CONTADOR CONTRO TUTTI, ATTO IV°

Sabato scatta la 98a edizione del Tour de France: lo spagnolo è, ancora una volta, il principale favorito.

La novantottesima edizione del Tour de France scatta sabato dalla Vandea con un favorito d’obbligo: Alberto Contador. Questo moderno cannibale, più volte al centro di inchieste e veleni, ha letteralmente dominato il Giro d’Italia, vinto con oltre sei minuti di margine su Vincenzo Nibali, e punta ora a conquistare la quarta Grande Boucle della carriera, che gli consentirebbe oltretutto di realizzare quella magica doppietta Giro-Tour assente dai trionfi di Pantani nel 1998. Per quanto apparentemente la sua Saxo Bank non sembri la squadra più forte ai nastri di partenza, soprattutto se paragonata alla Leopard o alla RadioShack, la superiorità atletica e tattica dimostrata dal madrileno nell’ultima corsa rosa è tale da consegnargli ancora una volta i ranghi di favorito assoluto, lasciando agli altri, perlomeno in apparenza, l’onere di inseguire.

Già, gli altri. Su un percorso quanto mai povero di cronometro (cronosquadre di 23 km il secondo giorno e individuale di 41 il penultimo), la corsa si farà sulle montagne: Luz Ardiden, l’Aubisque, Plateau de Beille, il Galibier, da affrontare per ben due volte, Sestriere e l’Alpe d’Huez saranno i giudici inappellabili per le speranze dei vari Andy Schleck, Ivan Basso, Robert Gesink, Samuel Sánchez e Cadel Evans. Il lussemburghese, con al fianco il fidato fratello Fränk, il sempre più brillante Jakob Fuglsang e la locomotiva di Berna Fabian Cancellara , è probabilmente il rivale più accreditato di Contador, ma dovrà veramente cercare di fare una sua corsa, senza accontentarsi di agire di rimessa rispetto alle azioni del madrileno. Ivan Basso si è preparato appositamente per questo appuntamento, pur con una caduta in uno stage in Sicilia che gli ha rallentato la preparazione: tuttavia, il varesino sembra tranquillo e motivato come non mai e ha al suo fianco un team che farà buona figura sia nella cronosquadre, sia sulle montagne. Gesink, Sánchez ed Evans sono probabilmente un gradino sotto nella griglia dei pronostici rispetto agli atleti citati finora: l’olandese, brillante scalatore, è migliorato molto anche a cronometro e avrà al suo fianco quel Bauke Mollema sorprendentemente quinto all’ultimo Giro di Svizzera. Sánchez, alla ricerca disperata del primo podio al Tour, guida una Euskaltel-Euskadi la cui età media è in drammatica crescita, ma che non mancherà certo di attaccare ad ogni occasione, nella migliore tradizione basca; Cadel Evans, maglia gialla per un giorno e gomito fratturato nella scorsa edizione del Tour, ha guadagnato negli anni un certo credito con la sorte, perlomeno per quanto riguarda le corse a tappe, e chissà mai che questa non sia l’occasione buona per fare l’impresa inseguita da una vita.

Possibili outsider per la classifica generale sono l’eterno Levi Leipheimer, carattere poco apprezzato ma regolarissimo tanto in montagna quanto a cronometro, nonché vincitore dell’ultimo Tour de Suisse e col vantaggio di avere al suo fianco una squadra davvero forte (Brajkovic, Klöden, Popovich giusto per citarne tre); Damiano Cunego è l’eterno punto interrogativo, perennemente bello ma sfortunato, sempre combattuto tra le corse di un giorno e quelle a tappe, ma l’ottima condizione intravista in Svizzera lascia ben sperare anche per questa Grande Boucle; e poi Van den Broeck, Vinokourov, Wiggins, Roche, Velits, chi all’ultima chiamata di una gloriosa carriera, chi chiamato alla conferma di un risultato insperato e chi a caccia, per la prima volta, del risultato che vale una vita.

