AI QUARTI ANCHE IL SETTEBELLO

Vittoria sulla Germania (7-6) dopo una rincorsa di tre tempi: la pallanuoto qualifica entrambe le nazionali ai quarti.

Se non accede direttamente ai quarti di finale dei Mondiali di Shanghai sia con la nazionale femminile che con quella maschile non è l’Italia. Se non vince di misura, e con tanta sofferenza, l’ultima partita della fase eliminatoria non è l’Italia. Viva il Setterosa, allora, che evita gli spareggi tra seconde e terze classificate domando le cinesi per 10-9. E viva anche il Settebello che sconfigge una Germania più coriacea che mai – 7-6 il finale, ma sarebbe bastato anche un pareggio -, si qualifica per i quarti di finale ed evita di incrociarvi la temibile Serbia. Chiaro, è ancora presto per dirlo, ma viene da pensare che, sulla scia del doppio argento messo al collo in World League, tanto le donne quanto gli uomini stiano ridando alla pallanuoto italiana quel prestigio che pareva oramai smarrito, dopo anni e anni di trionfi.

Due vittorie simili, quelle del Setterosa prima e del Settebello poi, nella giornata decisiva della fase eliminatoria: entrambe costituivano uno scontro diretto per la vetta del girone, entrambe sono state strappate con un solo gol di vantaggio. Eppure sono maturate in maniera diversa, quasi agli antipodi. Mentre le ragazze di Fabio Conti hanno subìto il ritorno delle cinesi dopo tre tempi da regine indiscusse dell’acqua, gli uomini di Sandro Campagna inseguono gli scorbutici tedeschi per buona parte dei ventiquattro minuti, salvo poi tramortirli nell’ultimo parziale. Dopo gli iniziali vantaggi siglati da Figlioli (1-0) e Aicardi (2-1), il Settebello smarrisce la diritta via: a destare stupore sono le reti incassate con la difesa schierata a uomini pari – quattro su sei totali – che mettono a nudo la giornata nera di Stefano Tempesti, beffato dai non irresistibili fendenti di Real e dell’ex posillipino Politze. Compassato, poco lucido in fase di conclusione, il Settebello arriva all’intervallo lungo sotto di due reti ed il distacco rimane tale per buona parte del terzo parziale.

Ed è proprio nella prima, vera situazione di difficoltà di questo torneo che gli azzurri dimostrano di essere squadra vera, dandosi una mano l’un l’altro e reagendo con grande determinazione ma senza affrettare le operazioni di gioco: Tempesti decide di chiudere bottega dalle sue parti, i giocatori di movimento provano a calare la carta delle controfughe e della scaltrezza. Risultato: la rete che dimezza lo svantaggio in superiorità numerica (Fiorentini), il fondamentale pareggio che arriva in ripartenza (Aicardi, autore di una spumeggiante tripletta) ed infine il gol della liberazione con una sassata di Gitto dai cinque metri. Una grossa mano, va detto che dopo due tempi abbandona il proprio fortino il grande Čigir’, infortunato, sostituito dal meno invalicabile Kong. Ma si finirebbe per sminuire la grande rimonta degli azzurri. Che, adesso, avranno tre giorni a disposizione per smaltire qualche tossina, perfezionare ciò che oggi non è andato e prepararsi per i quarti di finale, dove affronteranno la vincente della sfida tra Spagna ed Australia.

 

Venerdì 22 luglio 2011
ITALIA-GERMANIA 7-6 (2-3, 1-2, 1-1, 2-0)
Natatorium, Shanghai

 

ITALIA: Tempesti, Pérez, Gitto 1, Figlioli 1, Giorgetti, Felugo 1, Figari, Gallo, Presciutti, Fiorentini 1, Aicardi 3, Deserti, Pastorino. All. Campagna.

GERMANIA: Čigir’, Naroska, Schroedter, Real 2, Marko Stamm, Politze 2, Bukowski, Schüler 1, Kreuzmann, Oeler 1, Schlotterbeck, Eidner, Kong. All. Hagen Stamm.

ARBITRI: Borrell (ESP) e Stavridis (GRE).

NOTE: superiorità numeriche Italia 3/8, Germania 2/6. Espulso definitivamente Schroedter a 3’40” tt per somma di falli. 100 presenze in nazionale per Presciutti.

