TOUR: L’INFERNO DEL PAVE’ PREMIA HUSHOVD

Ancora cadute nella terza tappa del Tour che sull’arrivo della foresta di Arenberg vede la vittoria di Thor Hushovd e la riconquista della maglia gialla da parte di Fabian Cancellara.

Tor HushovdLe immagini della partenza della terza tappa in linea del Tour de France sembrano riprese in un ospedale più che nella carovana di una corsa ciclistica: cerotti, bende e fasciature di ogni genere si contano a decine. Infatti, le prime frazioni della Grande Boucle sono state costellate da una serie incredibile di cadute. Domenica, si ricordano gli incidenti dovuti ad una curva a gomito posta ai 2000 metri dal traguardo e ad una folle mischia nella volata finale; ieri, la scivolata in discesa di Francesco Gavazzi, schivato da una motocicletta dalla quale però è fuoriuscito dell’olio che ha condotto a terra dozzine di atleti, col conseguente “sciopero” del gruppo, arrivato a passo d’uomo sul traguardo di Spa. I corridori sono letteralmente imbufaliti con l’organizzazione della corsa, e il sudafricano Robert Hunter (Garmin) riassume in una dichiarazione alla Gazzetta dello Sport lo stato d’animo di molti colleghi: “Non capisco perché siamo da queste parti: ci sono stati tre grandi giri ultimamente da queste parti e il gruppo ne è sempre uscito massacrato. Non si tratta di correre veloce e cadere, ma di strade strette, rotonde e isole pedonali. C’è grande stress per stare davanti perché le strade fanno schifo e immancabili arrivano le cadute.”

Il gruppo, che perde lo statunitense Chris Vandevelde (Garmin) e il campione nazionale olandese Nick Terpstra (Milram), riparte in una mattina nuvolosa da Wanze per dirigersi verso Arenberg-Porte du Hainaut,  soprannominata  “Porta dell’Inferno”,  perché il traguardo odierno è il simbolo della Parigi-Roubaix, della corsa che vede gli atleti sporcarsi di fango, di terra, forare, cadere e ripartire, ricordare quel ciclismo eroico che tanti rimpiangono. Dei 213 chilometri previsti, oltre 13 sono suddivisi in 7 settori di pavé, per la gioia…solo degli spettatori, probabilmente. Come sempre, pronti via e parte la fuga di giornata: i sette coraggiosi sono Ryder Hesjedal (Garmin), buon scalatore canadese; Stéphane Augé (Cofidis), esperto passista francese; Steve Cummings (Team Sky), plurimedagliato pistard britannico; Pavel Brutt (Team Katusha), biondo corridore russo sempre all’attacco; Imanol Erviti (Caisse d’Epargne), longilineo navarro; Roger Kluge (Milram), ventiquattrenne pistard tedesco, e Pierre Rolland (Bbox Bouygues Telecom), giovane grimpeur transalpino.

Quick Step e Liquigas sono le squadre che si impegnano maggiormente, evitando che il vantaggio dei fuggitivi acquisisca proporzioni allarmanti, ma poi, negli ultimi 50 km, è la Saxo Bank di Fabian Cancellara a prendere in mano la corsa, con delle trenate impressionanti di Jens Voigt. Davanti resta solo Hesjedal mentre il gruppone, anche a causa di alcune cadute drammatiche (tra cui quella di Frank Schleck), si spezza in più tronconi: Cancellara ed Andy Schleck guidano l’azione decisiva ai -40, sul primo settore in pavé,  seguiti a ruota dal campione del mondo Cadel Evans (BMC), dalla vecchia volpe Thor Hushovd (Cérvelo) e dal britannico Geraint Thomas (Team Sky). Dietro è il caos più totale: Armstrong (RadioShack) e Contador (Astana) cercano di limitare i danni, ma il texano fora e accumula ritardo dal rivale, mentre Basso (Liquigas) è ulteriormente staccato, poco davanti alla maglia gialla Chavanel, vittima di due forature che gli fanno perdere troppo terreno. Ai 6 km dal traguardo il gruppo di Cancellara riprende Hesjedal e si arriva allo sprint: dopo l’ennesima trenata del bernese per far guadagnare altri secondi ad Andy Schleck, Thor Hushovd ha vita facile in volata, precedendo Thomas ed Evans. Per il norvegese della Cérvelo, velocista “duro” in grado di resistere anche su terreni così insidiosi, è il settimo successo in carriera al Tour de France, mentre Cancellara, per coronare una giornata in cui lui è stato il principale fautore dell’azione decisiva, indossa nuovamente la maglia gialla. Tra gli uomini di classifica, Andy Schleck ed Evans guadagnano su tutti gli altri, con Contador che limita i danni, pur venendo staccato nel finale dal compagno Vinokurov; Armstrong perde sorprendentemente dall’atleta spagnolo, mentre Basso è ancora più staccato, ma si sapeva che questa sarebbe stata la sua tappa da incubo.