Ma il Tour non è solo montagne e classifiche: come dimenticare infatti lo spettacolo delle volate? Mark Cavendish è l’equivalente di Contador per gli sprint, un cannibale, un dominatore, un padrone assoluto. Anche in questo settore la concorrenza è ampia: dall’immortale Alessandro Petacchi a Tyler Farrar, dal campione del mondo Thor Hushovd a Tom Boonen, dall’emergente Romain Feillu al tedescone André Greipel, per il ragazzo dell’Isola di Man non sarà facile piegare questa serie agguerrita di rivali.

E infine gli uomini da un giorno, siano essi cronoman formidabili come il già citato Fabian Cancellara e il britannico David Millar, o affermati talenti delle corse in linea come Philippe Gilbert ed Alexandr Kolobnev, o giovani attaccanti come il trentino Daniel Oss e lo stellare Edvald Boasson Hagen: nessuna ambizione di classifica per loro e nessuna possibilità di sfidare Cavendish in volata, per cui questi atleti dovranno inventarsi qualcosa in quella lunga serie di tappe intermedie che non saranno appannaggio né degli scalatori, né dei velocisti.

Dunque, l’imminente Tour de France si prospetta davvero ricco di spunti di interesse: sin dalle primissime tappe, capiremo se sarà un duopolio Contador-Cavendish o se invece si combatterà fino all’ultimo giorno per tutti i traguardi.

TOUR: UN DUELLO D’ALTRI TEMPI SUL TOURMALET

Si consuma sul Tourmalet il duello tra Andy Schleck e Alberto Contador: nulla di fatto tra i due con lo spagnolo che resiste al ritmo del lussemburghese. Un eroico Samuel Sanchez difende il terzo posto dopo una caduta spaventosa.

Andy Schleck e Alberto Contador
Foto: Ansa.it

174 km tra Pau e il Col du Tourmalet, attraverso il Marie Blanque e il Soulor: la diciassettesima tappa sa molto di ultima chiamata per gli scalatori, e di ultima occasione per Andy Schleck, visto che a partire da domani non ci sarà più nemmeno un gran premio della montagna, ma solo tanta, tanta pianura, tra cui un’interminabile e decisiva cronometro. Solamente una frazione nella storia del Tour si era conclusa sulla montagna simbolo dei Pirenei: era il 1974 e vinse Jean-Pierre Danguillaume, brillante scalatore d’Oltralpe.

Pronti via, e sette corridori vanno subito in fuga, senza che il gruppo reagisca. Si tratta del giovane sloveno Kristjan Koren (Liquigas-Doimo), del vicecampione mondiale in carica Alexandr Kolobnev (Team Katusha), del tedesco Marcus Burghardt (BMC), del basco Rubén Pérez (Euskaltel-Euskadi), del provenzale Rémi Pauriol (Cofidis) e della coppia in forza al Team Sky composta dall’esperto Juan Antonio Flecha e dalla giovane stella Edvald Boasson Hagen. Un plotone ben assortito, tra passisti di valore come Flecha e Burghardt, corridori completi come Boasson Hagen e Kolobnev, e con il giovane Kristjan Koren, quinto al Giro d’Italia dilettanti nel 2009, che mette in mostra le sue abilità di scalatore. Sul Marie Blanque tuttavia, prima difficoltà di giornata, anche Carlos Sastre (Cervélo), uno dei grandi delusi di questo Tour, fuoriesce dal gruppo, rimontando minuti su minuti ai fuggitivi; il ragazzo madrileno non riesce però a riacciuffare la testa della corsa, e ai piedi del Tourmalet viene raggiunto dal plotonedella maglia gialla, condotto dagli uomini Rabobank di Menchov e dai Saxo Bank di Andy Schleck.