SETTEBELLO, AVANTI COSÌ

Gli azzurri battono anche gli Stati Uniti (8-5): per accedere ai quarti basterà un pareggio con la Germania.

20 luglio 2009: a Roma inizia il torneo di pallanuoto dei tredicesimi Mondiali delle discipline acquatiche e il Settebello segna otto gol contro gli Stati Uniti. 20 luglio 2011: si gioca la seconda giornata del torneo maschile, ai Mondiali di Shanghai, e l’Italia va in gol per otto volte contro gli Stati Uniti. Volendo citare un popolarissimo gioco della “Settimana enigmistica”, trova le differenze. Sono tante. Intanto, due anni fa il Settebello fu sconfitto (9-8), oggi festeggia un bel successo (8-5) che lo spinge verso i quarti di finale. Eppure l’avversario è rimasto pressoché lo stesso: appena tre i cambi apportati dal ct Schroeder, da Roma a Shangai. E allora, cos’è accaduto in questi 730 giorni?

L’allenatore è ancora lui, Sandro Campagna. I giocatori no, quelli sono cambiati: appena sei i reduci da uno dei Mondiali più fallimentari nella storia della pallanuoto italiana, che giocava pure in casa. E poi a non essere più la stessa è, soprattutto, la mentalità. Prendete Tempesti: due anni fa appariva indifeso al cospetto dei tiratori americani, ora è lui a incutere timore ed è quasi sempre necessaria una situazione di superiorità numerica per batterlo. Nella sua seconda uscita al Mondiale asiatico il Settebello manifesta nuovamente concentrazione, lucidità, solidità: appena cinque i gol concessi agli USA, già sconfitti un mese fa alla World League di Firenze, e un ottimo dato delle inferiorità numeriche (3/10). Non c’è stata la goleada, è vero, ed il rovescio della medaglia è che l’Italia non è stata  sbalorditiva quando attaccava con l’uomo in più (4/10). Ma ciò che conta è la vittoria. E gli azzurri la ottengono tenendo sempre a bada gli americani, concedendo al massimo un solo gol di distacco (3-4) all’inizio del terzo parziale, e mettendo in mostra coraggio e consapevolezza del proprio potenziale.

Partita spigolosa, come era lecito attendersi: sconfitti all’esordio dalla Germania, gli USA avevano l’obbligo dei tre punti per non perdere terreno dalla vetta ed evitare gli ottavi (la fortuna sembra però dalla loro parte: incontreranno una tra Canada e Giappone). Sembrava che dovessero rendere la vita difficile agli azzurri, e invece il Settebello ha prevalso amministrando con saggezza, e senza strafare, l’incontro. La curiosità, che in fondo è anche la notizia più piacevole, è che i migliori marcatori di giornata – doppietta – sono Felugo e Gitto, guarda caso gli unici che all’esordio contro il Sudafrica erano rimasti a secco. Bene la difesa, protetta da un Tempesti che si sta esprimendo ad altissimi livelli, discreta anche la prova di Aicardi: per il centroboa savonese un gol realizzato in controfuga ed anche tante sportellate sui due metri che hanno costretto più di un difensore americano ad andare nel pozzetto. L’Italia comanda a punteggio pieno, assieme alla Germania ma con una miglior differenza reti: +19 il dato azzurro, +10 quello dei tedeschi. Per chiudere al primo posto e accedere ai quarti basterebbe un pareggio. Meglio, però, non fare troppi calcoli e continuare così, mantenendo alta l’attenzione.

 

Mercoledì 20 luglio 2011
STATI UNITI-ITALIA 5-8 (1-2, 1-2, 1-3, 2-1)
Natatorium, Shanghai

 

STATI UNITI: Moses, Varellas, Hudnut, Powers, Wright, Alexander 1, Beaubien 2, Azevedo 1, Bailey, Hutten 1, Smith, Buckner, Stevens. All. Schroeder.

ITALIA: Tempesti, Pérez, Gitto 2, Figlioli, Giorgetti 1, Felugo 2, Figari, Gallo 1, Presciutti 1, Fiorentini, Aicardi 1, Deserti, Pastorino. All. Campagna.

ARBITRI: Margeta (SLO) e Tulga (TUR).

NOTE: superiorità numeriche Stati Uniti 3/10, Italia 4/10. Espulso definitivamente Smith a 4’18” qt per somma di falli.

