SUPERCOPPA: IL SIVIGLIA TESTA IL BARCELLONA

Supercoppa di SpagnaNelle vie strette e tortuose di Siviglia gli scongiuri dei tifosi si sprecano. Quella di stasera al Ramón Sánchez Pizjuán rischia davvero di essere l’ultima apparizione di Luís Fabiano di fronte al popolo biancorosso: l’attaccante brasiliano sembra infatti in procinto di lasciare l’Andalusia. Una vicenda che fa della finale di andata della Supercoppa di Spagna (fischio d’inizio alle 21.30) tra i sivigliani ed il Barcellona un appuntamento meritevole di essere seguito, in un mese – quello di agosto – in cui il calcio raramente offre uno spettacolo memorabile. Il presidente José Maria Del Nido ha definito “ridicola” l’offerta del Marsiglia per il centravanti paulista e, allo stesso tempo, ha smentito un interesse da parte del Real Madrid, mentre l’allenatore Antonio Álvarez ha assicurato: “Il caso Luís Fabiano non mi sta certo togliendo il sonno”. La prossima settimana sarà, in ogni caso, quella decisiva: nel caso in cui il brasiliano dovesse giocare i preliminari di Champions contro lo Sporting Braga, l’operazione salta. Se dovesse partire, lo stesso Del Nido ha assicurato che la società interverrà sul mercato ma l’eventuale sostituto non sarà – come invece si vociferava – Bryan Ruiz, attaccante costaricano del Twente.

Siviglia-Barcellona è dunque il primo appuntamento ufficiale della nuova stagione della Liga spagnola. Al quale le due contendenti arrivano con umori, e situazioni, diverse. Detto delle vicende di mercato, il Siviglia si presenta ai propri tifosi senza il difensore Dragutinović, l’attaccante Acosta e, soprattutto, il centrocampista italiano Tiberio Guarente, tutti fermi per infortunio: per lo stesso motivo il difensore sinistro Fernando Navarro non è stato convocato. Assenze pesanti che non vanno tuttavia ad intaccare il potenziale dell’undici titolare, non troppo dissimile da quello che Álvarez ha intenzione di schierare nella stagione alle porte. Alla luce del tormentone Luís Fabiano, il tecnico degli andalusi pare intenzionato a schierare dall’inizio Kanouté e Negredo: che si sia rassegnato alla partenza del brasiliano? Dovrebbe invece partire dalla panchina l’altro italiano dei biancorossi, Luca Cigarini. Capitolo mercato: l’uruguayano Chevantón, sempre ceduto in prestito nelle ultime due stagioni, dovrebbe lasciare nuovamente Siviglia per riabbracciare il Lecce, squadra che lo lanciò qualche anno fa nel firmamento calcistico europeo.

Per questo match di andata, Pep Guardiola farà riposare i nazionali spagnoli reduci dall’amichevole contro il Messico. In porta, assente per l’appunto il nazionale Valdés e con Pinto e Oier infortunati, dovrebbe posizionarsi il giovane Miño, ennesimo prodotto del settore giovanile: dal primo minuto ci saranno altri canterani come il centrale difensivo Sergio Gómez, i centrocampisti Jonathan dos Santos e Thiago, quest’ultimo in ballottaggio con Sergio Roberto per un posto nel terzetto in linea mediana, e l’attaccante di origini venezuelane Jeffrén. Al centro dell’attacco Guardiola schiererà Ibrahimović: l’ex interista, tornato al gol con la nazionale svedese, ha dichiarato di “non avere intenzione di lasciare il Barcellona”, considerato “la miglior squadra al mondo”. A meno di clamorose sorprese, Dani Alves e Messi si accomoderanno in panchina, pronti ad entarre solo se la situazione lo richiederà. Curiosità per il debutto dal primo minuto del laterale Adriano, opposto alla sua ex squadra.