Davanti, il vantaggio all’imbocco del Tourmalet è superiore ai tre minuti: Kolobnev e Burghardt, sin dai primi chilometri, riescono a fare la differenza, staccando i compagni di avventura. Dopo una serie di tentativi, il russo si libera del tedesco e resta da solo al comando. Ai dieci chilometri dall’arrivo, uno scatto senza troppe pretese dello spagnolo Barredo (Quick Step) scatena la bagarre: si sposta Jakub Fulgsang, ultimo gregario di Schleck, e la maglia bianca inizia un forcing deciso, senza voltarsi mai, per mettere in difficoltà tutti gli altri big. In breve tempo, il lussemburghese e Contador restano da soli all’inseguimento di Kolobnev, con lo spagnolo che non cede un metro. Quando mancano otto chilometri alla conclusione, il duo che sta dominando questo Tour raggiunge Kolobnev, con Schleck, sempre seduto in sella, che mantiene un ritmo alto ma regolare, mentre Contador, agile e sui pedali, gli sta a ruota. Tra due ali di folla, la sfida va avanti, senza che la maglia gialla dia mai un cambio al rivale, senza che ceda un metro; anzi, ai -4 la maglia gialla cerca addirittura un allungo, ma anche lui non riesce a fare la differenza. Vengono in mente le immagini di tanti duelli che hanno segnato la storia del ciclismo, Fignon contro Lemond al Tour 1989, Pantani contro Tonkov al Giro 1998, tanto per citarne un paio. Si va avanti così, fino in cima, Schleck davanti e Contador dietro, e Schleck davanti e Contador dietro è anche l’ordine d’arrivo della tappa, con lo spagnolo che non si impegna a mille nello sprint, quasi volesse riscattare la propria immagine offuscata dalle vicende di Bagnères-de-Luchon. Scesi di bicicletta, i due amici-rivali si abbracciano e si complimentano vicendevolmente, un gesto degno dei due grandi campioni che sono. Dietro ci vuole 1’18’’ prima che un altro corridore esca fuori dalla foschia e dalla pioggia, con Joaquín Rodriguez (Team Katusha) che coglie la terza posizione.  Resta solo la cronometro di sabato, ma Contador, pur avendo solo 8’’ di margine, è a questo punto nettamente favorito sul lussemburghese, che nelle prove contro il tempo paga dazio allo spagnolo.

Domani 198 km assolutamente piatti tra Salies-de-Béarn e Bordeaux: Cavendish, Hushovd e Petacchi affilano le armi per un altro lotta allo sprint, una lotta che, per quanto affascinante, non potrà comunque essere paragonabile a quello vista oggi.

Giovedì 22 luglio 2010
Tour de France, diciassettesima tappa
Pau – Col du Tourmalet (174 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 5h03’29”
(media 34.4 km/h)
2. Alberto CONTADOR
Astana stesso tempo
3. Joaquim RODRÍGUEZ Team Katusha a 1’18”
4. Ryder HESJEDAL
Garmin a 1’27”
5. Samuel SÁNCHEZ Euskaltel-Euskadi a 1’32”
11. Damiano CUNEGO Lampre-Farnese Vini a 3’00”

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Alberto CONTADOR
Astana 83h32’39”
2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 8″
3. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi a 3’32”
29. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini a 51’56”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 191
2. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 187
3. Mark CAVENDISH
Team Htc-Columbia 162

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 143
2. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 128
3. Andy SCHLECK
Saxo Bank 116

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 83h32’47”
2. Robert GESINK
Rabobank a 6’33”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 10’04”

Marco Regazzoni

IL TOUR DEI FRANCESI CONTINUA CON FÉDRIGO

Nulla di fatto nel tappone pirenaico che ha portato per la prima volta in questo Tour sul Tourmalet.

Perrick FedrigoTante montagne, tanta fatica, ma anche tanta pianura prima di giungere al traguardo di Pau, città dove hanno trionfato negli anni Binda, Coppi, Gimondi, Hinault, Chiappucci e molti altri atleti. Prima il Peyresourde, poi l’Aspin, quindi il Tourmalet, infine l’interminabile Aubisque, al termine del quale mancano 60 chilometri di discesa e pianura per arrivare nel capoluogo del dipartimento dei Pirenei atlantici.