SETTEBELLO, GRAZIE LO STESSO

L’Italia si arrende alla Serbia (7-8) nella finalissima di World League, dopo essere stata sempre in partita.

dai nostri inviati

FIRENZE Peccato, peccato davvero. Proprio sul più bello, proprio in finale, l’Italia si lascia sfuggire la World League. Soprattutto, vede sfumare la possibilità di qualificarsi direttamente per i Giochi Olimpici di Londra del prossimo anno. Sarebbe, tuttavia, più corretto dire che ha vinto la Serbia (8-7 il finale in favore degli uomini di Dejan Udovičić, vincitori del torneo per il secondo anno consecutivo e per la quarta volta negli ultimi cinque anni) e non che ha perso l’Italia. Perché il Settebello ha lottato ad armi pari, non si è dato per spacciato ed ha tenuto l’esito in bilico fino all’ultimo secondo, quando il tiro della disperazione di Gallo si è infranto contro il muro serbo.

Massimo equilibrio. Dimenticatevi il confronto diretto di mercoledì scorso, quello che aveva visto l’Italia arrendersi solamente ai rigori ai maestri serbi: in quel caso si lottava per il primo posto nel girone A, stasera c’era in palio un biglietto per Londra 2012. E si intuisce fin da subito come i serbi siano risoluti nel voler rifilare ad altri la patata bollente dei vari tornei di qualificazione: difesa serrata – l’Italia fallisce subito due superiorità numeriche – e attacco tremendamente cinico, con Udovičić beffa Tempesti su uomo in più e Duško Pijetlović – sembrava destinato alla squalifica, dopo l’espulsione per gioco violento rimediata in semifinale – si gira tra tre difensori realizzando da centroboa di razza. L’Italia, però, non accusa il colpo: raccoglie i cocci e, piano piano, costruisce pazientemente la rimonta. Che si concretizza prima con il grande gol di Aicardi dal centro e poi con la micidiale controfuga concretizzata da Giorgetti – sarà poi eletto, giustamente, miglior giocatore del torneo – con una conclusione che sibila tra le braccia di Soro.

Cuore azzurro. Ad onor di cronaca, in questa finale con vista su Londra manca, al Settebello, la lucidità in superiorità numerica (nessun gol, in due tempi, in quattro situazioni di uomo in più). Non mancano, invece, coraggio, determinazione, audacia. E il senso di squadra: tutti si danno una mano, tutti sono pronti a recitare una parte inedita pur di contribuire al bene comune. Si spiegano così le intrusioni di Giacoppo, un difensore, a centroboa. O gli interventi puliti di Gallo e Presciutti in marcatura su Nikić e Pijetlović, tra gli ospiti più ingrati che potessero bussare alla porta del Settebello. O i gol, realizzati dalla linea dei cinque metri, da Aicardi, uno che solitamente giostra con le spalle rivolte alla porta avversaria. Penalizzata sul piano fisico al cospetto dei marcantoni balcanici, la squadra di Sandro Campagna compensa con la rapidità dei suoi nuotatori: non è un caso che Fiorentini e Figlioli vincano due scatti a testa, non è un caso che le uniche ripartenze della partita arrivino proprio su iniziativa degli azzurri.

Scatto decisivo. Si gioca sul filo del rasoio per tre tempi buoni: la Serbia parte subito sullo 0-2, viene raggiunta in prossimità del suono della prima sirena, passa ancora, nuovo pareggio italiano e, infine, sorpasso in un paio di circostanze (4-3 e 5-4). L’equilibrio è il vero vincitore di questo incontro: Tempesti e Soro, indubbiamente i migliori al mondo nel loro ruolo, strappano applausi con interventi al limite del prodigioso, le rispettive difese assolvono al loro compito tenendo molto basso il dato delle superiorità numeriche. Quando un incontro non riesce a prendere una piega, finisce che la squadra più forte fa valere la propria superiorità. E così fa la Serbia nell’ultimo parziale, quello decisivo: Filipović, inserito dalla stampa presente a Firenze nella squadra ideale del torneo, infila Tempesti sul palo più lontano con una palombella per il 6-5 e, a meno di tre minuti dal termine, con un sinistro violento che, di fatto, deciderà l’incontro. Il tutto in colpevole, da parte degli azzurri, solitudine. L’Italia attacca e tiene sulle corde i serbi fino all’ultimo secondo. Fino a quando Gallo si ritrova sulla mano il pallone del possibile 8-8, che non si concretizza. Finisce con la Serbia che festeggia e che raggiunge Londra prima di tutti. Ma, se in futuro proseguirà su questi binari, per il Settebello la strada non è poi tanto lontana.

