PALLANUOTO: ARRIVEDERCI A EINDHOVEN 2012

Si chiudono gli Europei che hanno visto la rinascita della pallanuoto azzurra, conferme e novità.

Con la finalissima tra Croazia ed Italia, e quella di consolazione tra Serbia ed Ungheria, è calato definitivamente il sipario sugli Europei di Zagabria. Europei che hanno assistito al riscatto della pallanuoto nostrana, seconda con il Settebello e ai piedi del podio con il Setterosa (nessun’altra nazionale ha portato entrambe le selezioni tra le prime quattro classificate). Europei che hanno confermato lo strapotere delle squadre balcaniche, vincitrici indiscusse del titolo continentale da nove anni a questa parte, in campo maschile e della Russia in quello femminile. Europei che, al contrario, hanno messo in luce il difficile momento della pallanuoto ungherese, all’asciutto di medaglie e alle prese con un processo di rinnovamento in vista delle Olimpiadi di Londra. Europei che hanno visto più di una squadra ricorrere ad una difesa a zona mista – raddoppio nelle sole posizioni 2 e 3 – volta a spingere a concludere i (presumibili) peggiori tiratori avversari e a dare avvio a controfughe. Europei che hanno avuto note negative, come la mancata copertura televisiva degli incontri mattutini – noi italiani ci siamo persi le vittorie contro Montenegro e Turchia – e lo scarso numero di spettatori nelle partite in cui non giocavano le rappresentative croate.

E adesso l’attenzione è rivolta a Eindhoven, sede della prossima rassegna iridata continentale: già qualificate, oltre all’Olanda organizzatrice, le varie Croazia, Italia, Serbia, Ungheria e Montenegro. Le squadre che invece a Zagabria si sono classificate dal sesto al dodicesimo posto vanno a completare la griglia dei gironi di qualificazione. Cioè i seguenti:

Gruppo A: Turchia, Malta, Polonia
Gruppo B: Germania, Slovenia, Portogallo, Bulgaria
Gruppo C: Spagna, Macedonia, Bielorussia
Gruppo D: Russia, Francia, Svizzera
Gruppo E: Grecia, Gran Bretagna, Georgia
Gruppo F: Romania, Slovacchia, Ucraina, Israele

Il 30 ottobre inizieranno le prime partite: per ogni girone sono previsti incontri di andata e ritorno tra tutte le squadre. Le prime due classificate accedono alla fase successiva, che sarà a eliminazione diretta e inizierà ad ottobre 2011.

Infine, sono stati premiati come miglior marcatore del torneo maschile il capitano serbo Vanja Udovičić con 18 reti (una in più del rumeno Radu e due in più dello spagnolo Molina) e come miglior realizzatrice del torneo femminile la greca Angeliki Gerolymou con 17 reti.

EUROPEI DI PALLANUOTO 2010

RISULTATI TORNEO MASCHILE

FINALE 3°-4° POSTO

Serbia-Ungheria 10-8

FINALE 1°-2° POSTO

Croazia-Italia 7-3

CROAZIA CAMPIONE D’EUROPA (prima volta)

CLASSIFICA FINALE TORNEO MASCHILE

1 ) Croazia

2 ) ITALIA

3 ) Serbia

4 ) Ungheria

5 ) Montenegro

6 ) Germania

7 ) Romania

8 ) Spagna

9 ) Grecia

10 ) Turchia

11 ) Russia

12 ) Macedonia

Simone Pierotti

PALLANUOTO: SETTEBELLO, SCONFITTA CON ONORE

Nella finalissima degli Europei di Zagabria l’Italia si inchina ai padroni di casa (7-3) ma esce a testa alta.