Queste le probabili formazioni:

SIVIGLIA (4-4-2): Palop; Dabo, Escudé, Fazio, Squillaci; Jesús Navas, Zokora, Renato, Perotti; Kanouté, Negredo. A disposizione: Javi Varas, Konko, Cigarini, Romaric, Alfaro, Diego Capel, Luís Fabiano. All. Álvarez.

BARCELLONA (4-3-3): Miño; Adriano, Milito, Sergio Gómez, Maxwell; Keita, Jonathan dos Santos, Thiago; Jeffrén, Ibrahimović, Bojan. A disposizione: Masip, Dani Alves, Abidal, Nolito, Muniesa, Oriol Romeu, Messi. All. Guardiola.

ARBITRO: César Muñiz Fernández.

Simone Pierotti

BEACH SOCCER: MILANO E ROMA VERSO LA FINALE SCUDETTO

Pronostici rispettati nei quarti di finale della poule scudetto di Beach Soccer: Milano e Roma appaiono le candidate alla finale di domenica.

Carotenuto in rovesciataNon sempre la palla è rotonda. Non nel beach soccer, a quanto pare. Pronostici ampiamente rispettati nei quarti di finale della poule scudetto, iniziata oggi sulla spiaggia di Ostia: le principali favorite, Milano e Roma, avanzano a suon di reti e puntano adesso a sfidarsi nella finalissima. Avanti anche il Coil Lignano Sabbiadoro, che si sbarazza del Terranova Terracina, mentre si infrange subito il sogno della Colosseum Roma, eliminata dal Feldi Catanzaro.

E proprio la sfida tra capitolini e calabresi (4-5) ha aperto la tre-giorni di finali scudetto: equilibrio ed incertezza l’hanno fatta da padroni fino all’ultimo minuto. Dopo un primo tempo chiusosi in perfetta parità, è nei secondi dodici minuti che la formazione catanzarese compie l’allungo che si rivelerà decisivo, portandosi sul 3-2: la terza ed ultima frazione, infatti, finisce senza vinti né vincitori e così è il Feldi a gioire per il passaggio alle semifinali. Una partita nel segno dei fuoriclasse brasiliani: i laziali Bueno e Sidney segnano, rispettivamente, uno e due reti, mentre sull’altra sponda il bomber del giorno è Teddy, autore di una tripletta, supportato dal connazionale Bruno Xavier che si ferma a quota due. L’unica rete dell’incontro che non parla portoghese è quella, iniziale, siglata dallo spagnolo Cristian Torres.

Il secondo quarto di finale era una classica del beach soccer: Milano contro Catania. Sul risultato finale di 10-5 pesa certamente la fame di successi dei meneghini: messe già in bacheca Coppa Italia e Supercoppa di Lega, i rossoneri puntano adesso ad emulare la Milano calcistica e a mettere a segno uno storico triplete, impresa finora mai riuscita a nessuno. Gli etnei tengono testa al quotato avversario nella prima frazione, bloccandolo sul 2-2: successivamente, però, la forza dei lombardi è talmente travolgente che ne esce fuori un impietoso parziale di 7-1. Al festival del gol partecipano ben sei giocatori milanesi: il più prolifico è il brasiliano Benjamin con tre reti personali, seguito da capitan Ahmed e da Amarelle con una doppietta ciascuno. Curiosità: i cinque gol rossazzurri portano altrettante diverse firme.

Equilibrio effimero anche nell’incontro che vedeva opposto il Coil Lignano Sabbiadoro, primatista nel girone Centro-Nord, al Terranova Terracina: l’aria di casa sembra portare bene alla formazione laziale, abile ad inchiodare l’avversario al termine del primo tempo. Ma i friulani hanno una marcia in più e già al rientro legittimano quello che sarà il successo finale di 4-2: Juninho, ex di turno, illude Terracina che poi subisce il ritorno dei rivali per mano di Torres e Massimiliano Esposito. A chiudere i conti è la doppietta del campione brasiliano Neném.