Domani 153 km tra Cambrai e Reims, senza pavé e con un unico gran premio della montagna di quarta categoria: la quiete dopo la tempesta.

Martedì 6 luglio 2010
Tour de France, terza tappa
Wanze  – Arenberg Porte du Hainaut (213 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 4h49’38”
(media 44,1 km/h)
2. Geraint THOMAS
Team Sky
stesso tempo
3. Cadel EVANS BMC stesso tempo
4. Ryder HESJEDAL
Garmin stesso tempo
5. Andy SCHLECK
Saxo Bank stesso tempo
28. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini a 2’08”

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Fabian CANCELLARA Saxo Bank 14h54’00”
2. Geraint THOMAS
Team Sky a 23″
3. Cadel EVANS
BMC a 39″
49. Ivan BASSO
Liquigas Doimo a 3’20”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Thor HUSHOVD Cérvelo 63
2. Geraint THOMAS
Team Sky 49
3. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 44

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Jérôme PINEAU Quick Step 13
2. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 8
3. Rein TAARAMÄE Cofidis 8

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Geraint THOMAS Team Sky 14h54’23”
2. Andy SCHLECK
Saxo Bank a 46″
3. Roman KREUZIGER
Liquigas-Doimo a 2’01

Marco Regazzoni

TOUR: SYLVAIN CHAVANEL, BRAVO E FORTUNATO

Un’altra tappa funestata dalla cadute e arriva la protesta del gruppo che “ferma” la corsa. Chavanel in fuga davanti alla caduta prende la maglia gialla

Sylvain ChavanelLe Ardenne sono le protagoniste delle seconda tappa in linea del Tour de France: 201 km tra Bruxelles e Spa, con sei côtes da affrontare nella parte finale di corsa, l’ultima a 12 km dal traguardo. Il cielo è coperto, la pioggia scende a tratti lungo il percorso, rendendo lo scenario troppo simile a quello delle tradizionali Classiche del Nord. Adam Hansen (HTC-Columbia), giunto stoicamente sul traguardo di Bruxelles malgrado una lesione alla clavicola, non ce la fa a risalire in sella, e dunque il gruppo perde un’altra unità. Al decimo chilometro di corsa parte la fuga di giornata: il primo a rompere gli indugi è Sylvain Chavanel (Quick Step), seguito dal compagno di squadra Jérôme Pineau, dal valtellinese Francesco Gavazzi (Lampre-Farnese Vini), dal ventiseienne Sébastien Turgot (Bbox Bouygues Telecom), dal giovane estone Rein Taaramäe (Cofidis), dal tedesco Marcus Burghardt (BMC) e dai due atleti della Omega Pharma-Lotto Matthew Lloyd e Jürgen Roelandts. Tutti e otto sono buoni passisti: Pineau, Burghardt e Gavazzi sono dotati anche di un brillante spunto veloce, mentre Lloyd (già maglia verde al Giro d’Italia) e Taaramäe hanno un’ottima resistenza sulle salite. Il vantaggio oscilla costantemente tra i 3 ed i 5 minuti, con la Cérvelo di Hushovd e Sastre che si sobbarca l’onere dell’inseguimento.