In evoluzione. “Siamo come le figurine dei Pokemon che regalo a mio figlio: lui mi dice che ne vuole sempre una nuova, perché i personaggi cambiano, si evolvono. E noi siamo come loro”. Trova la forza di sorridere, Sandro Campagna, nonostante la delusione per il successo mancato di un soffio. “Fino a 2-3 anni fa Serbia e Croazia erano avversari inarrivabili, ora ce la stiamo giocando alla pari con loro”. Vero: nella finale degli Europei di Zagabria la resistenza degli azzurri durò due soli tempi, stasera il Settebello per poco non prolungava la sfida ai rigori.  E pensare che, due anni fa, ai Mondiali in casa chiudevamo con un brutto undicesimo posto. “Quando arrivi a perdere, in una finale, per un solo gol di scarto contro i campioni del mondo in carica, il cui zoccolo duro viene dalla squadra vincitrice dell’Eurolega, significa che la squadra c’è e che siamo alla pari. Solo giocando a questi livelli, a questi ritmi arriverà la giusta esperienza per fare ancora meglio. Abbiamo riportato entusiasmo attorno al Settebello: l’Italia deve essere consapevole di avere una bella nazionale. Godiamocela e lavoriamo sodo per i Mondiali”. Coraggio, azzurri.

 

Domenica 26 giugno 2011
ITALIA-SERBIA 7-8 (2-2, 1-1, 2-2, 2-3)
Piscina Paolo Costoli, Firenze

 

ITALIA: Tempesti, Luongo, Gitto, Figlioli 1, Pérez, Felugo, Giacoppo, Gallo 1, Presciutti, Fiorentini, Aicardi 3, Deserti, Giorgetti 2. All. Campagna.

SERBIA: Soro, Ćuk 1, Gocić, Vanja Udovičić 1, Vapenski, Duško Pijetlović 2, Nikić, Aleksić 1, Rađen, Filipović 3, Prlainović, Mitrović, Gojko Pijetlović. All. Dejan Udovičić.

ARBITRI: Margeta (SLO) e Moliner (ESP).

NOTE: superiorità numeriche Italia 1/9, Serbia 4/11. Espulsi definitivamente Gocić a 2’18” tt e Rađen a 5’21” qt per somma di falli. Spettatori 2200 circa. In tribuna il presidente della FIN Paolo Barelli e il sindaco di Firenze Matteo Renzi.

 

Damiano Benzoni
Simone Pierotti

L’ALLIEVO SUPERA IL MAESTRO: SETTEBELLO IN FINALE

Grande partita dell’Italia che batte ai rigori (13-11) la corazzata Croazia: è finale, di nuovo contro la Serbia.

dal nostro inviato

FIRENZE Non ci consentirà di cambiare la medaglia d’argento degli Europei di Zagabria con quella d’oro, ma vale comunque l’accesso alla finalissima di World League. Ergo la possibilità di riporre in bacheca l’unico trofeo non ancora vinto dal Settebello. E di qualificarsi subito per i Giochi di Londra. Va, dunque, all’Italia la seconda semifinale della World League di Firenze: gli azzurri di Sandro Campagna battono ai rigori (13-11) i campioni continentali della Croazia di Ratko Rudić. Vale a dire: l’allievo che, questa volta, supera il maestro. E non è una semplice saggezza popolare.

Due tempi perfetti. Anche al cospetto dell’unica squadra giunta in semifinale a punteggio pieno l’Italia conferma di saper interpretare eccezionalmente le partite nelle battute iniziali: gli azzurri vincono lo scatto per la conquista della palla sia nel primo tempo che nel secondo, tanto per gradire. E, soprattutto, in oltre dodici minuti di gioco arriva ad infliggere ben quattro reti di distacco ai balcanici. Sbalorditivo, specie nel secondo parziale, il dato delle superiorità numeriche: la Croazia non riesce a sfruttare nemmeno una delle quattro situazioni di uomo in più. Gli azzurri sono consapevoli che per i centroboa Aicardi e Deserti è una serataccia, vuoi per la fisicità dei difensori croati, vuoi per la coppia arbitrale che raramente punisce la squadra di Rudić. E allora provano a giocarsi altre carte. Vincenti. Come quella di capitalizzare le superiorità numeriche (Fiorentini sotto porta e Figlioli dai cinque metri), di azzardare le controfughe (Gallo) e di sfruttare i movimenti senza il pallone per smarcare i tiratori scelti (Felugo e Giorgetti). Nel mezzo c’è anche il colpo di genio di Amaurys Pérez, difensore improvvisatosi centroboa, che con una beduina maligna batte Pavić.