“Le parole sono importanti” ammoniva Nanni Moretti nei panni di Michele Apicella nel  film “Palombella rossa”. Giusto. E quindi è più corretto dire non che l’Italia della pallanuoto maschile ha perso l’oro, ma che ha vinto l’argento. Perché questo secondo posto agli Europei di Zagabria coincide davvero con la rinascita di un movimento che nel corso degli anni aveva patito troppe delusioni, specialmente tra gli uomini. Il Settebello ha stupito tutti: ha superato un girone difficilissimo battendo Spagna e Montenegro, ha spezzato la serie negativa con la Romania, ha giocato magnificamente con l’Ungheria. Certo, è mancata la ciliegina sulla torta contro la Croazia, alla prima affermazione europea, confermatasi bestia nera degli azzurri di Sandro Campagna in questa tornata. Ed è proprio lui, il tecnico siciliano, il principale artefice di questo miracolo: era stato criticato per alcune convocazioni – vedi Bertoli e Fiorentini quando altri caldeggiavano Figari e Giorgetti – ma i fatti gli hanno dato ragione. Merito suo e dei suoi straordinari giocatori se il Settebello è tornato tra le grandi d’Europa, se è tornato a farci gioire ed emozionare. Che questo argento sia davvero un nuovo punto di partenza per la nostra pallanuoto.

Come era facile prevedere gli spalti del “Mladost Sports Center” sono colonizzati dai sostenitori croati e c’è pure Ivo Josipović, presidente della Repubblica: 5mila tifosi in bianco e rosso che fanno pendere l’ago della bilancia dalla parte degli uomini di Ratko Rudić. Che, dopo aver rischiato lo svantaggio sull’uomo in meno (decisiva la deviazione di capitan Barač su tiro dal vertice destro di Gallo), fanno subito infiammare il pubblico: arriva la prima superiorità numerica e Bošković pesca sul secondo palo il solitario Bušlje che non ha difficoltà a schiacciare il pallone in rete. L’Italia, da copione, si difende a zona raddoppiando, però, solo dalle posizioni 2 e 3: è una tattica per non far giungere a destinazione i servizi al centro, dove Gitto e Fiorentini si alternano nella simil-lotta grecoromana con il possente Dobud. Ma, dall’altro lato, lascia troppo spazio a Bošković che inquadra lo specchio e scaglia violentemente il pallone all’incrocio dei pali, con Tempesti che nulla può di fronte a cotanta potenza. Gli azzurri raccolgono pazientemente i primi cocci rotti e ripartono con serenità: guadagnano subito un’altra espulsione e questa volta fanno centro con un gol di Luongo, bravo a sfruttare la marcatura morbida di Bošković e a infilare Pavić sul primo palo. La partita si accende: il legno di Obradović fa il pari con quello di Figlioli, Aicardi riesce a girarsi al centro ma la sua conclusione viene strozzata. E a otto secondi dalla fine gli azzurri pareggiano con una staffilata di Figlioli che trova l’angolo basso, laggiù, dove la mano di Pavić non arriva. Il Settebello c’è. Eccome se c’è. Una volta vinta l’emozione dei minuti iniziali, esce allo scoperto e mette paura alla Croazia. Pavić vola su due conclusioni di Figlioli, la girata da breve distanza di Gitto finisce fuori per una questione di centimetri e poi lo stesso portiere croato fa buona guardia su una beduina di Deserti. Sul fronte della difesa gli azzurri chiudono i varchi, ma si arrendono al gol del capitano Samir Barač, tra i protagonisti dei primi successi del Brescia, che mette a sedere difensori e Tempesti in superiorità: è l’unico gol di un parziale che ci vede arrembanti, ordinati in difesa e sfortunati in attacco, giacché Aicardi e Deserti svolgono un gran lavoro sui due metri vanificato solamente dai salvataggi di un Pavić in grande forma.

