CONTADOR CONTRO TUTTI, ATTO IV°

Sabato scatta la 98a edizione del Tour de France: lo spagnolo è, ancora una volta, il principale favorito.

La novantottesima edizione del Tour de France scatta sabato dalla Vandea con un favorito d’obbligo: Alberto Contador. Questo moderno cannibale, più volte al centro di inchieste e veleni, ha letteralmente dominato il Giro d’Italia, vinto con oltre sei minuti di margine su Vincenzo Nibali, e punta ora a conquistare la quarta Grande Boucle della carriera, che gli consentirebbe oltretutto di realizzare quella magica doppietta Giro-Tour assente dai trionfi di Pantani nel 1998. Per quanto apparentemente la sua Saxo Bank non sembri la squadra più forte ai nastri di partenza, soprattutto se paragonata alla Leopard o alla RadioShack, la superiorità atletica e tattica dimostrata dal madrileno nell’ultima corsa rosa è tale da consegnargli ancora una volta i ranghi di favorito assoluto, lasciando agli altri, perlomeno in apparenza, l’onere di inseguire.

Già, gli altri. Su un percorso quanto mai povero di cronometro (cronosquadre di 23 km il secondo giorno e individuale di 41 il penultimo), la corsa si farà sulle montagne: Luz Ardiden, l’Aubisque, Plateau de Beille, il Galibier, da affrontare per ben due volte, Sestriere e l’Alpe d’Huez saranno i giudici inappellabili per le speranze dei vari Andy Schleck, Ivan Basso, Robert Gesink, Samuel Sánchez e Cadel Evans. Il lussemburghese, con al fianco il fidato fratello Fränk, il sempre più brillante Jakob Fuglsang e la locomotiva di Berna Fabian Cancellara , è probabilmente il rivale più accreditato di Contador, ma dovrà veramente cercare di fare una sua corsa, senza accontentarsi di agire di rimessa rispetto alle azioni del madrileno. Ivan Basso si è preparato appositamente per questo appuntamento, pur con una caduta in uno stage in Sicilia che gli ha rallentato la preparazione: tuttavia, il varesino sembra tranquillo e motivato come non mai e ha al suo fianco un team che farà buona figura sia nella cronosquadre, sia sulle montagne. Gesink, Sánchez ed Evans sono probabilmente un gradino sotto nella griglia dei pronostici rispetto agli atleti citati finora: l’olandese, brillante scalatore, è migliorato molto anche a cronometro e avrà al suo fianco quel Bauke Mollema sorprendentemente quinto all’ultimo Giro di Svizzera. Sánchez, alla ricerca disperata del primo podio al Tour, guida una Euskaltel-Euskadi la cui età media è in drammatica crescita, ma che non mancherà certo di attaccare ad ogni occasione, nella migliore tradizione basca; Cadel Evans, maglia gialla per un giorno e gomito fratturato nella scorsa edizione del Tour, ha guadagnato negli anni un certo credito con la sorte, perlomeno per quanto riguarda le corse a tappe, e chissà mai che questa non sia l’occasione buona per fare l’impresa inseguita da una vita.

Possibili outsider per la classifica generale sono l’eterno Levi Leipheimer, carattere poco apprezzato ma regolarissimo tanto in montagna quanto a cronometro, nonché vincitore dell’ultimo Tour de Suisse e col vantaggio di avere al suo fianco una squadra davvero forte (Brajkovic, Klöden, Popovich giusto per citarne tre); Damiano Cunego è l’eterno punto interrogativo, perennemente bello ma sfortunato, sempre combattuto tra le corse di un giorno e quelle a tappe, ma l’ottima condizione intravista in Svizzera lascia ben sperare anche per questa Grande Boucle; e poi Van den Broeck, Vinokourov, Wiggins, Roche, Velits, chi all’ultima chiamata di una gloriosa carriera, chi chiamato alla conferma di un risultato insperato e chi a caccia, per la prima volta, del risultato che vale una vita.

