DERBY AL PIANORO, IL MALTEMPO FERMA IL KINGSROVE

La quarta e penultima giornata d’andata del campionato italiano di serie A di cricket permette ai campioni in carica del Pianoro di ipotecare l’accesso alla finale, mentre la rincorsa al vertice del Kingsgrove Milano viene rallentata da un acquazzone riversatosi sul campo dell’ippodromo di Capannelle, proprio quando l’incontro si stava incanalando verso binari favorevoli ai meneghini. In serie B proseguono invece la fuga dei Lions Brescia e la rincorsa del Latina Lanka, con il Venezia che, superando il Genoa, si candida a terza forza.

 

Bologna 159 perde da Pianoro 162/2

Con la vittoria nel derby bolognese, il Pianoro esaurisce il proprio girone imbattuto a quota 70 punti, frutto di quattro vittorie (senza perdere punti bonus per strada) e un pareggio. Domenica prossima potrà serenamente attendere il risultato della sfida di Settimo Milanese fra i Kingsgrove e il Trentino, per capire chi sarà il suo principale rivale nella corsa al titolo.

Vincere il derby felsineo, anche per una squadra schiacciasassi come il Pianoro, non è mai stato facile: storicamente, infatti, i cugini bolognesi sono sempre stati capaci di mettere in difficoltà Jayasena e compagni. Domenica, però, i lanciatori pianoresi – Hasan, Silvalingaperumal e Minghetti su tutti – sono riusciti a limitare a 159 le corse rossoblù, un target facilmente raggiunto grazie alla strepitosa prestazione di Jayasena (73 not out) e Silvalingaperumal (55 not out).

 

Capannelle 120 pareggia con Kingsgrove Milano 65/2 per pioggia

Trasferta amara nella capitale per i Kingsgrove Milano: il Capannelle, nel suo inning in battuta, ottiene un target insoddisfacente e deve ringraziare Ghoulam e Tushara se riesce a raggiungere quota cento. Incredibile, per certi versi, la caduta degli ultimi wicket romani, avvenuti sull’unico over di lancio di Fabio Marabini. Dopo altrettante wides, tre palle lente apparentemente innocue si rivelano letali per i battitori romani (persino per un giocatore esperto come Da Costa) che vengono eliminati per la troppa foga di colpire la palla.

L’inning in battuta dei milanesi comincia con cautela: gli openers Alì e Abewickrama sono più attenti a non perdere wicket, di fronte ai forti lanciatori romani, che a macinare punti. A un quarto di gara, con Milano che aveva già raggiunto quota 65, sul campo si scatena un forte temporale che costringe giocatori, arbitri e pubblico a stringersi sotto le due tettoie del campo per trovare riparo. Nonostante qualche schiarita, la pioggia ritorna e, contrariamente alla voglia dei giocatori (soprattutto milanesi) di tornare in campo, non ci sono le condizioni per lanciare e battere in sicurezza. Per regolamento, quindi, la partita finisce con un pareggio che complica non poco le velleità dei Kingsgrove e consente al Capannelle di abbandonare l’ultimo posto in classifica.

 

Serie B

Come pronosticato, nessun problema per i fortissimi Lions Brescia che nel primo inning in battuta fanno registrare ben 292 runs e al lancio limitano lo Sri Lanka Milano a quota 139. Vittoria facile per nove wicket anche per il Latina Lanka che concede solo 112 runs al fanalino di coda Casteller, mentre il Venezia si impone per 95 runs sul Genoa, superandolo in classifica.

ALLA CACCIA DEL MAGNIFICO SETTE

Alla scoperta del Partizan Belgrado, che alla Final Four di Eurolega proverà a conquistare la settima Coppa dei Campioni della sua storia.

Un inizio difficile, difficilissimo. Poi la ripresa. E, infine, il decollo. E il finale come sarà? Tutto da scoprire, impossibile da pronosticare con certezza matematica. Delle quattro partecipanti alla Final Four di Eurolega che verrà ospitata a Roma il 3 e 4 giugno, il Partizan Belgrado è certamente quella meno facile da decifrare. Non sono, invece, un mistero le intenzioni dei serbi: nello specchio d’acqua del Foro Italico cercheranno di portare a casa l’ambito trofeo. Se così fosse, il Partizan raggiungerebbe a quota sette il Mladost, avversario in semifinale.