Il dato negativo degli azzurri è proprio la fase offensiva, dove il solo Luongo ha segnato in superiorità numerica e dove andiamo in bianco per l’intero secondo tempo: frenesia e precipitosità sono le nostre consigliere fraudolente. Si vede, insomma, che manca Felugo. Ed è così pure nei successivi otto minuti, nei quali la porta avversaria ci sembra un cantuccio piccolo piccolo e la Croazia inizia a mettere le mani sull’oro con due reti identiche a quelle che ci hanno già segnato: Bošković si fa ancora apprezzare per i tiri da posizione 2, con il pallone che schizza sotto la traversa, mentre Buslje è nuovamente smarcato sul secondo palo in superiorità numerica, pronto ad accompagnare la sfera tricolore in fondo alla rete. Mancano tre lunghezze da recuperare, ad otto minuti dalla conclusione: non sarebbe un’impresa impossibile se l’Italia non incontrasse tutte queste difficoltà nell’andare a segno. Ci pensano comunque i croati a mettere a tacere qualsiasi velleità di rimonta: Joković spara sotto l’incrocio un tiro che Tempesti può solo sfiorare e, successivamente, Muslim sigla una rete che fa assumere al risultato le sembianze di una punizione fin troppo severa nei confronti del Settebello. Che mette dentro l’ultimo gol dell’incontro con Gallo, una conclusione dalla distanza che fa breccia in uno dei pochi momenti in cui Pavić non è irreprensibile. Il portiere del Mladost, infatti, neutralizza anche gli ultimi, disperati tentativi degli azzurri. Bacia il pallone ogni volta che salva il risultato. Ed è il primo ad alzare le braccia prima del triplice fischio che sancisce la prima volta europea della Croazia. Nove anni dopo, l’Italia si ferma ancora una volta a un passo dall’oro. Ma a Budapest non fece tanto scalpore, oggi sì perché è un argento conquistato con un gruppo – sì, un gruppo – rivoluzionato da un anno a questa parte e con numerosi giovani tanto inesperti quanto generosi e impagabili per abnegazione. A Shangai torneremo a presentarci tra le favorite: è soprattutto dalle sconfitte che si costruiscono i successi più luminosi. Il futuro è anche nostro. Basta volerlo, Federazione e società in primis.

 

Sabato 11 settembre 2010

CROAZIA-ITALIA 7-3 (2-2, 1-0, 2-0, 3-1)

Mladost Sports Center, Zagabria

CROAZIA: Pavić, Joković 1, Bošković 2, Burić, Barač 1, Sukno, Dobud; Muslim 1, Karač, Bušlje 2, Hinić, Obradović, Buljubašić. All. Rudić.

ITALIA: Tempesti, Gallo 1, Fiorentini, Gitto, Figlioli 1, Presciutti, Aicardi; Pastorino ne, Luongo 1, Bertoli, Felugo ne, Giacoppo, Deserti. All. Campagna.

ARBITRI: Tulga (Turchia) e Stavridis (Grecia).

NOTE: superiorità numeriche Italia 1/8, Croazia 3/7. Spettatori 5000. Presenti in tribuna il presidente della FIN Paolo Barelli, il segretario generale della FIN Antonello Panza ed il presidente della Repubblica croata Ivo Josipović.

 

ALBO D’ORO EUROPEI PALLANUOTO

1926 Ungheria
1927 Ungheria
1931 Ungheria
1934 Ungheria
1938 Ungheria
1947 ITALIA
1950 Olanda
1954 Ungheria
1958 Ungheria
1962 Ungheria
1966 Urss
1970 Urss
1974 Urss
1977 Ungheria
1981 Germania Ovest
1983 Urss
1985 Urss
1987 Urss
1989 Germania Ovest
1991 Jugoslavia
1993 ITALIA
1995 ITALIA
1997 Ungheria
1999 Ungheria
2001 Jugoslavia
2003 Serbia-Montenegro
2006 Serbia
2008 Montenegro
2010 Croazia

Simone Pierotti

PALLANUOTO: È IL GIORNO DEL SETTEBELLO

Giorno di chiusura agli Europei di Zagabria: Croazia e Italia si giocano l’oro (ore 21, diretta Rai Sport 1).

Una non mette al collo l’oro europeo da ormai quindici anni, l’altra non l’ha mai vinto. Chiunque trionferà stasera, dunque, scriverà un nuovo pezzo di storia della pallanuoto del Vecchio Continente. A Zagabria cala il sipario sugli Europei e nella piscina del Mladost andrà in scena la finalissima del torneo maschile: se per la Croazia padrona di casa era l’obiettivo minimo, la vera sorpresa è l’Italia di Sandro Campagna. Il Settebello, arrivato nei Balcani godendo di poco credito, ha rovesciato ogni pronostico ed ha raggiunto l’atto finale sconfiggendo lungo il percorso nazionali sulla carta più quotate come Spagna, Montenegro (campioni europei in carica, lo saranno ancora per poche ore) e Ungheria, vincitrice degli ultimi tre Giochi Olimpici. Tutto questo con una squadra profondamente rinnovata rispetto ai fallimentari Mondiali di Roma di un anno fa. E con alcune scommesse vinte, vedi il non ancora ventenne Stefano Luongo, finora a segno già sette volte, o il richiamo di Arnaldo Deserti, centroboa che ha fruttato pochi gol eppure fondamentale nell’economia del gioco azzurro. Ritroviamo da avversario quel Ratko Rudić che ha creato la leggenda del Settebello nella prima metà anni Novanta (due Europei, un Mondiale, una Coppa FINA ed un’Olimpiade), ha dato impulso al movimento pallanotistico negli Stati Uniti e che, adesso, sta facendo grande la sua Croazia, unica squadra a sconfiggere gli azzurri nel girone eliminatorio. Finora l’Italia ha dato dimostrazione di grande solidità in difesa, con Tempesti autentica muraglia umana, e di grande coesione, sapendo vincere a dispetto di assenze pesanti, vedi Figlioli contro la Spagna e Felugo nella semifinale. E contro l’Ungheria ha funzionato pure l’attacco, rivelatosi a volte il nostro punto debole.