Striscioni, bandiere giallorosse e persino fumogeni hanno accolto l’ingresso in campo della Roma, impegnata nell’ultimo quarto di finale contro il neonato Viareggio: la sfida opponeva i versiliesi al loro passato, a quei fuoriclasse che appena un anno fa militavano nei Cavalieri del Mare, ormai consegnati agli annali del beach soccer italiano. Troppo netto il divario in campo tra le due squadre: la Roma di Gianni Fruzzetti non nasconde certo le proprie velleità da tricolore e a metà gara archivia già la pratica. Nel 6-0 finale, una punizione fin troppo eccessiva per Viareggio, svettano i due gol personali del capitano Pasquali e del portoghese Madjer: completano la goleada gli acuti di Carotenuto e Buru.

RISULTATI QUARTI DI FINALE
Colosseum Roma-Feldi Catanzaro 4-5
Milano BS-Catania BS 10-5
Coil Lignano Sabbiadoro-Terranova Terracina 4-2
Roma BS-Viareggio BS 6-0

SEMIFINALI
ore 13.45  semifinale 5°-8° posto  Colosseum Roma-Viareggio BS
ore 15.00  semifinale 5°-8° posto  Catania BS-Terranova Terracina
ore 16.15  semifinale 1°-4° posto  Feldi Catanzaro-Roma BS
ore 17.30  semifinale 1°-4° posto  Milano BS-Coil Lignano Sabbiadoro

Simone Pierotti

FINAL EIGHT PER IL BEACH SOCCER ITALIANO

Al via in questi giorni le finali del campionato italiano di beach soccer

Che rotoli su un manto erboso o rimbalzi su una spiaggia sabbiosa, poco importa: il pallone vuole che si mantengano certe rivalità. E così capita che, tanto nella serie A di calcio quanto nel massimo campionato di beach soccer, il tricolore iridato sia tutto un affare sull’asse Milano-Roma. Questo, almeno, dicono i pronostici della serie A di beach soccer, la cui poule scudetto inizia oggi ad Ostia: alla Final Eight le favorite sono proprio Milano e Roma, con altre squadre pronte ad inserirsi nella lotta. Su otto finaliste, ben tre sono laziali (le capitoline Colosseum e Roma ed il Terracina).

La prima sorpresa è l’assenza del Napoli campione in carica: la squadra partenopea, capitanata da Diego Maradona junior, sarà comunque presente sul lido romano per tentare di conquistare la Supercoppa di Lega contro il Milano che, invece, lo scorso anno alzò al cielo la Coppa Italia. La finalissima, in programma oggi alle 16.30, sarà il gustoso antipasto della Final Eight, sulla quale il sipario si alzerà a partire da domani. La corsa allo scudetto si apre con la sfida tra il Colosseum Roma ed il Feldi Catanzaro per poi proseguire con Catania-Milano (è il big match dei quarti di finale), Coil Lignano Sabbiadoro-Terracina e l’interessante Roma-Viareggio, dove i versiliesi affronteranno il loro recente passato.

Ecco un identikit delle otto finaliste.

Colosseum Roma: è una delle rivelazioni di questo settimo campionato di beach soccer patrocinato dalla Lega Nazionale Dilettanti. La squadra capitolina ha infatti chiuso con un ottimo secondo posto nel girone di qualificazione Centro-Nord: un risultato tutt’altro che sorprendente, comunque, a giudicare dai nomi della rosa a disposizione di Eduardo Cesaria. I punti di forza sono i fratelli spagnoli Cristian e Javier Torres e gli esperti brasiliani Bueno e Sidney. Nella squadra figura anche una vecchia conoscenza del calcio italiano come Aldair, indimenticato difensore della Roma.

Feldi Catanzaro: paradossalmente, i calabresi sono la squadra che ha vinto più scudetti (tre) quando però la Figc non riconosceva ancora ufficialmente il massimo campionato di beach soccer. Persi nel corso degli anni i pezzi più pregiati, Catanzaro si presenta comunque ad Ostia forte di un buon terzo posto nel girone di qualificazione: mister Rangel Cerezo si affida soprattutto ai connazionali Bruno Xavier e Teddy, entrambi attaccanti, per provare a centrare le semifinali.