E pensare che, fin dagli inizi, l’avventura continentale non prometteva nulla di buono: subito una sconfitta (10-8) proprio contro il Mladost, poi un sofferto pareggio – per giunta a Belgrado – contro il Club Natació Barcelona. La qualificazione non era affatto compromessa, ma un solo punto in due partite non era degno di una squadra con grandi tradizioni. Poi, la svolta: pur senza particolari acuti, gli uomini di Igor Milanović, leggenda vivente della pallanuoto con 540 gol segnati in nazionale, battono (9-7) l’Olympiakos alla piscina del Pireo. E, da questo momento, non perdono un solo incontro. Bissano il successo contro i greci, ridotti ai minimi termini. E, soprattutto, vendicano la sconfitta di Zagabria segnando addirittura quattordici reti al Mladost (14-7 il finale). Il primo posto, e la qualificazione ai quarti di finale, è cosa fatta.

Ancor più trionfale il cammino nel turno successivo: sei vittorie in altrettante partite, esattamente come la Pro Recco. I bianconeri dominano incontrastati un girone particolarmente difficile, che li vedeva opposti ai croati dello Jug Dubrovnik e ai montenegrini dello Jadran Herceg Novi e del Budva. Ma il calendario impegnativo si è rivelato poco più di una formalità. Decisivo il 13-10 con cui i serbi hanno sbancato l’avveniristica piscina della città dalmata. E, dopo essersi dovuto accontentare del terzo posto un anno fa a Napoli, il Partizan tenta nuovamente di realizzare il sogno proibito.

Il punto di forza di Igor Milanović potrebbe essere il grande affiatamento dei suoi giocatori: molti di loro, infatti, figurano sempre nella nazionale guidata da Dejan Udovičić che, in un anno, ha cambiato un solo elemento. Il principale spauracchio delle difese avversarie si chiama Andrija Prlainović: 24 anni, pedina inamovibile della nazionale, ha segnato venti reti nell’attuale Eurolega. Tante quante ne ha realizzate il centroboa Duško Pijetlović, di due anni più anziano, perfetto terminale offensivo. E se le sedici marcature dell’immortale Vujasinović, ex Roma e Recco, non fanno notizia, la vera rivelazione è il ventenne Miloš Ćuk, andato in gol per tredici volte. Al di sotto delle aspettative, invece, il contributo di Theodoros Chatzitheodorou: arrivato a Belgrado dopo quindici anni al servizio dell’Olympiakos, l’universale greco ha segnato solamente quattro reti. Chissà che non si svegli proprio nel finale di stagione.

VINCE LO SPORT. E LA PIOGGIA.

Tutto è bene quel che finisce bene. Dopo il pasticcio della prima giornata, in cui erano state affibbiate pene sproporzionate rispetto al danno, sono stati riassegnati i punti a tutte le squadre che hanno fatto ricorso, una decisione che ha permesso di ristabilire il verdetto dei campi. La domenica del cricket italiano è stata però funestata dal maltempo, la pioggia ha infatti impedito lo svolgimento di ben tre gare su cinque tra serie A e serie B. Salta così il big match dell’Oval di Rastignano tra il Pianoro e il Trentino. Con le prime della classe costrette a dividersi i venti punti in palio, ne approfittano i Milan Kingsgrove che, forti anche del rientro dell’all rounder della nazionale italiana Roshendra Abewickrama, hanno sconfitto di 71 runs il Bologna Cricket Club. Domenica prossima il Capannelle, ancora in cerca della prima vittoria stagionale, ospiterà i ritrovati Kingsgrove, mentre sul campo Navile ci sarà il sentitissimo derby bolognese fra il Bologna C.C. e il Pianoro C.C.

 

Kingsgrove  287/9 batte Bologna 216

In una Milano in fibrillazione elettorale, nonostante il sabato piovoso si riesce a giocare. Il Bologna vince il sorteggio e decide di lanciare per primo. I Kingsgrove in battuta, pur continuando a palesare problemi con la palla nuova, centrano un ottimo innigs, raggiungendo il ragguardevole punteggio di 287 punti. Importanti in questo senso i rientri di Abewickrama (35) e Mainul Islam (24) che hanno garantito una partenza in sicurezza che ha consentito al nuovo arrivato Roshen Liyana Pathiranage di accelerare mettendo a segno la bellezza di 69 punti in nemmeno trenta palle. Decisive sul finale le 45 runs, not out del nazionale giovanile Adnan Mohammad. Per i lanciatori bolognesi da segnalare i due wicket di Abul, Alex e Sumayal Hoq.

La partita sembrava una dolce discesa per i padroni di casa, tanto più che dopo 14 overs, i 67 punti del Bologna erano già costati la perdita di ben 5 wicket. A quel punto però, la partnership record fra Opu (64) e Manjula (66), ridà speranza ai felsinei, almeno fino a che il giovanissimo fast bowler Alamin Mia non elimina Manjula. A quel punto la partita è di fatto chiusa perché i wicket cadono velocemente e il Bologna non riesce ad andar oltre quota 216.