Ai 35 km, nel cuore dei “mangia e bevi” della parte finale del percorso, Chavanel e Roelandts allungano: tuttavia, il plotone principale è distante meno di un minuto. Ai -31 si vive però un momento drammatico ma al tempo stesso decisivo per la corsa: Francesco Gavazzi, staccato dai primi due, cade rovinosamente in una discesa, anche a causa dell’asfalto viscido; una motocicletta di ripresa lo schiva davvero per pochissimi centimetri. L’immagine successiva è un groviglio di biciclette in mezzo al gruppone: a terra Andy Schleck (Cérvelo) che sanguina dal braccio, la maglia verde Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini), i suoi compagni Adriano Malori e Damiano Cunego con molti altri atleti; forse, la bici di Gavazzi era rimasta in mezzo alla strada, o forse era caduta anche la motocicletta della televisione francese, causando la caduta che spezza il plotone. La maglia gialla Fabian Cancellara decide, dopo un rapido consulto col direttore sportivo e con gli altri corridori, di “fermare” la corsa, perlomeno quella del gruppo principale, che di fatto rinuncia all’inseguimento di Chavanel, nel frattempo rimasto solo al comando. E’ una forma di protesta clamorosa, dettata probabilmente dai troppi rischi che i corridori hanno affrontato in queste prime due tappe: Sylvain Chavanel, già vincitore della tappa di Montluçon al Tour 2008 e di una trentina di corse complessivamente, taglia il traguardo in solitaria, cosa che non sarebbe potuta avvenire senza la decisione presa da Cancellara. Il gruppo principale, nel quale erano rientrati anche tutti gli uomini di classifica rimasti attardati a causa della caduta (mentre Cunego, Petacchi ed altri non riescono nell’intento), si presenta all’arrivo a velocità di crociera e senza alcuna volata, a quasi quattro minuti dal vincitore. Dunque, Chavanel, trentunenne del Poitou-Charentes, può indossare la prima maglia gialla della sua carriera, mentre giornalisti e giudici di gara dovranno fare luce su quanto avvenuto in gruppo dopo la caduta di Gavazzi.
Domani 213 km tra Wanze e Arenberg-Porte du Hainaut: la tappa, mossa in avvio, sarà caratterizzata nel finale da diversi settori in pavé che, soprattutto in caso di avverse condizioni meteorologiche, potrebbero mettere in difficoltà davvero tanti corridori.

Lunedì 5 luglio 2010
Tour de France, terza tappa
Bruxelles – Spa (201 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Sylvain CHAVANEL Quick Step 4h40’48”
(media 43,30 km/h)
2. Maxime BOUET Ag2r-La Mondiale
a 3’56”
3. Fabian WEGMANN Team Milram stesso tempo
4. Robbie McEWEN Team Katjuša stesso tempo
5. Christian KNEES
Team Milram stesso tempo
27. Mauro DA DALTO
Team Milram stesso tempo

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 10h01’25”
2. Fabian CANCELLARA
Saxo Bank a 2’57”
3. Tony MARTIN
HTC Columbia a 3’07”
24. Daniel OSS
Liquigas Doimo a 3’40”

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 44
2. Alessandro PETACCHI
Lampre-Farnese Vini 35
3. Jürgen ROELANDTS Omega Pharma-Lotto 34

MAGLIA A POIS (montagna):

Ciclista Squadra Punti
1. Jérôme PINEAU Quick Step 13
2. Sylvain CHAVANEL
Quick Step 8
3. Rein TAARAMÄE Cofidis 8

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Tony MARTIN HTC-Columbia 10h04’32”
2. Geraint THOMAS Team Sky a 13″
3. Edvald BOASSON HAGEN Team Sky a 22″

Marco Regazzoni

NEL FESTIVAL DELLE CADUTE TRIONFA PETACCHI

Dopo 7 anni, Alessandro Petacchi ritorna alla vittoria al Tour de France in una volata dove le cadute frenano molti dei protagonisti e degli uomini di classifica.