Catania: due anni fa fu la prima squadra del Mezzogiorno a conquistare lo scudetto, interrompendo così l’egemonia di Cavalieri del Mare e Milano. Da allora poco è cambiato all’interno della formazione etnea di Fabrizio Bellusco, che forse non parte con il ruolo di favorita ma è comunque un avversario sempre difficile da affrontare: tutto ruota attorno all’azzurro Giuseppe Platania e a due storiche colonne straniere come il brasiliano Juninho e lo svizzero Dejan Stankovic, solo omonimo del calciatore interista.

Milano: eccola, una delle principali contendenti al tricolore. I meneghini hanno già vinto la Coppa Italia (la quarta delle ultime cinque stagioni), hanno la possibilità di alzare la Supercoppa e ambiscono al tricolore: al triplete dell’Inter nel calcio potrebbe seguire quello dei rossoneri nel calcio in spiaggia. Mister Fabio Panizza può disporre di un’autentica parata di stelle, dagli spagnoli Amarelle e Nico al fuoriclasse carioca Benjamin, passando per il portoghese Alan. Senza poi dimenticare due portieri che erano nel giro della nazionale come Rasulo e Zanini.

Coil Lignano Sabbiadoro: i friulani arrivano alla poule scudetto in qualità di vincitori del girone centro-settentrionale e si presentano con una formazione ben assortita, allenata da un tecnico preparato quale è Luca Della Negra. Diversamente da altre squadre, i punti di forza sono tutti italiani, come i nazionali Del Mestre (portiere), Leghissa (difensore), Longo (laterale) e soprattutto Massimiliano Esposito, ex attaccante di Lazio e Napoli che dell’Italbeachsoccer è diventato, recentemente, allenatore. Occhio anche al veterano Neném, più volte campione mondiale con il Brasile.

Terracina: perso lo storico capitano e trascinatore Pasquali, i laziali guidati da Emiliano Del Duca non si sono comunque lasciati sfuggire l’accesso alla fase finale, conquistata con l’ultimo posto utile nel girone Centro-Sud. Il peso della squadra è adesso tutto sulle spalle dell’ex nazionale azzurro Paolo Palmacci, vicecapocannoniere della regular season con ben 21 reti: giostreranno, di supporto all’attaccante, il laterale Simone Feudi, il brasiliano Juninho ed il francese François, storico giocatore della formazione laziale.

Roma: la neonata formazione capitolina si basa sulla solida impalcatura degli ormai defunti Cavalieri del Mare, che hanno abbandonato Viareggio per stabilirsi a Roma. Cambia il nome, dunque, ma i volti dei giocatori sono sempre gli stessi: i portoghesi Belchior e Madjer ed il bomber Carotenuto sono le stelle indiscusse della squadra, alle quali vanno affiancati l’inossidabile difensore Galli ed il portiere azzurro Spada. Ma il vero colpo di mercato messo a segno dall’allenatore-manager Gianni Fruzzetti è stato senza dubbio l’acquisto di Roberto Pasquali, primatista di presenze e reti in nazionale.

Viareggio: una squadra fatta in casa, quella allenata da Stefano Santini. Nella rosa bianconera figurano, infatti, solamente giocatori provenienti da Viareggio e dintorni. I risultati sono stati subito soddisfacenti, con l’accesso alle Final Eight guadagnato con una tappa d’anticipo. Manca un po’ di esperienza, ma l’entusiasmo può essere l’arma in più. Da seguire il fantasista Gabriele Gori, capocannoniere con 25 reti, e due altri giovani come Marinai e Ramacciotti: tutti e tre sono stati convocati dal nuovo ct azzurro Massimiliano Esposito. Possibile rivelazione della poule scudetto.

