i punti del gran premio della montagna e prova un’effimera fuga solitaria. Con i fuggitivi controllati a vista, nel gruppo c’è un momento d’incertezza. La Rabobank avanza timidamente e anche la Lampre manda un uomo a tirare. Trascinato dalla determinazione di Champion il quintetto di testo prosegue la sua fuga restando per una decina di chilometri a bagnomaria con un distacco altalenante fra i 7 e i 20 secondi.

Il ricongiungimento avviene sotto l’arco dei 10 km anche se, paradossalmente, il contributo decisivo arriva grazie alle tirate delle squadre che puntano alla classifica generale. Negli ultimi chilometri infatti Astana, Radio Shack, Liquigas, Bmc cercano di tenere davanti i propri capitani mentre le squadre dei velocisti fanno fatica a costruire un treno.

A 5 Km dal termine Cervélo, Lampre, Garmin e Htc cercano ognuna di portare nella posizione ideale i propri capitani. All’ultimo chilometro gli uomini della Garmin si trovano in una posizione invidiabile con tre uomini al comando (Hondo della Lampre è in quarta posizione) e Farrar a ruota di Cavendish ma sia Dean che Hunter rinunciano a fare lo sprint. È ancora una volta Renshaw a pilotare in maniera sublime al secondo successo consecutivo lo sprinter dell’isola di Man. Farrar, secondo, al momento non ha la gamba per competere con il velocista inglese mentre Petacchi si è classificato terzo nonostante avesse perso la ruota di Hondo, che a quel punto avrebbe forse potuto fare lo sprint per conto proprio invece di rialzarsi.

L’Htc Columbia per come ha impostato la corsa merita assolutamente questo successo. Sette corridori si sono assunti l’onere dell’inseguimento, Renshaw ha lasciato Cavendish in una posizione invidiabile e il velocista britannico ha dato la stoccata decisiva.

Domani tappa da non perdere. Arrivano le montagne; si parte da Tournus e si arriva alla station de Rousses a quota 1168 metri, dopo un gran premio di 4° categoria, due di 3° e ben tre di 2° categoria l’ultimo dei quali situato a soli quattro chilometri dall’arrivo. È la prima possibilità per gli scalatori. Una tappa adatta anche a fughe da lontano; se in forma, un protagonista potrebbe essere Damiano Cunego.

Venerdì 9  luglio 2010
Tour de France, sesta tappa
Montargis – Gueugnon(227.5 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Mark CAVENDISH HTC-Columbia 5h37’42”
(media 40,4 km/h)
2. Tyler FARRAR
Garmin
stesso tempo
3. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini stesso tempo
4. Robbie MCEWEN
Team Katusha stesso tempo
5. Gerard CIOLEK
Milram stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Fabian CANCELLARA Saxo Bank 28h37’30”
2. Geraint THOMAS
Team Sky a 20″
3. Cadel EVANS
BMC a 39″
47. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 3’20”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 118
2. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini
114
3. Robbie MCEWEN
Team Katusha 105

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Jérôme PINEAU Quick Step 13
2. Mathieu PERGET
Caisse d’Épargne 12
3. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 8

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Geraint THOMAS Team Sky 28h37’50”
2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 46″
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 2’04

Nicola Sbetti