Già sulle rampe della prima ascesa di giornata, poco dopo il via, la corsa si incendia: scattano anche uomini di medio-alta classifica come Roman Kreuziger (Liquigas-Doimo), Ryder Hesjedal (Garmin) e altri atleti di buon livello come Sastre, Armstrong e Wiggins, costringendo l’Astana a mantenere un ritmo davvero alto in testa al gruppo. Per dare un’idea della situazione, a 160 km dal traguardo ci sono dieci atleti in testa alla corsa con una trentina di secondi sul plotone maglia gialla, che però è composto unicamente da quindici atleti, visto che anche alcuni big si sfilano, per quanto rientrino nella discesa successiva.  Sul Tourmalet si mischiano nuovamente le carte: il plotone principale, grazie alle tirate dell’Omega Pharma-Lotto di Van den Broeck, riprende buona parte dei fuggitivi. Davanti resta solo l’indomabile Lance Armstrong (RadioShack), ma gradualmente lo raggiungono il suo compagno di squadra Chris Horner, il veronese Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini), Sandy Casar (Française des Jeux), il lituano Ignatas Konovalovas (Cervélo), l’altro francese Pierrick Fédrigo (Bbox Bouygues Telecom) e due coppie: Christophe Moreau e Rubén Plaza per la Caisse d’Epargne, Carlos Barredo e Jurgen Van de Walle per la Quick Step. La fuga, ben assortita e senza elementi pericolosi per la classifica generale, ha finalmente il via libera del gruppo. Lo stesso Armstrong è tra i più attivi nel plotone di testa, intenzionato a riscattare con una vittoria di tappa un Tour fin qui deludente e sfortunato. Konovalovas si stacca sulle rampe dell’Aubisque, e ai 45 km dall’arrivo scatta Barredo: all’inizio nessuno ci dà troppo peso, sembra un’azione priva di razionalità tattica visto che dietro ci sono nove atleti (otto, se non consideriamo il suo compagno) intenzionati a vincere la tappa. Eppure, il ragazzo di Gijón guadagna prima 15, poi 20, poi 40 secondi, e sembra che nessuno sia in grado di andare a riprenderlo: solamente sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, grazie ad una trenata di Moreau, il suo folle sogno si spezza, e a lui non resta che tirare pugni sul manubrio per la delusione. Si arriva così in volata, dove Pierrick Fédrigo, uno dei più veloci del plotoncino, si impone senza troppi problemi davanti a Sandy Casar, già vincitore pochi giorni fa,  mentre per l’ennesima volta Damiano Cunego non riesce a concretizzare quanto di buono fatto in precedenza, chiudendo al quarto posto. Per Fédrigo si tratta del terzo successo in carriera al Tour de France, dopo una frazione  vinta lo scorso anno e una nel 2006, ponendo un altro sigillo su quello che si configura sempre di più, almeno a livello di tappe, come il Tour dei francesi, al sesto successo in questa edizione. Il gruppo principale arriva ad oltre sei minuti, col norvegese Thor Hushovd capace di conquistare punti preziosi che gli permettono di riprendersi la maglia verde ai danni di Petacchi. Di questo plotone non fa parte Ivan Basso, colpito da una broncotracheite che lo costringe in coda alla corsa per tutto il giorno, facendolo uscire definitivamente di classifica.

Domani il secondo giorno di riposo, mentre giovedì ci saranno le ultime montagne, l’ultima possibilità di far male prima che la cronometro di sabato sistemi definitivamente la classifica: da Pau, attraverso il Marie Blanque e il Soulor, lo spettacolare arrivo in quota sul Tourmalet già affrontato oggi, 18.6 km di ascesa al 7.5%.

Martedì 20 luglio 2010
Tour de France, sedicesima tappa
Bagnères-de-Luchon – Pau (199.5 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Pierrick FÉDRIGO
Bbox Bouygues Tlc 5h31’43”
(media 36.1 km/h)
2. Sandy CASAR
Française des Jeux stesso tempo
3. Rubén PLAZA Caisse d’Epargne stesso tempo
4. Damiano CUNEGO
Lamp’re-Farnese Vini stesso tempo
5. Christopher HORNER
RadioShack stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Alberto CONTADOR
Astana 78h29’10”
2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 8″
3. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi a 2’00”
27. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 37’18”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 191
2. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 187
3. Mark CAVENDISH
Team Htc-Columbia 162