Alessandro PetacchiDopo il cronoprologo di Rotterdam, il Tour de France inizia a puntare verso la Francia: lo fa con una tappa di 222 km che unisce Amsterdam a Bruxelles, due tra i simboli dell’Europa settentrionale. Nella capitale belga non si arrivava dal 1992: allora vinse un ventiquattrenne Laurent Jalabert allo sprint su un mai domo Claudio Chiappucci. Il gruppo, in partenza dall’Olanda, perde subito due uomini: il portoghese Manuel Cardoso (Footon-Servetto) e lo svizzero Mathias Frank (BMC) non hanno smaltito le conseguenze della caduta di ieri, e non sono in grado di ripartire. Già dopo pochi chilometri parte la fuga che caratterizzerà tutta la tappa, come da tradizione nelle prime frazioni di ogni Tour de France. I coraggiosi sono Maarten Wijnants (Quick Step), longilineo corridore belga; Alan Pérez Lezaun (Euskaltel-Euskadi), ventisettenne navarro mai vincente in carriera; e Lars Boom (Rabobank), il più noto dei tre, già campione del mondo di ciclocross, campione nazionale olandese su strada nel 2008 e capace di aggiudicarsi una tappa alla Vuelta 2009. Il gruppo lascia fare, anche perché, attorno al chilometro 60, viene rallentato da un incidente, quando un cane taglia il plotone nelle prime posizioni facendo finire a terra un drappello di atleti, tra cui il varesino Ivan Basso (Liquigas) che rimedia un’escoriazione al ginocchio. Come vedremo, non sarà l’unica caduta di giornata: tra gli atleti che riscontrano le peggiori conseguenze, l’australiano Adam Hansen (HTC-Columbia), capace comunque di terminare stoicamente la tappa. Davanti c’è accordo, ma il vantaggio, inizialmente schizzato oltre i 7’, viene gradualmente ridotto, grazie alle tirate delle squadre dei velocisti e anche della Saxo Bank di Fabian Cancellara, interessato a tenere la maglia gialla il più a lungo possibile.

Ai meno 25 dal traguardo resiste in testa solo Wijnants, affiancato dal campione nazionale moldavo Alexandr Pliuschin (Team Katusha), che si impegna come un forsennato: ma quando dietro ci sono interi team che vogliono chiudere il gap, c’è poco da fare. A otto chilometri dal traguardo si esaurisce definitivamente la fuga, che ha visto il coraggioso belga Wijnants resistere per oltre 200 km. La Lampre di Petacchi e la HTC-Columbia di Cavendish prendono in mano la situazione, con David Millar (Garmin) che fa risalire posizioni al compagno Tyler Farrar. Mancano 2000 metri, c’è un’insidiosa curva verso destra: Jeremy Hunt (Cervélo) sbaglia traiettoria e cade, coinvolgendo Mirco Lorenzetto (Lampre) e Óscar Freire (Rabobank); anche Mark Cavendish, pur non cadendo direttamente, rimane staccato definitivamente dalla testa del plotone. Ma non è finita qui: agli ottocento metri una mischia incredibile attorno alla quindicesima posizione porta a terra Basso, Cancellara e dozzine di altri corridori che però si rialzano; ai trecento metri, il francese Lloyd Mondory (Ag2r-La Mondiale) cade anche lui, frenando lo sprint di Tyler Farrar. Sprint che forse non gli sarebbe valsa la vittoria, vista la netta superiorità messa in mostra da Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini): il velocista ligure dribbla le cadute con intelligenza e fortuna, per trionfare nella città che ha dato i natali ad Eddy Merckx con una volata lunga e potente che non lascia scampo ai rivali, alla faccia dei 36 anni compiuti. Lo spezzino torna al successo alla Grande Boucle, sette anni dopo il poker ottenuto nel lontano 2003. In classifica non cambia nulla, anche perché in questo Tour non si assegnano abbuoni e, ai meno 3 km, è intervenuta la neutralizzazione del tempo a salvare cronometricamente i vari atleti terminati a terra: Fabian Cancellara può indossare dunque la sua diciassettesima maglia gialla. Domani 192 km tra Bruxelles e Spa, segnati da sei côtes nei chilometri finali che potrebbero ingolosire molti corridori e, perché no, far segnare la prima battaglia tra gli uomini di classifica.