ALBO D’ORO

2004 Cavalieri del Mare Forte dei Marmi
2005 Cavalieri del Mare Forte dei Marmi
2006 Milano
2007 Milano
2008 Catania
2009 Napoli

Simone Pierotti

CASIRAGHI: “BALOTELLI? NON CI SARA’ BISOGNO DI CHIAMARE PRANDELLI”

Le interviste del dopopartita dagli spogliatoi di Viareggio dopo l’amichevole dell’Under 21 contro la Danimarca

Mario BalotelliItalia brutta nel primo tempo, tenace e mai arrendevole nella ripresa: nell’ambiente azzurro, da Casiraghi ai suoi giocatori, tutti concordano sulla prestazione a due facce dell’Under 21 contro i pari età della Danimarca. Il primo a presentarsi a taccuini e microfoni è Andrea Ranocchia: il neodifensore genoano proprio ieri sera tornava a giocare una partita intera dopo che un brutto infortunio lo aveva tenuto lontano dai campi per sette mesi. “Personalmente ho ricevuto buone impressioni, il ginocchio sta bene: arrivo da sette mesi di lavoro in palestra, adesso non vedo l’ora di iniziare a Genova. Spero di giocare tutto l’anno e di migliorare”. E la Nazionale di cui è capitano? “Nel primo abbiamo incontrato difficoltà a prendere l’iniziativa, si vede che loro erano più avanti atleticamente: nel secondo tempo c’è stata una bella reazione con tante occasioni, li abbiamo tenuti nella loro area: quanto alle qualificazioni, il cammino resta difficile, ma se giochiamo come nel secondo tempo non dobbiamo avere preoccupazioni”. Tra le note positive c’è pure Ezequiel Schelotto: l’esterno destro del Cesena è salito in cattedra nella ripresa, con tante galoppate sulla fascia destra. “Mi è mancato il gol, ho avuto due ottime occasioni: queste partite servono anche per imparare a migliorarsi, in modo da non ripetere certi errori. Adesso pensiamo a Bosnia e Galles, due partite decisive. Poi mi auguro di far bene con il Cesena, sarà la mia prima esperienza in serie A: ho voglia di lavorare e di dare tutto”.

Ai microfoni si presenta anche Alberto Paloschi, autore del primo gol azzurro: una liberazione per lui, reduce da una stagione costellata da qualche acciacco fisico di troppo. “Ci tenevo, segnare è sempre fondamentale per un attaccante: quanto alla partita, è normale che abbiamo un po’ sofferto, siamo ancora nel mezzo della preparazione. Abbiamo comunque a disposizione 15 giorni per prepararci al meglio alle prossime due partite: siamo al punto di prima, dobbiamo vincerle entrambe e dare tutto, poi quello che verrà, verrà”. E poi c’è il ct, Gigi Casiraghi: “Nel primo tempo abbiamo faticato molto, ci siamo espressi male. Nella ripresa, invece, la condizione è migliorata con il passare dei minuti e non a caso abbiamo creato tante occasioni non concretizzate: potevamo anche vincere. Mi è piaciuto il carattere che la squadra ha mostrato per recuperare lo svantaggio. Adesso dobbiamo vincere sia contro la Bosnia che contro il Galles, ma tutto dipenderà anche da quello che farà l’Ungheria (per qualificarsi, l’Italia deve infatti sperare in un pareggio dei magiari con il Galles, ndr): non dobbiamo mollare”.