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 143
2. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 128
3. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini 99

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 78h29’18”
2. Robert GESINK
Rabobank a 4’53”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 7’50”

Marco Regazzoni

TOUR: CASAR BEFFA CUNEGO, SCHLECK IN GIALLO

Andy Schleck e Alberto Contador all’attacco, Cadel Evans che soccombe al gomito fratturato domenica. Tutto in una tappa

Sandy Casar
Foto:Ansa.it

Il Tour de France saluta le Alpi con il più classico dei tapponi: lunga 209 km, la nona frazione va da Morzine-Avoriaz fino a Saint-Jean-de-Maurienne, ad una trentina di chilometri dal Frejus, attraverso cinque gran premi della montagna. Tra questi, spiccano il Col de la Colombiére, 16.5 km al 6.7% da scalare nella primissima parte di giornata, e il Col de la Madeleine, 25.5 km di ascesa al 6.2% di pendenza media. Questa montagna, affrontata per la ventitreesima volta nella storia della Grande Boucle, termina a 35 km dall’arrivo, buona parte dei quali sono di rapidissima discesa.

Il gruppo, dopo il giorno di riposo, si trova dunque ad affrontare una tappa lunga ed impegnativa, che potrebbe contribuire a rivoluzionare nuovamente la classifica generale.

Dal primo metro di corsa è subito bagarre, con scatti e controscatti mirati a portar via la fuga di giornata: dopo vari tentativi, riescono nell’intento undici corridori. Si tratta del passistone tedesco Jens Voigt (Saxo Bank), del cacciatore di tappe Sandy Casar (Française des Jeux), della maglia a pois Jérôme Pineau (Quick Step), della maglia verde Thor Hushovd (Cervélo Test Team), che però si stacca già sulla Colombiére, del tedesco Johannes Fröhlinger (Team Milram), della coppia in forza alla Bbox Bouyges Telecom composta da Anthony Charteau e Cyril Gautier, del “vecchio” Cristophe Moreau (Caisse d’Epargne), assieme ai compagni di squadra Luis León Sánchez e José Iván Gutiérrez, e del toscano Rinaldo Nocentini (Ag2r-La Mondiale), finalmente all’attacco dopo un avvio di stagione molto tormentato. Durante la discesa della Colombiére, l’estone Rein Taaramäe (Cofidis) e il veronese Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini) rientrano sui fuggitivi, al termine di un dispendioso inseguimento. Il vantaggio del plotoncino al comando non sale mai sopra i 6’, visto che gli uomini della BMC di Evans, in particolare Alessandro Ballan e Brent Bookwalter, lavorano alacremente.

Sulla Madeleine, la fuga perde pezzi: molti corridori non digeriscono questa salita lunga e irregolare, e dunque davanti resta solamente un quartetto composto da Casar, Luis León Sánchez, Charteau e Cunego. Nel gruppo della maglia gialla, gli Astana fanno il ritmo per favorire Contador, mentre si stacca subito un irriconoscibile Carlos Sastre (Cervélo). Nel giro di pochi chilometri, quando ne mancano 40 alla fine, il lavoro forsennato della squadra kazaka produce un’altra vittima eccellente: la maglia gialla Cadel Evans (BMC) è infatti in netta difficoltà, e perde contatto dai suoi rivali, a cause delle folli trenate di Paolo Tiralongo e Daniel Navarro. Proprio lo spagnolo riesce quindi a fare il buco: al termine del suo lavoro, restano assieme solo il capitano Contador e il suo principale avversario, ovvero Andy Schleck, con i restanti big in difficoltà; alcuni, come Sastre ed Evans, sono in crisi nera; altri, come Basso e un recuperato Armstrong, si difendono meglio. La faccia di Evans, stravolta come non mai, dà l’idea della fatica che i corridori vivono su queste impegnative ascese. Basso invece, pur perdendo un paio di minuti dai due dominatori, non sembra mai in completo affanno, ma riceve poca collaborazione da Armstrong, Van den Broeck e dagli altri componenti del suo gruppetto, oltre a non aver potuto contare sul compagno Kreuziger, “desaparecido” troppo presto. Contador e Schleck, dopo qualche dissidio iniziale, salgono con regolarità, aiutati nel finale della Madeleine da Jens Voigt, gregario del lussemburghese e reduce della fuga, che dopo l’ultimo sforzo si pianta letteralmente, come quegli splendidi cani da slitta che tirano per il loro leader fino allo sfinimento. In discesa, i quattro in fuga, grazie soprattutto al lavoro di Casar, riescono a mantenere un vantaggio sicuro, pur perdendo qualcosa, sulla coppia all’inseguimento, che raggiunge l’ex fuggitivo Moreau: ma quando finisce la discesa, e il francese smette di tirare, gli altri tre non riescono ad imprimere un ritmo deciso e così, metro dopo metro, il terzetto di Contador rimonta clamorosamente, riagganciandoli ai 700 metri dal traguardo.