Milano fa bottino pieno ma anche il Bologna può sorridere comunque per aver strappato 8 importantissimi punti bonus.

 

CLASSIFICA

Pos ASA Giocate V N P Bonus Lancio Bonus Battuta Punti
1 Pianoro 3 2 1 0 8 8 50
2 Trentino 3 2 1 0 8 4 46
3 Kingsgrove 2 0 1 1 4 6 22
4 Bologna 2 0 0 2 8 7 15
5 Capannelle 2 0 0 2 5 7 12

 

Vittoria 12 punti, incontro non effettuato 10 punti, bonus battuta 1/4, bonus lancio 1/4.

 

SERIE B

Anche in Serie B è la pioggia a farla da padrona, sia a Treviso, dove il Casteller sfidava lo Sri Lanka Milano, sia a Firenze, che ospitava l’incontro fra il Genoa e il Latina Lanka, il maltempo non ha concesso tregua. Fra mille peripezie e punteggi ricalcolati per pioggia, si è giocato solo a Brescia con i Lions, padroni di casa, che hanno sconfitto nettamente il Venezia C. C., portandosi in testa alla classifica pur avendo ancora una partita da recuperare. Nel prossimo turno la capolista ospita lo Sri Lanka Milano, il Genoa sfida il Venezia a Campalto mentre il Casteller andrà  alla ricerca del primo successo stagionale contro il Latina Lanka.

 

CLASSIFICA

Pos ASA Giocate V N P Bonus Lancio Bonus Battuta Punti
1 Brescia 2 2 0 0 8 8 40
2 Latina Lanka 3 1 1 1 8 8 38
3 Genoa 3 1 1 1 5 5 32
4 Venezia 3 1 0 2 10 8 30
5 Sri Lanka Milano 3 1 1 1 4 4 27*
6 Casteller 2 0 1 1 1 3 14

 

Vittoria 12 punti, incontro non effettuato 10 punti, bonus battuta 1/4, bonus lancio 1/4.

* Milano 3 punti di penalizzazione

 

(Si ringraziano, Fabio Marabini e Ranil Manjula)

L’OSSESSIONE DI RECCO

Alla scoperta del Mladost Zagabria, rappresentante della pallanuoto croata alla Final Four di Eurolega a Roma.

Più che a quello attuale, comunque pericoloso, l’attenzione della Pro Recco è rivolta al Mladost Zagabria del tempo che fu. Quello delle sette Coppe dei Campioni – oggi Eurolega – in bacheca, record continentale al quale aspirano i liguri adesso che la Final Four di Roma (3-4 giugno) si avvicina a grandi passi. Curiosità: i croati, in semifinale, saranno attesi da un’equilibrata sfida contro il Partizan di Belgrado, altra aspirante ad alzare al cielo la coppa dalle grandi orecchie per la settima volta nella sua storia.

La Hrvatski Akademija Vaterpolo Klub Mladost – parola che in croato significa “gioventù”, sorta di corrispondente balcanico della nostrana Juventus di calcio – vede la luce nel 1946 ed in breve tempo diventa una delle potenze della pallanuoto jugoslava: negli anni Sessanta vince tre campionati nazionali e, soprattutto, tre Coppe dei Campioni consecutive (1967, 1968 e 1969). E i trionfi proseguiranno anche quando, trenta anni dopo, la Croazia diventerà uno stato indipendente.

Il presidente Luka Miličić ha dotato il tecnico Vjekoslav Kobeščak – era in acqua nel 1996, anno dell’ultima affermazione continentale del Mladost – di una squadra altamente competitiva: proprio dalla Pro Recco è arrivato il campione premiato pochi mesi fa come miglior pallanotista dell’anno, Vanja Udovičić. Che, ironia della sorte, dovrà sfidare in semifinale i connazionali – ed ex compagni di squadra – del Partizan Belgrado. In fase offensiva, il punto di forza del Mladost è stato il gigante Petar Muslim (2 metri per 105 chili), ieri centroboa e oggi attaccante che milita nella nazionale campione d’Europa: fino ad oggi ha segnato 29 reti nell’Eurolega. La retroguardia può contare su due estremi difensori di indubbio valore come Pavić – le sue parate hanno regalato l’oro alla Croazia agli ultimi Europei – ed il macedone Perčinić. A proposito di nazionali: altri elementi di spicco sono Ivan Buljubašić, difensore con la passione per la saga di “Star wars”, ed i non più giovani Frano Karač (34 anni) ed Igor Hinić (36 anni), centroboa con trascorsi in Italia al Brescia.