Detto delle qualificazioni ai prossimi Europei, altro argomento caldo del fine-partita è stato Mario Balotelli. Sul tema intervengono Paloschi (“Se andrà in Inghilterra? Chiedetelo a lui”), Okaka (“L’ho sentito in questi giorni, ma non gli ho dato alcun consiglio, ormai è adulto e vaccinato: credo che farebbe bene sia in Italia che in Inghilterra, la Premierleague sarebbe il campionato perfetto per le sue caratteristiche) e naturalmente Casiraghi (“Balotelli adesso gioca nella Nazionale maggiore: ha fatto un buon esordio, a mio avviso. Ma non ci sarà bisogno di chiamare Prandelli, siamo tutti della stessa famiglia: non so se avrò a disposizione Mario per queste due partite, ma in ogni caso non ci saranno problemi”). Vista l’Italia del primo tempo, il talento nerazzurro farebbe molto comodo in prima linea. Ad una condizione, però: che non lo si consideri il deus ex machina arrivato per salvare la patria: per centrare l’obiettivo dovrà essere tutto il meccanismo a funzionare.

Simone Pierotti

UNDER 21 A DUE FACCE CONTRO LA DANIMARCA

Gigi Casiraghi“Sono baldi calciatori, assi del domani…”: così recita il ritornello dell’inno del Torneo di Viareggio. E, se dovremo attendere ancora qualche anno per vedere quali degli attuali azzurrini emergeranno, ieri sera abbiamo saputo che, quanto a carattere, la Nazionale Under 21 ha poco da invidiare ad altre formazioni: a Viareggio, capitale del calcio giovanile italiano, la squadra di Pierluigi Casiraghi strappa un pareggio (2-2) nell’amichevole contro la Danimarca, ultimo test prima delle (delicate) sfide contro Bosnia-Erzegovina e Galles valevoli per le qualificazioni agli Europei del prossimo anno.

Ma quali sono i veri azzurrini? Quelli opachi ed inconcludenti del primo tempo? Quelli brillanti e pimpanti della ripresa, bravi a rimontare il doppio svantaggio fino a sfiorare addirittura il sorpasso? Probabilmente è ancora presto per dirlo, ma due sono le certezze, una positiva, l’altra negativa. La prima: questa squadra, nel momento di difficoltà, ha saputo sfoderare una grinta leonina ed ha rimesso in discussione un destino che pareva ormai segnato, per giunta di fronte ad un avversario ben più attrezzato quanto a condizione fisica. La seconda: la difesa ha traballato, specialmente nella prima frazione, ed è forse su questo che Casiraghi dovrà lavorare maggiormente in vista del doppio impegno contro bosniaci e gallesi.

Di fronte ad una bella cornice di pubblico, Italia e Danimarca propongono lo stesso modulo di gioco, il 4-4-2 marchio di fabbrica di Arrigo Sacchi, presente sulle tribune dello stadio dei Pini. Ma, complice anche il fatto che in patria il campionato è ripreso da un mese dopo la sosta per i Mondiali, sono i danesi a partire con il piede giusto: sono passati undici minuti quando l’esordiente Styger Larsen riprende un traversone di Fenger Nielsen ed impegna Mannone con una velenosa parabola. La Danimarca usufruisce di un corner e Dalsgaard, da breve distanza, non approfitta di un’uscita a vuoto da brividi di Mannone. La risposta dell’Italia arriva al quarto d’ora sugli sviluppi di una ripartenza: Barillà serve sulla sinistra Okaka che, grazie anche ad una leggerezza di Lasse Nielsen, si invola verso la porta difesa da Lössl. L’attaccante della Roma, tuttavia, preferisce la precisione alla potenza e spara addosso all’estremo difensore ospite che, curiosità, un anno fa giocò in questo stadio vestendo la maglia del Midtjlland. La retroguardia azzurra appare perforabile, non trasmette sicurezza e così non sorprende il vantaggio scandinavo al 20′: Styger Larsen fugge sulla sinistra e scodella il pallone al centro, dove Lyng interviene di prepotenza svettando su Ogbonna ed insaccando alle spalle di Mannone. Gli azzurrini tentano una timida reazione, ma nel reparto avanzato gli schemi non funzionano: una triangolazione tra Macheda e Schelotto viene respinta dalla difesa, mentre Barillà spara alto su punizione.