Domenica 4 luglio 2010
Tour de France, seconda tappa
Amsterdam – Bruxelles (222 km)

ORDINE D’ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 5h09’38”  (media 43,30 km/h)
2. Mark RENSHAW HTC-Columbia stesso tempo
3. Thor HUSHOVD Cervélo stesso tempo
4. Robbie McEWEN Team Katjuša stesso tempo
5. Mathieu LADAGNOUS Française des Jeux stesso tempo
6. Daniel OSS
Liquigas-Doimo a 2″

CLASSIFICA GENERALE:

Ciclista Squadra Tempo
1. Fabian CANCELLARA Saxo Bank 5h19’38”
2. Tony MARTIN HTC-Columbia a 10″
3. David MILLAR Garmin a 20″


12. Adriano MALORI Lampre-Farnese Vini a 35″

MAGLIA VERDE (punti):

Ciclista Squadra Punti
1. Alessandro PETACCHI Lampre-Farnese Vini 35
2. Mark RENSHAW HTC-Columbia 30
3. Thor HUSHOVD Cervélo 26

MAGLIA BIANCA (giovani):

Ciclista Squadra Tempo
1. Tony MARTIN HTC-Columbia 5h19’48”
2. Geraint THOMAS Team Sky a 13″
3. Edvald BOASSON HAGEN Team Sky a 22″

Marco Regazzoni

TOUR: LA LOCOMOTIVA DI BERNA FISCHIA A ROTTERDAM

Fabian Cancellara è la prima maglia gialla del Tour de France. Lo svizzero ha vinto il cronoprologo di Rotterdam. Il migliore degli uomini di classifica è Lance Armstrong, quinto

Fabian CancellaraSono le 16.15 di un umido sabato pomeriggio quando scatta ufficialmente la 97esima edizione del Tour de France. Si parte da Rotterdam, il più grande porto d’Europa,  cuore economico e commerciale dell’Olanda: anche la Grande Boucle, dopo la Vuelta del 2009 e il Giro di quest’anno, sceglie dunque i Paesi Bassi come sede per lo start.

Il primo corridore a lanciarsi nel cronoprologo è Iban Mayoz, basco di San Sebastián, che indossa i colori della Footon-Servetto: 29 anni, corridore onesto e completo, un nome pesante, troppo simile a quell’Iban Mayo, anche lui basco, indimenticabile scalatore capace di trionfare sull’Alpe d’Huez, prima di cadere in disgrazia per uso di sostanze proibite. Come da pronostico, il buon Mayoz non fa una prova indimenticabile: però, anche solo per pochi minuti, lui è il Tour de France, lui è il leader, la prima, provvisoria maglia gialla, e si gode l’effimera gloria, anche se alla fine chiuderà a 59’’ dal vincitore. Ecco appunto, il vincitore. Con la consueta facilità di pedalata, Fabian Cancellara (Saxo Bank) si impone alla stratosferica media di 53.4 km/h, spezzando il sogno del tedesco Tony Martin (HTC-Columbia), in testa alla corsa per quasi tre ore. Il ragazzo svizzero, di sangue lucano, mette così a tacere tutte le polemiche che lo avevano riguardato sull’utilizzo di un motore nella bici, con una prova di forza e potenza straordinaria. Completa il podio lo specialista britannico David Millar (Garmin), seguito a ruota da un brillantissimo Lance Armstrong (Team RadioShack), il primo tra gli uomini di classifica, capace di infliggere oltre 30’’ ai vari Sastre, Basso, Men’šov e Wiggins, mentre Evans si difende meglio.

Il rivale per antonomasia del texano, ovvero Alberto Contador (Astana), perde cinque secondi dal corridore della RadioShack.  E gli italiani? Detto di Basso, che più di così non poteva obiettivamente fare, sorprende positivamente il giovane parmigiano Adriano Malori (Lampre-Farnese Vini), quattordicesimo a 35’’ dall’inarrivabile Fabian.  Ma il Tour non è solo la facilità di Cancellara nel trionfare, andando a cogliere la sedicesima maglia gialla della carriera: il Tour è fatica, è sofferenza, sin dalla prima tappa. Infatti, l’asfalto viscido causa molte cadute, e Mathias Frank, giovane svizzero della BMC, taglia il traguardo perdendo sangue dalla bocca. Possiamo leggere questa immagine come un segno per le prossime frazioni: questo Tour sarà veramente durissimo per tutti. Domani la prima tappa in linea, 224 km tra Amsterdam e Bruxelles attraverso le regolari pianure del Nord: ma se il dio Eolo dovesse fare la sua comparsa, potrebbe già esserci spettacolo.