Il ritorno della Croazia. Inermi, distratti, imbrigliati: sembrerà strano, ma è la fotografia della Croazia della prima metà dell’incontro. Dobud e Muslim, al centro, si trovano la porta sbarrata da Tempesti oppure vengono messi nelle condizioni di non nuocere, con l’Italia che raddoppia sempre. E la superiorità numerica, uno dei punti di forza dei croati, serve a poco: i tiratori più insidiosi vengono messi sotto pressione e, di conseguenza, indotti alla conclusione fuori misura. Ma poi succede che la partita stravolge completamente la sua trama. L’Italia, sia per la partenza spedita sia per l’inesperienza di molti suoi giocatori, rallenta vistosamente – per quasi due tempi non riesce neppure a segnare – e subisce l’inevitabile rimonta balcanica. Prima a piccoli passi, con il gol su uomo in più di Sukno, l’unico della terza frazione. Poi nel giro di sessanta secondi, nuovamente con il neorecchelino e capitan Barać che concludono, indisturbati, a rete.  La Croazia, adesso, in superiorità numerica è micidiale e la difesa non cede. Seguono cinque minuti da gatto e topo: Figlioli pone fine alla sterilità azzurra in attacco, Barać pareggia quasi immediatamente, Gallo in controfuga indirizza l’Italia verso la finale, a un minuto e mezzo dalla conclusione, ma poi Joković trova un varco tra Tempesti e il palo. Parità: si va ai rigori.

La tenuta mentale è tutto. Il folto pubblico della “Costoli”, in larga maggioranza italiano, si zittisce di colpo quando i rigoristi azzurri si presentano al limite dei cinque metri: la concentrazione è altissima. E, diversamente dalla gara con la Serbia, l’Italia non sbaglia un colpo: Felugo, Figlioli, Luongo, Gallo, Giorgetti. Pum, pum, pum, pum, pum. Dobud si fa neutralizzare il tiro da Tempesti, con l’aiuto della traversa. Il maestro Rudić, per una volta, deve arrendersi: l’Italia va in finale, a giocarsi il pass olimpico per Londra. “La tenuta mentale è l’aspetto più importante – commenta Campagna al termine della gara – avete visto come erano sereni i rigoristi?”. Il ct azzurro elogia, poi, la prestazione del Settebello: “Meritavamo assolutamente di vincere, abbiamo accusato un calo tra il terzo e il quarto tempo dopo una prima metà straordinaria: abbiamo gestito l’incontro a delle velocità pazzesche, non è facile a questi livelli. Ma, come ho detto, questa è la vittoria della tranquillità, della serenità, dell’entusiasmo: anche sul piano mentale stiamo raccogliendo i frutti del nostro lavoro. Pensate che molti nostri giocatori, fino a due anni fa, non avevano disputato nemmeno i play-off scudetto…la squadra è maturata tantissimo”. Le sue parole quasi si perdono nel frastuono della musica lanciata a fine partita: è un vecchio tormentone di Rino Gaetano, “Ma il cielo è sempre più blu”. Domani notte potrebbe essere nuvoloso e oscuro. Ma solo perché ricorderebbe quello di Londra, un sogno che potrebbe concretizzarsi con un anno di anticipo.

 

Sabato 25 giugno 2011
ITALIA-CROAZIA  13-11 dtr (4-2, 2-1, 0-1, 2-3; 5-3)
Piscina Paolo Costoli, Firenze

 

ITALIA: Tempesti, Luongo, Gitto, Figlioli 2, Pérez 1, Felugo, Giacoppo, Gallo 2, Presciutti, Fiorentini 1, Aicardi, Deserti, Giorgetti 1. All. Campagna.

CROAZIA: Pavić, Burić 1, Bošković 2, Dobud, Joković 1, Muslim, Karač, Bušlje, Sukno 2, Barać 2, Paškvalin, Obradović, Buljubašić. All. Rudić.