Ma il Tour non è solo montagne e classifiche: come dimenticare infatti lo spettacolo delle volate? Mark Cavendish è l’equivalente di Contador per gli sprint, un cannibale, un dominatore, un padrone assoluto. Anche in questo settore la concorrenza è ampia: dall’immortale Alessandro Petacchi a Tyler Farrar, dal campione del mondo Thor Hushovd a Tom Boonen, dall’emergente Romain Feillu al tedescone André Greipel, per il ragazzo dell’Isola di Man non sarà facile piegare questa serie agguerrita di rivali.

E infine gli uomini da un giorno, siano essi cronoman formidabili come il già citato Fabian Cancellara e il britannico David Millar, o affermati talenti delle corse in linea come Philippe Gilbert ed Alexandr Kolobnev, o giovani attaccanti come il trentino Daniel Oss e lo stellare Edvald Boasson Hagen: nessuna ambizione di classifica per loro e nessuna possibilità di sfidare Cavendish in volata, per cui questi atleti dovranno inventarsi qualcosa in quella lunga serie di tappe intermedie che non saranno appannaggio né degli scalatori, né dei velocisti.

Dunque, l’imminente Tour de France si prospetta davvero ricco di spunti di interesse: sin dalle primissime tappe, capiremo se sarà un duopolio Contador-Cavendish o se invece si combatterà fino all’ultimo giorno per tutti i traguardi.

UNA VUELTA PER GRANDI SCALATORI

Parte sabato il Giro di Spagna: favoriti Menchov, Sastre e Schleck, con il nostro Nibali possibile outsider.

Sabato 28 agosto prende il via la sessantacinquesima Vuelta a España, che si svolgerà in ventuno tappe fino al 19 settembre, per complessivi 3418,5 km. Il percorso sembra essere decisamente adatto agli scalatori, che potranno contare su ben sei arrivi in quota e quaranta gran premi della montagna complessivi: Xorret de Catì, Andorra, Peña Cabarga, Lagos de Covadonga, Cotobello e Alto de las Guarramillas sono i traguardi che scatenano le fantasie dei grimpeur. In particolare, l’ultimo di questi è una salita mai affrontata nella storia della corsa spagnola, e potrebbe veramente fare la differenza. Soltanto due le cronometro: si parte a Siviglia con una cronosquadre in notturna di 13 km, mentre la diciassettesima frazione avrà partenza ed arrivo a Peñafiel dopo 46 km contro il tempo. L’ultima tappa prevede il tradizionale arrivo nel centro di Madrid, dove verrà incoronato il vincitore della maglia rossa, che da quest’anno sostituisce la maglia amarillo per indicare il leader della corsa. Ma chi sarà l’erede di Alejandro Valverde, attualmente sospeso dall’UCI per le note vicende legate al dottor Fuentes? I nomi più indicati sono quelli di Andy Schleck (Saxo Bank), aiutato come sempre dal fratello Fränk, di Carlos Sastre (Cervélo) e di Denis Menchov (Rabobank); in seconda fila troviamo il siciliano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), al primo grande giro con i gradi di capitano, che verrà affiancato dal ceco Roman Kreuziger, ma attenzione anche al catalano Joaquim Rodríguez (Team Katusha), all’esperto galiziano Ezequiel Mosquera (Xacobeo-Galicia) e al basco Igor Antón (Euskaltel-Euskadi).

Nelle volate di gruppo, oltre al solito duello tra Mark Cavendish (HTC-Columbia) e Tyler Farrar (Garmin), cercheranno gloria anche il norvegese Thor Hushovd (Cervélo), l’australiano Allan Davis (Astana), l’eterno Oscar Freire (Rabobank), il bielorusso Yauheni Hutarovich (Française des Jeux), l’aretino Daniele Bennati (Liquigas-Doimo) e lo spezzino Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini), che proprio sulle strade spagnole nel 2000 colse i primi successi prestigiosi della carriera. Per la cronometro di , il favorito d’obbligo è Fabian Cancellara (Saxo Bank), mentre andranno a caccia di tappe il belga Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto), il francese Nicolas Vogondy (Bbox Bouygues Telecom), il vicentino Pippo Pozzato (Team Katusha) e gli spagnoli Juan Antonio Flecha (Team Sky) e Luis León Sánchez (Caisse d’Epargne).