Sabato 3 luglio 2010
Tour de France, prima tappa
Prologo Rotterdam
Cronometro individuale – 8 km

ORDINE DI ARRIVO:

Ciclista Squadra Tempo
1. Fabian CANCELLARA Saxo Bank 10’00”  (media 53.40 kmh)
2. Tony MARTIN HTC-Columbia a 10″
3. David MILLAR Gamin a 20″
4. Lance ARMSTRONG Team RadioShack a 22″
5. Geraint THOMAS Team Sky a 23″
6. Alberto CONTADOR
Astana a 27″
14. Adriano MALORI Lampre-Farnese Vini a 35″
18. Aleksandr VINOKUROV Astana a 38″
22. Cadel EVANS BMC a 39″
27. Manuel QUINZIATO Liquigas-Doimo a 43″
57. Robert GESINK Rabobank a 51″
68. Carlos SASTRE Cervélo a 54″
71. Ivan BASSO
Liquigas a 55″
74. Bradley WIGGINS Team Sky a 56″
76. Denis MEN’ŠOV Rabobank a 56″
195. Manuel CARDOSO
Footon-Servetto a 6’20”

Marco Regazzoni

-1: TUTTI GLI UOMINI DEL TOUR DE FRANCE

Mancano meno di 24 ore alla partenza da Rotterdam del Tour de France. La marcia di avvicinamento si conclude passando in rassegna i possibili protagonisti.

Tour de France198 atleti equamente suddivisi in 22 squadre: sono i numeri del Tour de France che partirà domani da Rotterdam. Dopo aver analizzato i favoriti vediamo ora invece nello specifico i velocisti, i battitori liberi e gli italiani al via della Grande Boucle.

I VELOCISTI

Quest’anno gli sprint a ranghi compatti dovrebbero essere in numero minore rispetto a quanto siamo abituati a vedere, tuttavia, in almeno 6 occasioni, potremmo assistere alla tradizionale volata di gruppo. Mark Cavendish punta a ripetere il dominio assoluto messo in atto lo scorso anno e, di fatto, tutta la HTC-Columbia sarà a sua disposizione, a parte Michael Rogers che potrebbe tentare di fare classifica. Tra i suoi rivali più pericolosi non si può non citare l’eterno Oscar Freire (Rabobank), sempre competitivo negli appuntamenti-clou. Altre due vecchie volpi delle volate sono Robbie McEwen (Team Katusha) e Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini), che però hanno smarrito lo smalto dei giorni migliori. Gli anni passano anche per Thor Hushovd, compagno di Sastre alla Cervélo, che però riesce generalmente a piazzare almeno una zampata ad ogni Tour. Tra i più giovani, il tedesco Gerald Ciolek della Milram ha più volte messo in luce le sue qualità, e anche in questo caso la sua squadra lavorerà quasi interamente per lui. Ma sulla carta sarà Tyler Farrar (Garmin Transitions) il principale rivale di Cavendish: giovane, potente e dato in ottima condizione, il ragazzo statunitense verrà aiutato negli sprint dagli esperti Julian Dean e Robert Hunter.