ARBITRI: Naumov (RUS) e Margeta (SLO).

NOTE: superiorità numeriche Italia 5/9, Croazia 6/13. Espulso definitivamente Gitto per tre falli a 0’52” qt. Sequenza rigori: Felugo gol, Bošković gol, Figlioli gol, Dobud parato, Luongo gol, Sukno gol, Gallo gol, Joković gol, Giorgetti gol.

 

Simone Pierotti

SETTEBELLO DIECI E LODE

Superba prestazione dell’Italia all’esordio nella Super Final di World League: USA sconfitti 10-4.

dal nostro inviato

FIRENZE Per capire che, forse, qualcosa è davvero cambiato nel Settebello basta tracciare un semplice paragone: due anni fa, ai Mondiali di Roma, l’Italia esordiva con una sconfitta patita per mano degli Stati Uniti, con le bordate di Azevedo che tirarono giù il friabile muro edificato dal ct Campagna. Due anni dopo, nel debutto alle finali della World League a Firenze, gli azzurri dell’allenatore siracusano interrompono la serie negativa con gli yankees con un successo squillante (10-4) e, soprattutto, una prova convincente tanto in difesa quanto in attacco nelle situazioni di superiorità numerica.

Che inizio! Lo scatto vinto da Figlioli è il segnale che annuncia la partenza sfavillante del Settebello. Che trova il vantaggio con un’azione da manuale: Tempesti azzecca i tempi dell’uscita su Bailey, palla a Fiorentini, controfuga innescata e Felugo beffa Moses disegnando una bellissima palombella (per la cronaca: anche due anni fa, ai Mondiali di Roma, il centrovasca recchelino aveva regalato un simile capolavoro). Subìto il pareggio, con gli Usa che beneficiano di una doppia superiorità numerica, gli azzurri riprendono a volare: Deserti guadagna un’espulsione  sui due metri e Giorgetti ne fa tesoro siglando il raddoppio, lo stesso centroboa si vede annullare il 3-1 per un fallo, salvo poi siglarlo poco dopo al termine di una controfuga in tutta solitudine di Felugo. Gli Stati Uniti riescono a far leva solo sulla fisicità, con Smith e Hutten particolarmente ruvidi nella marcatura al centro.

Ermetico e cinico. Ad eccezione per il momentaneo pareggio di Powers, il merito principale dell’Italia è esattamente quello di limitare il potenziale offensivo della squadra di Terry Schroeder. Soprattutto quello del capitano Tony Azevedo, il più temuto alla vigilia, rivelatosi poi innocuo come uno squalo sdentato. Poche volte gli azzurri incappano nel fallo grave: quando succede, la squadra protegge Tempesti in modo egregio e, nelle rare situazioni in cui sembrerebbe esserci una falla, l’estremo difensore rende nulli i tentativi ravvicinati di Bailey e Mann. Per oltre due tempi gli Stati Uniti non riescono a far centro, l’Italia invece sfrutta magistralmente tutte le superiorità numeriche: 8-2 alla fine del terzo parziale, è fatta. Una notte magica, come quella di Alex Giorgetti, miglior marcatore italiano con tre reti. Come quella del toscano Stefano Tempesti, capitano del Settebello nella città che lo ha lanciato nell’orbita della grande pallanuoto. Come quella di Sandro Campagna che, stanotte, sognerà la grande impresa di battere domani la Serbia.

 

Martedì 21 giugno 2011
ITALIA-STATI UNITI 10-4
(3-1, 2-0, 3-1, 2-2)
Piscina Paolo Costoli, Firenze

ITALIA: Tempesti, Luongo 1, Gitto, Figlioli 1, Pérez, Felugo 1, Giacoppo, Gallo 2, Presciutti 1, Fiorentini, Aicardi, Deserti 1, Giorgetti 3. All. Campagna.

STATI UNITI: Moses, Varellas, Hudnut 1, Powers 2, Wright, Alexander, Beaubien, Azevedo, Bailey, Hutten, Smith, Krumpholz, Mann. All. Schroeder.

ARBITRI: Margeta (SLO) e Naumov (RUS).

NOTE: superiorità numeriche Italia 3/5, Stati Uniti 3/7. Espulso Hutten per somma di falli a 1’27” qt.

 

Simone Pierotti