Ad inizio ripresa Casiraghi manda subito in campo quattro forze fresche: l’impalpabile Macheda lascia il posto al rientrante Paloschi, mentre l’esordiente D’Ambrosio rileva Bellusci sulla corsia destra della difesa, Bolzoni sostituisce Marrone in linea mediana e Pasquato subentra a Barillà. Il fantasista scuola Juventus, fresco di passaggio al Modena, prova ad imprimere una svolta all’incontro, gettando scompiglio nella retroguardia ospite: è suo il corner su cui capitan Ranocchia colpisce di testa, incocciando la traversa. Ma è proprio una palla inattiva a punire, dopo sette minuti, l’Italia: Styger Larsen colpisce di testa, Ranocchia compie un primo miracolo salvando sulla linea ma nulla può sulla lesta ribattuta di Lasse Nielsen. Ed è qui che l’Italia inizia a cambiare volto, gettando la maschera di squadra senza idee e poco incisiva per vestire quella, più accattivante, di un gruppo unito e grintoso: Schelotto e D’Ambrosio corrono come dei levrieri sulla fascia destra, andando più volte al cross da fondo campo. Il gol azzurro, tuttavia, nasce da un errore grossolano di Albæk che con un retropassaggio suicida serve un pallone delizioso a Paloschi: il bomber del Parma non spreca la preziosa occasione e batte Lössl in uscita, mettendo così a segno la sua quarta rete con la maglia azzurra. Rivitalizzata dal gol e sostenuta dal pubblico viareggino, l’Italia rientra completamente in gioco: Poli con una conclusione dalla distanza costringe il portiere danese a rifugiarsi in corner, poi Schelotto fa la stessa cosa con un colpo di testa ravvicinato su punizione di Pasquato e, un minuto dopo, Okaka colpisce la traversa su cross dello stesso Pasquato. Dopo un primo tempo deludente, gli azzurrini meritano adesso il pareggio. Che, con qualche sofferenza, arriva ad otto minuti dal termine: ennessimo calcio d’angolo di Pasquato, dalle retrovie sbuca Ranocchia che di testa realizza il gol che corona nel migliore dei modi la sua prima partita da novanta minuti dopo il brutto infortunio patito la scorsa stagione. Nel finale Poli sfiora il palo con un bel diagonale, poi sul rovesciamento di fronte D’Ambrosio anticipa il neontrato Delaney al momento della conclusione. Finisce così, tra gli applausi del pubblico di Viareggio. Casiraghi si avvia verso il doppio impegno per le qualificazioni europee con la consapevolezza di avere un gruppo determinato e con grinta da vendere, ma anche pienamente cosciente che non sarà sufficiente per avere ragione di Bosnia e Galles.

Mercoledì 11 agosto 2010
ITALIA-DANIMARCA U21 2-2 (0-1)
Stadio dei Pini, Viareggio

ITALIA (4-4-2): Mannone (81′ Perin), Bellusci (46′ D’Ambrosio), Ranocchia, Ogbonna (81′ Mazzotta), Ariaudo (81′ Angella), Schelotto (81′ Crisetig), Poli, Marrone (46′ Bolzoni), Barillà (46′ Pasquato), Okaka (71′ Borini), Macheda (46′ Paloschi). All. Casiraghi.

DANIMARCA (4-4-2): Lössl, Fenger Nielsen (46′ Wass), Lasse Nielsen, Jørgensen, Lumb, Lyng, Povlsen, Lund Nielsen (85′ Delaney), Stryger Larsen (71′ Mortensen), Albæk, Dalsgaard (71′ Schwartz Nielsen). A disposizione: Andersen, Hamalainen, Laudrup. All. Bordinggaard.

ARBITRO: Ribeiro Soares Dias (POR).

GOL: 20′ Lyng, 52′ Lasse Nielsen, 63′ Paloschi, 82′ Ranocchia.

NOTE: angoli 12-5. Ammoniti Schwartz Nielsen e Lumb. Spettatori 2195 per un incasso di 13.075 euro.

Simone Pierotti