Tra gli altri italiani, Rinaldo Nocentini (Ag2r-La Mondiale) sarà sicuramente all’attacco, mentre l’esperto Marzio Bruseghin (Caisse d’Epargne), reduce da una stagione non eccezionale, si disputerà i ranghi di capitano della sua squadra con David Arroyo; attenzione anche al varesino Ivan Santaromita (Liquigas-Doimo), corridore completo in ottima condizione, e al friulano Enrico Gasparotto (Astana), adattissimo a tappe di media difficoltà.

Infine, tanti corridori, come in ogni corsa, si candidano al ruolo di possibili sorprese: segnaliamo in particolare l’irlandese figlio d’arte Nicolas Roche (Ag2r-La Mondiale) per la classifica finale, il giovane fiammingo Jan Bakelants (Omega Pharma-Lotto) per le fughe da lontano e il siciliano Giampaolo Caruso (Team Katusha) per gli arrivi in salita.

Marco Regazzoni

TOUR DE FRANCE: SORPRESE E DELUSIONI

Alberto ContadorOggi è tempo di bilanci. La novantasettesima edizione del Tour de France è andata in archivio con la tappa dei Campi Elisi, dopo tre settimane di corsa attraverso montagne, pietre, discese, asfalti che si scioglievano al sole ed interminabili pianure. Questa Grande Boucle è stata solo a tratti spettacolare: troppo spesso ha prevalso la tattica (o la mancanza di gambe in forma), come ad esempio in quella memorabile ed assurda frazione di Ax 3 Domaines, dove i duellanti Schleck e Contador si sono letteralmente marcati ad uomo, arrivando addirittura a perdere terreno dagli altri big. In compenso, una sfida come quella che gli stessi due atleti hanno inscenato sul Tourmalet, con Schleck che cerca in tutti i modi di fare la differenza e Contador che agisce in contropiede, ripaga i tifosi di altre giornate più deludenti. Si è discusso e si discuterà a lungo sull’attacco dello spagnolo al lussemburghese nella tappa di Bagnéres-de-Luchon, approfittando di un salto di catena dell’amico-rivale: in fondo, i 39’’ che hanno permesso al madrileno di vincere il Tour derivano essenzialmente da quell’azione. Comunque, anche una situazione del genere fa parte dello sport.

Ma la corsa non ha visto soltanto due protagonisti. Tra i promossi, categoria nella quale Contador e Schleck rientrano a pieni voti, non si può non inserire Fabian Cancellara. Lo svizzero di sangue lucano domina letteralmente prologo e cronometro di Bordeaux, vinte a medie pazzesche, veste per ben sei giorni la maglia gialla e si fa valere come un gregario fondamentale per Schleck, aiutandolo in modo decisivo nella tappa del pavé di Arenberg. Altra nota lieta di questo Tour è senza ombra di dubbio Sylvain Chavanel: il ragazzo di Châtellerault, trentuno anni compiuti a fine giugno, si aggiudica con azioni da lontano le tappe di Spa e Station-des-Rousses, indossando per due giorni la maglia gialla e dando sempre l’idea di una condizione fisica esuberante. Per gli atleti di casa si tratta di un Tour da incorniciare, visti i successi, sempre con fughe da lunga distanza, di Casar, Fédrigo, Voeckler e Riblon, oltre ai due dell’atleta della Quick Step. Tutti gli appassionati si levano il cappello anche dinnanzi ad Anthony Charteau: in carriera il suo miglior successo era una tappa al Giro di Catalogna, ma in questo Tour, grazie ad una serie di attacchi e a duelli infiniti nella prima parte di corsa con Jérôme Pineau, vince la prestigiosissima maglia a pois di miglior scalatore, difendendosi egregiamente nelle tappe pirenaiche.