Allo sprint, il favorito dovrebbe essere Damiano Cunego, anche perché non ha praticamente tirato un metro da quando si è ricongiunto con i fuggitivi: tuttavia, Casar lo anticipa, sfruttando ottimamente una curva posta ai 150 metri dal traguardo, e per il veronese non c’è nulla da fare, se non accontentarsi di una mesta terza posizione. Sandy Casar, trentunenne di Mantes-la-Jolie, vince così meritatamente questa tappa, cogliendo il sesto successo di una più che dignitosa carriera che lo ha sempre visto protagonista nei grandi giri, mentre Andy Schleck conquista la sua prima maglia gialla. Il Tour sembra ormai una lotta a due tra il lussemburghese e Contador, divisi da una manciata di secondi, mentre per gli altri i distacchi si contano a minuti.

Domani la decima frazione: 179 km tra Chambéry e Gap, caratterizzata da tre gran premi della montagna (tra cui un prima categoria) e adattissima per le fughe da lontano.

Martedì 13 luglio 2010
Tour de France, nona tappa
Morzine-Avoriaz – Saint-Jean-de-Maurienne (209 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Sandy CASAR Française des Jeux 5h38’10″
(media 36,3 km/h)
2. Luis León SÁNCHEZ
Caisse d’Epargne stesso tempo
3. Damiano CUNEGO
Lampre-Farnese Vini stesso tempo
4. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne a 2″
5. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 43h35’41”
2. Alberto CONTADOR Astana a 41″
3. Samuel SÁNCHEZ
Euskaltel-Euskadi a 2’45
10. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 5’09”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 118
2. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini
114
3. Robbie MCEWEN
Team Katusha 105

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Anthony CHARTEAU Bbox Bouygues Tlc 85
2. Jérôme PINEAU
Quick Step 85
3. Christophe MOREAU
Caisse d’Epargne 62

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 43h35’41”
2. Robert GESINK
Rabobank a 4’22”
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 5’11”

Marco Regazzoni

TOUR: SULLE PRIME MONTAGNE NUOVA IMPRESA DI CHAVANEL

Sylvain ChavanelDopo una settimana di corsa, il Tour de France assaggia finalmente le grandi montagne: quest’anno le Alpi vengono affrontate per prime, anche se saranno i Pirenei, da scalare nella seconda metà di corsa, ad offrire le ascese più impegnative. I 166.5 km tra Tournus e Station des Rousses presentano sei gran premi della montagna: nei primi cento chilometri, due di terza categoria e uno di quarta; nel finale, tre di seconda categoria, ovvero la Côte du Barrage Vauglans (scollinamento a 57 km dal traguardo), il Col de la Croix de la Serra (-30 km) e infine la Côte de Lamoura, 14 km di ascesa al 5% di pendenza media, con la vetta posizionata a 5000 metri dall’arrivo. Il paese dove si conclude la tappa, Station des Rousses, è una stazione sciistica situata nel cuore del Giura, a pochi passi dalla Svizzera, e ospita il Tour de France per la prima volta nella storia.