L’unico neo è la discontinuità di risultati in Europa: dopo un brillante turno preliminare, chiuso al primo posto nel girone pur con qualche ombra (vedi la stringata vittoria ad Atene su un Olympiakos in preda ad una gravissima crisi economica e la disfatta – 14-7 – a Belgrado contro il Partizan), il bilancio dei quarti di finale è assai meno rassicurante. Al di là della doppia sconfitta patita contro la Pro Recco, la squadra si è arresa anche al Primorje Rijeka,  superato  poi nell’incontro di rivincita a Zagabria, con tanta fatica. E solamente un gol ha separato il Mladost da quelli che sarebbero stati due preoccupanti pareggi contro il Vasas Budapest, ultimo del girone con un misero punto. Quando, però, un allenatore può permettersi tutti quei campioni appena menzionati, tutto può succedere. Anche di tornare a vincere il trofeo dopo quindici anni di digiuno.

IL SUICIDIO TATTICO DI PREUD’HOMME

Con un atteggiamento fin troppo rinunciatario, il tecnico belga manca lo scudetto in Olanda.

Molti si ricorderanno sicuramente di questo portierone capace di affermarsi come uno dei migliori interpreti del ruolo a cavallo degli anni Ottanta e Novanta. In particolar modo l’apice della sua carriera venne raggiunto ai Mondiali americani del 1994, quando vinse il premio Jašin come miglior portiere della competizione.
Una volta appesi i guanti al chiodo nel 1999, decise poi di intraprendere la carriera di allenatore. Così, dopo una duplice esperienza allo Standard Liegi – guidato rispettivamente nella stagione 2001/2002 e nel biennio 2006/2008 – ed una al Gent, ecco lo sbarco, nel 2010, al Twente Enschede fresco Campione d’Olanda, squadra che guida tutt’oggi e con cui una settimana fa è stato in grado di vincere la KNVB Beker (equivalente della nostra Coppa Italia).

La vittoria in Coppa non ha però insegnato molto al tecnico belga che, giusto nel week-end, si è trovato a disputare una sorta di finale per la vittoria dell’Eredivisie proprio contro quell’Ajax appena battuto da pochi giorni.

Forte della possibilità di centrare due risultati su tre – guidando la classifica proprio davanti ai lancieri, infatti, ai Tukkers sarebbe bastato un pareggio per aggiudicarsi la vittoria finale – il buon Preud’homme ha deciso di utilizzare un approccio alla gara troppo attendista, spianando il campo alla vittoria dei ragazzi di Frank De Boer, campioni nazionali per la trentesima volta nella propria storia.

Il piano sembrava prevedere la costruzione di una sorta di Linea Maginot a protezione del portiere Mihajlov, il tutto cercando di salvaguardare uno 0- 0 che avrebbe garantito la vittoria. Per poter pensare di giocare novanta minuti arroccati in difesa, cercando di colpire gli avversari solo con attacchi saltuari, magari affidandosi alla qualità del trascinatore Theo Janssen, si devono possedere difensori tecnicamente validi, ed un’impalcatura tattica di livello. Mancando questi requisiti è difficile credere di poter reggere per un’ora e mezza di fronte ad un attacco da più di due goal di media a partita.

Esempio concreto: Mourinho a suo tempo si potè permettere di sfidare il Barcellona utilizzando Eto’o e Pandev quasi come terzini aggiunti, con dieci uomini pressoché sempre schierati dietro la linea del pallone, alla ricerca di una densità capace di chiudere tutti gli spazi sfruttabili dalla compagine di Guardiola. Potè farlo, perché forte di una linea difensiva composta da giocatori di livello assoluto, nonché da un gruppo globalmente di grandissima qualità e, soprattutto, registrato alla perfezione da un punto di vista tattico.

Cosa, questa, che invece non è sembrata poter essere applicabile anche in quel di Enschede: Rosales, Wisgherof, Douglas e Buysse sono solo onesti mestieranti del pallone. L’architettura tattica dei Tukkers nel suo complesso, poi, ha dimostrato non poche crepe.

Ci si aspettava dunque, e si sarebbe dovuto puntare, tutt’altro approccio. A onor del vero, l’inizio lasciava presagire ben altro: dopo pochi secondi Chadli centra un cross sul secondo palo per Ruiz, chiuso bene dalla parata di Vermeer.

Da lì in poi, il nulla: Twente arroccato nella propria metà campo cercando di andare a chiudere ogni singolo spiraglio agli avversari, dal canto loro incapaci di bucare la resistenza Tukkers. Il tutto fino al ventitreesimo minuto, quando escono lampanti le lacune ospiti: van der Wiel serve nel cuore dell’area un pallone su cui nessuno riesce ad intervenire. Sul secondo palo, intanto, spunta Siem de Jong che firma la prima delle sue reti con un piattone di prima intenzione. Mandando a monte il piano – folle – messo a punto da Preud’homme.