Tornando agli uomini di classifica, una nota di merito va a Menchov e Sánchez: regolare e costante il primo, che alla fine si aggiudica la terza posizione, dalla vocazione maggiormente offensiva il secondo, che però perde le velleità di podio nella cronometro di Pauillac. Applausi anche per Jurgen Van den Broeck, quinto nella classifica finale, che si guadagna così i gradi di miglior corridore belga per le corse a tappe, e per Joaquím Rodriguez, primo a Mende e ottavo nella generale.

Tra i velocisti, solo piazzamenti per Ciolek, Dean, lo sfortunato Farrar, il vecchio McEwen e l’arrembante Boasson Hagen che, pur in ottima condizione, non riesce a centrare nemmeno un successo parziale: le vittorie sono suddivise tra Thor Hushovd, primo nell’inferno del pavé e in lotta fino all’ultimo per la maglia verde, Mark Cavendish, in netta difficoltà all’inizio ma scatenatosi nella seconda parte di Tour con 5 vittorie di tappa, e Alessandro Petacchi, sicuramente il più sorprendente sia per i 36 anni di età che per la stagione non eccezionale prima di questa corsa. Lo spezzino si aggiudica due successi, si piazza altre cinque volte sul podio e, grazie a questa grande regolarità, riporta in Italia la maglia verde della classifica a punti che mancava da oltre quarant’anni, dai tempi di Cuore Matto Franco Bitossi.

E infine le delusioni. Il varesino Ivan Basso rientra giocoforza in questa categoria, così come altri due reduci dal Giro d’Italia, ovvero Cadel Evans e Carlos Sastre: i primi due hanno l’attenuante dei problemi fisici, ma ad ogni modo nessuno di questi tre big sembra mai essere in grado di battagliare con Schleck e Contador, perdendo parecchi secondi già nel cronoprologo e staccandosi puntualmente sulle salite più dure di questa corsa. Sastre, perlomeno, ci prova con un’azione coraggiosa in una delle ultime tappe pirenaiche, ma è troppo poco per degli atleti partiti con ben altre velleità. Evidentemente, le scorie del Giro d’Italia si sono fatte sentire più del previsto nelle gambe dei tre ragazzi.  Tra le delusioni, inseriamo anche Damiano Cunego e Vasil Kiryenka: si tratta di due corridori dalle doti eccezionali, ma probabilmente incapaci di gestirsi sotto l’aspetto tattico. Kiryenka, atleta completo con un buon spunto veloce, si fa sorprendentemente sconfiggere in una volata a due dal portoghese Paulinho nella frazione di Gap, e ci riprova anche in occasioni successive mettendo in mostra una grande condizione ma una scarsa lucidità. Discorso simile per Cunego, sempre all’attacco, addirittura per ben due volte nella fuga buona ma incapace di prevalere in quegli sprint a ranghi ridotti nei quali non dovrebbe avere rivali. Inoltre, il veronese corre praticamente in modo ininterrotto da marzo ad ottobre, il che gli permette di essere sempre regolare ma senza quei picchi di forma necessari per imporsi ai più alti livelli.

Lance Armstrong merita un discorso a parte: a 39 anni, in pochi credevano alle sue ambizioni di vittoria finale, tuttavia il texano sembrava davvero convinto delle sue capacità, ma svariate cadute, ed una condizione fisica non certo ottimale, lo hanno trascinato ben lontano dai primi della classifica. Un addio assolutamente triste per il plurivincitore di questa corsa.

Infine, una nota in conclusione per la lanterne rouge, versione d’Oltralpe della nostra maglia nera. Quest’anno è toccata al parmigiano Adriano Malori, 170° a 4h27’03’’ dal vincitore Contador.  Il giovane emiliano ha disputato un ottimo cronoprologo, chiudendo nei primi quindici, ma poi le cadute lo hanno condizionato pesantemente. In compenso, a ventidue anni è riuscito a terminare un Tour de France, e ha tutti i numeri per crescere nel corso delle prossime stagioni, diventando magari uno dei migliori specialisti mondiali delle prove a cronometro.

