CASIRAGHI: “BALOTELLI? NON CI SARA’ BISOGNO DI CHIAMARE PRANDELLI”

Le interviste del dopopartita dagli spogliatoi di Viareggio dopo l’amichevole dell’Under 21 contro la Danimarca

Mario BalotelliItalia brutta nel primo tempo, tenace e mai arrendevole nella ripresa: nell’ambiente azzurro, da Casiraghi ai suoi giocatori, tutti concordano sulla prestazione a due facce dell’Under 21 contro i pari età della Danimarca. Il primo a presentarsi a taccuini e microfoni è Andrea Ranocchia: il neodifensore genoano proprio ieri sera tornava a giocare una partita intera dopo che un brutto infortunio lo aveva tenuto lontano dai campi per sette mesi. “Personalmente ho ricevuto buone impressioni, il ginocchio sta bene: arrivo da sette mesi di lavoro in palestra, adesso non vedo l’ora di iniziare a Genova. Spero di giocare tutto l’anno e di migliorare”. E la Nazionale di cui è capitano? “Nel primo abbiamo incontrato difficoltà a prendere l’iniziativa, si vede che loro erano più avanti atleticamente: nel secondo tempo c’è stata una bella reazione con tante occasioni, li abbiamo tenuti nella loro area: quanto alle qualificazioni, il cammino resta difficile, ma se giochiamo come nel secondo tempo non dobbiamo avere preoccupazioni”. Tra le note positive c’è pure Ezequiel Schelotto: l’esterno destro del Cesena è salito in cattedra nella ripresa, con tante galoppate sulla fascia destra. “Mi è mancato il gol, ho avuto due ottime occasioni: queste partite servono anche per imparare a migliorarsi, in modo da non ripetere certi errori. Adesso pensiamo a Bosnia e Galles, due partite decisive. Poi mi auguro di far bene con il Cesena, sarà la mia prima esperienza in serie A: ho voglia di lavorare e di dare tutto”.

Ai microfoni si presenta anche Alberto Paloschi, autore del primo gol azzurro: una liberazione per lui, reduce da una stagione costellata da qualche acciacco fisico di troppo. “Ci tenevo, segnare è sempre fondamentale per un attaccante: quanto alla partita, è normale che abbiamo un po’ sofferto, siamo ancora nel mezzo della preparazione. Abbiamo comunque a disposizione 15 giorni per prepararci al meglio alle prossime due partite: siamo al punto di prima, dobbiamo vincerle entrambe e dare tutto, poi quello che verrà, verrà”. E poi c’è il ct, Gigi Casiraghi: “Nel primo tempo abbiamo faticato molto, ci siamo espressi male. Nella ripresa, invece, la condizione è migliorata con il passare dei minuti e non a caso abbiamo creato tante occasioni non concretizzate: potevamo anche vincere. Mi è piaciuto il carattere che la squadra ha mostrato per recuperare lo svantaggio. Adesso dobbiamo vincere sia contro la Bosnia che contro il Galles, ma tutto dipenderà anche da quello che farà l’Ungheria (per qualificarsi, l’Italia deve infatti sperare in un pareggio dei magiari con il Galles, ndr): non dobbiamo mollare”.

Detto delle qualificazioni ai prossimi Europei, altro argomento caldo del fine-partita è stato Mario Balotelli. Sul tema intervengono Paloschi (“Se andrà in Inghilterra? Chiedetelo a lui”), Okaka (“L’ho sentito in questi giorni, ma non gli ho dato alcun consiglio, ormai è adulto e vaccinato: credo che farebbe bene sia in Italia che in Inghilterra, la Premierleague sarebbe il campionato perfetto per le sue caratteristiche) e naturalmente Casiraghi (“Balotelli adesso gioca nella Nazionale maggiore: ha fatto un buon esordio, a mio avviso. Ma non ci sarà bisogno di chiamare Prandelli, siamo tutti della stessa famiglia: non so se avrò a disposizione Mario per queste due partite, ma in ogni caso non ci saranno problemi”). Vista l’Italia del primo tempo, il talento nerazzurro farebbe molto comodo in prima linea. Ad una condizione, però: che non lo si consideri il deus ex machina arrivato per salvare la patria: per centrare l’obiettivo dovrà essere tutto il meccanismo a funzionare.

Simone Pierotti

DEL BOSQUE: “RISCHIATO DI PERDERE MA SIAMO CAMPIONI DEL MONDO”

Iniesta omaggia Dani Jarque“Innanzitutto, complimenti all’Olanda. Perché non ci ha permesso di giocare con tranquillità”. Vicente Del Bosque è il primo a presentarsi in sala stampa, ai microfoni dei giornalisti. E, naturalmente, se la ride sotto i baffi. “Quando Robben ha fallito quell’occasione nel secondo tempo, ho capito che ce l’avremmo fatta. E, quando è entrato Fabregas, la partita è cambiata: abbiamo dato più profondità alle nostre azioni e abbiamo avuto le occasioni migliori, anche con Ramos e Villa. Abbiamo persino rischiato di perdere, è vero, ma questo è il calcio. E comunque, siamo campioni del mondo”. Il tecnico iberico si toglie qualche sassolino dalle scarpe: in patria, quando lo cacciarono dal Real Madrid, dissero che era un tassista che non era in grado di guidare una Ferrari. E anche in tempi di Mondiale gli contestavano la scelta di giocare con il doppio mediano, sacrificando Fabregas in panchina. “Mi vengono in mente tante persone a cui dedicare questa vittoria, ma me le tengo per me”. Nell’epopea del colonialismo, la Spagna conquistà Sud America e Filippine, ma non l’Africa: chissà, da stasera il nome di Del Bosque potrebbe figurare sui libri di storia a fianco di quelli di Cortés e Pizarro.

Subito dopo il gol decisivo, Iniesta si è tolto la maglia da gioco ed ha mostrato una t-shirt: “Dani Jarque siempre con nosotros”, Dani Jarque sempre con noi. Jarque era un giocatore dell’Espanyol, l’altra squadra di Barcellona, morto lo scorso 8 agosto a Coverciano per un infarto. Il dolore e la vittoria uniscono le due metà della città catalana. “Incredibile, non ci sono parole, una gioia immensa: dopo il gol ho pensato alla mia famiglia e a tutti quelli che amo. Partita durissima, ma abbiamo meritato”.

Tre finali, tre sconfitte: la Coppa del Mondo sembra proprio maledetta per l’Olanda. Bert van Marwijk è andato vicino a far meglio di Rinus Michels, il profeta del calcio totale: “Alla vigilia nessuno si aspettava che arrivassimo in finale, ancora qualche minuto e saremmo addirittura andati ai rigori. Abbiamo avuto una grandissima occasione con Robben: non ne ho la certezza, ma se avesse segnato forse avremmo vinto noi il Mondiale. Volevamo vincere la Coppa, avremmo potuto farcela”. Amara quanto precisa l’analisi del capitano van Bronckhorst: “La Spagna ha iniziato meglio rispetto a noi, la partita poi è stata molto aperta e con occasioni da entrambe le parti: le migliori, però, sono capitate a noi”. L’Olanda si congeda dal Mondiale con due immagini, una bella, l’altra meno. Nonostante la delusione e la rabbia nei confronti del direttore di gara, i giocatori hanno stretto la mano agli spagnoli a fine partita, dando vita ad un terzo tempo che nel calcio, soprattutto in simili occasioni, è sempre più una rarità. Ma le telecamere hanno pizzicato anche van Marwijk che, ricevuta la medaglia d’argento, se l’è immediatamente tolta dal collo. Non certo il massimo della sportività.

Simone Pierotti