GLI UOMINI CHE PUNTANO A VITTORIE DI TAPPA

Chi ha messo gli occhi sul cronoprologo e sulla cronometro di Bordeaux, chi invece punterà a sfruttare una delle tante fughe che nasceranno: tra gli “uomini da un giorno”, la palma di leader va indubbiamente a Fabian Cancellara (Saxo Bank) che, se da un lato dovrà aiutare i fratelli Schleck, dall’altro ha segnato col cerchio rosso le due prove contro il tempo, di cui è il re incontrastato. Nella sua stessa squadra, anche il “vecchio” Jens Voigt, più simile ad un locomotore che ad un ciclista, tenterà la fuga buona. David Zabriskie (Garmin) è un altro cronoman affermato e quest’anno ha dimostrato grande brillantezza al Giro di California. Chi invece è chiamato alla prova del nove è il tedesco Tony Martin, già vincitore del titolo nazionale a cronometro e di una tappa al Giro di Svizzera: per il ragazzo di Cottbus è giunta l’ora di confermare le sue doti anche nella massima corsa a tappe. Altri atleti tenteranno invece gli attacchi da lontano, sperando di cogliere la fuga buona. É questa la specialità di Juan Antonio Flecha, spagnolo della Rabobank, ma il nostro Damiano Cunego (Lampre), che non sembra poter essere competitivo sulle tre settimane di corsa, non perderà certo l’occasione di mettere in mostra le proprie abilità di passista-scalatore, bravissimo a districarsi negli sprint ristretti. Anche il campione nazionale francese Thomas Voeckler (Bbox Bouygues) è uomo da fughe da lontano o da colpi di mano nel finale di corsa, speranzoso di poter riconquistare per qualche giorno l’agognata maglia gialla. Il russo Aleksandr Kolobnev, sempre piazzato ai Campionati del Mondo, è un corridore per certi versi simile a Cunego, e nella Katusha avrà il ruolo di battitore libero, coadiuvato in questo dal compagno Vladimir Karpec, il quale però potrebbe anche tentare di fare classifica. Edvald Boasson Hagen (Team Sky) ha una brillantezza difficilmente riscontrabile in un ragazzo di 23 anni, e al Giro dell’anno scorso ha dimostrato di non temere la pressione del grande evento. L’estone Rein Taaramäe (Cofidis) è forse troppo acerbo per fare classifica, ma cercherà di centrare la fuga buona.  Chiudiamo il gruppo con due francesi e due italiani: nella prima categoria rientrano il trentanovenne Christophe Moreau (Caisse d’Epargne) che, almeno in una tappa di montagna, cercherà di tener duro, e quel Sandy Casar (Française des Jeux) sempre piazzato e sempre all’attacco, che dovrà però aiutare anche il compagno Christophe Le Mével; tra gli azzurri, il trentino Daniel Oss della Liquigas-Doimo ha dimostrato di essere un uomo da corsa dura, e la tappa di Arenberg sembra fatta apposta per lui, mentre il valtellinese Francesco Gavazzi (Lampre-Farnese Vini) ha brillanti doti da passista veloce che andrebbero messe a frutto anche in una corsa di così grande spessore.

GLI ALTRI ITALIANI

Gli italiani al via della corsa francese saranno solo 18: se i migliori sono già stati citati, gli altri avranno il compito di sorprendere. Il campione del mondo di Varese 2008 Alessandro Ballan viene da una prima parte di stagione non propriamente indimenticabile, ma al campionato nazionale ha lanciato segnali importanti: lo si aspetta al varco soprattutto nelle primissime tappe, che si disputeranno nel “suo” Nord. Assieme a lui, la BMC di Cadel Evans schiera anche Mauro Santambrogio, che dovrebbe però stare accanto al capitano. Il cosentino Francesco Reda deve ancora trovare una sua dimensione, e il fatto di correre in una Quick Step senza un vero capitano potrebbe permettergli di avere maggiore libertà per mettere in mostra la propria classe. Al fianco di Basso e del già citato Oss, la Liquigas schiera Manuel Quinziato, altro trentino pericoloso nelle tappe vallonate e nelle cronometro, e Francesco Bellotti, corridore completo e ormai esperto. L’altra italiana Lampre affianca a Cunego, Petacchi e Gavazzi il promettente Adriano Malori, già campione del mondo a cronometro under 23, il fidato gregario Mauro Da Dalto e lo sprinter Mirco Lorenzetto, che dovrà aiutare Petacchi nelle volate di gruppo. La Footon-Servetto è una squadra italo-spagnola nota per la propria vocazione offensiva, ed Eros Capecchi tenterà qualche attacco da lontano anche per cercare di inserirsi nella classifica generale, mentre il talentuoso ventenne Fabio Felline ha l’occasione di vivere un’esperienza fondamentale per il proprio futuro. La parata degli azzurri si chiude con Rinaldo Nocentini: la dolorosa frattura alla gamba rimediata al GP Insubria lo ha privato di metà stagione, ma Rinaldo è sempre quel ragazzo capace di vestire il giallo del leader della corsa per otto giorni nel 2009, e la Ag2r-La Mondiale punta soprattutto su di lui per fare buona figura.

Marco Regazzoni