Marco Regazzoni

TOUR DE FRANCE: LA CINQUINA DI CAVENDISH NEL GIORNO DELLA PASSERELLA DI CONTADOR

Ultima tappa del Tour de France: confermato il giallo di Contador, il verde di Petacchi e quinta vittoria per Cavendish.

Dopo tre settimane di pianura, pavé, Alpi, Pirenei e cronometro la carovana del Tour è arrivata all’epilogo. L’ultima tappa (in linea) è anche la più breve, soli 102,5 km da Longjumeau nella periferia di Parigi al circuito degli Champs-Élysées, il cuore della capitale francese e tradizionale arrivo della Grande Boucle dal 1975. Sorrisi e festeggiamenti in gruppo; i più radiosi sono la maglia gialla Contador, la maglia bianca Schleck e la maglia a pois Charteau. Più preoccupato Petacchi dato che la lotta per la maglia verde è ancora apertissima.

L’ultima tappa è una passerella, per la prima volta dall’inizio del Tour gli unici scatti alla partenza sono stati quelli dei fotografi. La Radio Shack si era presentata con una maglia nera con il numero 28 sulla schiena (28 come i milioni di morti all’anno di cancro nel mondo) ma per evitare l’esclusione dal Tour si è poi tornati alle divise tradizionali. Spumante e patatine per Contador e compagni, fino al primo scatto che è proprio della maglia gialla seguito immediatamente dalla maglia bianca, ma è solo un regalo ai fotografi. Il primo vero scatto della tappa rimanda l’atteso grande scontro fra Petacchi, Hushovd e Cavendish, i tre moschettieri delle volate ancora in corsa per la maglia verde. La battaglia non c’è nemmeno in occasione del secondo traguardo volante perché la principale fuga della tappa composta da undici corridori posticipa tutto il pathos al traguardo finale. Aitor Pérez Arrieta, Sandy Casar, Christophe Riblon, Rémi Pauriol, Christian Knees, Alan Pérez Lezaun, Danilo Hondo, Tony Martin, Karsten Kroon, Nicki Sørensen, Anthony Roux ottengono un vantaggio massimo di 24’’ costringendo Sky, Htc, e Katusha a tirare a fondo. All’ultimo giro rimangono in testa solamente Sørensen, Knees e Kroon che a sei chilometri dall’arrivo vengono riassorbiti. La volata con il gruppo allungatissimo è impostata dagli uomini Sky. Peracchi battezza la ruota di Hushovd e fa una gran volata, secondo solo all’imbattibile Mark Cavendish che centra la quinta vittoria sollevando la mano per celebrare la sua cinquina.

Il cinque di Cavendish, il tre di Contador ma anche il Verde di Petacchi. Un successo davvero meritato quello dello spezzino visto che è sempre arrivato sul podio nelle sette volate che si sono disputate in questo Tour. Un italiano non vinceva la maglia a punti dal 1968 quando a trionfare era stato Bitossi. L’unica nota amara è che Petacchi il 28 luglio dovrà presentarsi di fronte alla Procura di Padova per questioni legate al doping, l’augurio è che si tratti solamente di accertamenti.

Domenica 25 luglio 2010
Tour de France, ultima tappa
Longjumeau – Parigi (102,5 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Mark CAVENDISH
HTC-Columbia 2h 42’21”
2. Julian DEAN
Garmin stesso tempo
3. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini stesso tempo
4. Jurgen ROELANDTS
Omega Pharma Lotto stesso tempo
5. Óscar FREIRE Rabobank stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Alberto CONTADOR
Astana 91h 58’48”
2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 39″
3. Denis MEN’ŠOV Rabobank a 2’01”
29. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini a 56’53”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 243
2. Mark CAVENDISH HTC-Columbia 232
3. Thor HUSHOVD
Cérvelo 222

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 143
2. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 128
3. Andy SCHLECK
Saxo Bank 116

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 91h 59’27”
2. Robert GESINK
Rabobank a 8’52”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 11’15”

Nicola Sbetti

TOUR: L’ORGOGLIO DI SCHLECK NON ROVINA LA TERZA SINFONIA DI CONTADOR

Contador vince ma non stravince il suo terzo Tour, 39 beffardi secondi separano Schleck dalla maglia gialla.