Ancora una volta, appena il direttore di corsa Preudhomme sventola la bandiera che dà il via alla frazione, si scatena la bagarre. Cinque corridori riescono sin da subito ad avvantaggiarsi: si tratta della maglia a pois Jérôme Pineau (Quick Step), intenzionato a difendere la sua divisa di miglior scalatore; del valente passista tedesco Christian Kness (Team Milram); del francese Samuel Dumuolin (Cofidis), 158 cm di grinta e velocità; dell’esperto tedesco Danilo Hondo (Lampre-Farnese Vini), apripista di Petacchi nelle volate e vincitore di due tappe al Giro d’Italia 2001; e del basco Rubén Pérez, corridore completo in forza alla Euskaltel-Euskadi. Il gruppo inizialmente lascia fare, l’unico atleta che tira con un certo vigore è Stuart O’Grady, gregario della maglia gialla Cancellara alla Saxo Bank. Successivamente, è la BBox Bouygues Telecom, squadra esclusa dalla fuga iniziale, a prendere in mano le redini della corsa, facendo scendere il vantaggio dei fuggitivi, per preparare l’attacco del capitano Thomas Voeckler, che avviene puntualmente sulle rampe della Croix de la Ferra: seguendo l’azione del campione nazionale francese, una decina di atleti esce dal gruppo, tra i quali Rafael Valls (Footon-Servetto), Juan Manuel Garate (Rabobank) e Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini). Nel giro di pochi chilometri, questo plotoncino raggiunge i fuggitivi, che si staccano ad uno ad uno, ma viene a sua volta raggiunto da un’azione straordinaria di Sylvain Chavanel (Quick Step), già vincitore della seconda tappa. Lo stesso Chavanel, incurante del caldo asfissiante, saluta la compagnia sull’ultima ascesa, mentre nel gruppo principale la maglia gialla Fabian Cancellara, dopo lunghi chilometri passati a fare da elastico, perde definitivamente contatto, accumulando minuti su minuti: anche il secondo in classifica Geraint Thomas (Team Sky) cede, mentre tutti i big resistono senza fare azioni significative. Chavanel va così a compiere l’impresa forse più straordinaria della sua carriera: vince per la seconda volta una tappa in questo Tour (la terza della carriera), riconquistando quella maglia gialla che aveva perso a causa delle forature sul pavé di Arenberg. Un’impresa ancora più grande se si pensa che questo corridore, all’ultima Liegi-Bastogne-Liegi, aveva rimediato una commozione cerebrale e diverse fratture dentarie che avrebbero potuto compromettergli l’intera stagione. Per la sua squadra, la Quick Step, una giornata da incorniciare, visto che il compagno Jérôme Pineau rafforza il primato nella classifica dei gran premi della montagna.

Domani è il giorno del primo arrivo in salita: 189 km da Station des Rousses a Morzine, attraverso due salite di quarta categoria, una di terza, il Col de Ramaz (prima categoria, vetta ai -30) e il traguardo di Morzine, al termine di un’ascesa lunga oltre 13 km al 6.1% di pendenza media.

Sabato 10 luglio 2010
Tour de France, settima tappa
Tournus – Station des Rousses (165.5 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Sylvain CHAVANEL Quick Step 4h22’52”
(media 37,8 km/h)
2. Rafael VALLS FERRI
Footon-Servetto a 57″
3. Juan Manuel GARATE
Rabobank a 1’27”
4. Thomas VOECKLER
Bbox Bouygues Tel. a 1’40”
5. Mathieu PERGET Caisse d’Épargne stesso tempo

10. Eros CAPECCHI Footon-Servetto a 1’47”

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 33h01’23”
2. Cadel EVANS BMC a 1’25”
3. Ryder HESJEDAL
Garmin a 1’32”
27. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 4’06”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 118
2. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini
114
3. Robbie MCEWEN
Team Katusha 105

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Jérôme PINEAU Quick Step 44
2. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 36
3. Mathieu PERGET
Caisse d’Epargne 28

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Andy SCHLECK
Saxo Bank 33h03’18”
2. Roman KREUZIGER
Liquigas Doimo a 1’15”
3. Rafael VALLS FERRI
Footon-Servetto a 1’44”

Marco Regazzoni