Alberto Contador52 chilometri di pianura e strade dritte da Bordeaux a Pauillac, passando per le terre del Bordeaux, uno dei rossi più pregiati al mondo, per decidere il tour. Una cronometro dentro la quale ci sono quattro corse parallele: quella della maggioranza dei ciclisti non specialisti il cui obiettivo è solamente raggiungere i Campi Elisi e riabbracciare le famiglie, quella per la vittoria di tappa, la sfida fra Men’šov e Samuel Sanchez per il terzo posto e il gran duello fra Contador e Schleck per la maglia gialla.

Fabian Cancellara, favorito anche dal percorso meno ventoso, si dimostra il crono-man più forte di questo Tour. Come a Rotterdam la “Locomotiva di Berna” mette tutto il gruppo alle sue spalle a partire dal tedesco che aspira a essere il suo successore Tony Martin e prendendosi la rivincita su Contador che l’anno scorso lo aveva beffato.

Menchov si dimostra il miglior specialista delle corse a cronometro fra i big salendo per la seconda volta consecutiva sul gradino più basso del podio. L’anno scorso il russo era finito terzo dopo la squalifica per doping dell’austriaco Kohl. Dopo aver rifilato due minuti a Samuel Sanchez, domani il capitano della Rabobank potrà assaporare il podio di persona.

Al suo fianco ci saranno Schleck e Contador autori in questa crono di un bellissimo duello. Forse solo nel 1989 quando Greg Lemond rubò per soli 8’’ la maglia gialla a Laurent Fignon una cronometro era stata così avvincente. Quel che è certo che quest’ultima cronometro ha dato (almeno nei primi chilometri) più emozioni dei Pirenei.

Tutti gli addetti ai lavori davano il lussemburghese per spacciato invece il giovane leader della Saxo Bank ha dato davvero del gran filo da torcere al fenomeno spagnolo. Al chilometro 22 Schleck ha raggiunto il suo vantaggio massimo: 5 secondi. Nei chilometri successivi, nonostante la difficoltà a mantenere la posizione, Contador è riuscito a mettere un rapporto più duro fondamentale recuperare secondo dopo secondo. Alla fine Andy Schlek chiude in 1h 07’ 10’’, Alberto Contador, che vince per la terza volta il Tour de France, in 1h 06’ 39’’ .

Alla fine i due grandi protagonisti del Tour sono divisi da 39 beffardi secondi, proprio quelli guadagnati dallo spagnolo, approfittando del salto di catena del lussemburghese. All’arrivo le lacrime di delusione  Andy Schleck si confondono con lacrime di gioia di Alberto Contador, che in più di un’occasione ha temuto davvero di perdere la maglia gialla. Oggi il Tour è stato davvero onorato alla faccia di chi ieri lo considerava già chiuso.

Domani passerella conclusiva sui Campi Elisi. Con Contador in maglia gialla, Chartreau in maglia a pois, Schleck in maglia bianca, ci sarà da assegnare oltre all’ultima tappa anche la maglia verde per ora sulle spalle di Petacchi.

Sabato 24 luglio 2010
Tour de France, diciannovesima tappa
Bordeaux –  Pauillac (52 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Fabian CANCELLARA
Saxo Bank 1h00’56”
(media 52 km/h)
2. Tony MARTIN
HTC-Columbia a 17″
3. Bert GRABSCH
HTC-Columbia a 1’48”
4. Ignatas KONOVALOS
Cérvelo a 2’34”
5. David ZABRISKIE
Garmin a 3’00”

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Alberto CONTADOR
Astana 89h16’27”
2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 39″
3. Denis MEN’ŠOV Rabobank a 2’01”
29. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini a 56’53”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 213
2. Thor HUSHOVD Cérvelo 203
3. Mark CAVENDISH
Team Htc-Columbia 197

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 143
2. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 128
3. Andy SCHLECK
Saxo Bank 116

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 89h17’06”
2. Robert GESINK
Rabobank a 8’52”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 11’15”

Nicola Sbetti