La Croazia, dal canto suo, godrà innanzitutto del sostegno di cinquemila spettatori pronti a vestirsi di bianco e rosso. E poi ha in Jug Dubrovnik e Mladost Zagabria i suoi blocchi principali: alcuni giocatori, insomma, conoscono a memoria i movimenti dei loro compagni. Il punto di forza è sicuramente la fisicità: se gli arbitri lasciano correre, non sarà bizzarro assistere nuovamente a Burić o Bušlje che trascinano lontano dalla linea dei due metri i nostri centroboa e lo stesso dicasi per i giocatori posizionati lungo il perimetro. La chiave tattica per battere i croati sarà, probabilmente, questa: consueta difesa a zona mista – tutti a pressing tranne i difensori in posizione 2 e 3 – per indurre l’avversario a tirare con il timore di subire una contrifuga in caso di errore. Lo schema può apparire rischioso considerando le bocche da fuoco balcaniche – Bošković, Joković, Muslim e Sukno – ma è pur vero che Tempesti ha dimostrato in questo Europeo di poter fornire numerose garanzie.  In attacco, poi, saranno fondamentali i movimenti dei giocatori senza palla, premesso che la Croazia giocherà molto probabilmente a pressing poiché potrà far valere kili e centimetri in abbondanza. Al resto penseranno la tensione che ogni finale porta con sé e la capacità di sfruttare le superiorità numeriche.

Infine, qualche curiosità: Croazia-Italia è anche una partita che mette di fronte due paesi che hanno avuto contatti diretti nella prima metà del Novecento (si pensi ai possedimenti italiani in Istria ed in Dalmazia). Non sarà una partita qualunque per Ratko Rudić, tecnico croato che ha lasciato ricordi indelebili nel nostro paese, al punto da meritarsi la cittadinanza italiana per meriti sportivi. Non sarà una partita qualunque per Deni Fiorentini, nazionale azzurro nato a Spalato da padre croato – il suo secondo cognome è Jovanović – e madre italiana, che qualche anno fa fu convocato proprio nella selezione che oggi affronta da avversario. E non sarà una partita qualsiasi per il difensore croato Damir Burić, pure lui in possesso del passaporto italiano, e per il ventenne Sandro Sukno, cresciuto in Italia quando papà Goran allenava la Rari Nantes Salerno. Da non dimenticare, poi, il confronto tra l’allievo (Sandro Campagna) ed il maestro (Ratko Rudić): chi la spunterà?

Così a Zagabria (ore 21, diretta Rai Sport 1):

CROAZIA: Pavić, Joković, Bošković, Burić, Muslim, Sukno, Dobud; Obradović, Buljubašić, Karač, Barač (c), Hinić, Bušlje. All. Rudić.

ITALIA: Tempesti (c), Gallo, Fiorentini, Gitto, Figlioli, Presciutti, Aicardi; Pastorino, Luongo, Bertoli, Giacoppo, Deserti. Indisponibile: Felugo (infortunato). All. Campagna

ARBITRI: Tulga (Turchia) e Stavridis (Grecia).

 

EUROPEI DI PALLANUOTO 2010

RISULTATI TORNEO MASCHILE

FINALE 9°-10° POSTO

Grecia-Turchia 10-7

FINALE 7°-8° POSTO

Spagna-Romania 7-8

FINALE 5°-6° POSTO

Germania-Montenegro 6-14

RISULTATI TORNEO FEMMINILE

FINALE 3°-4° POSTO

Italia-Olanda 12-14

FINALE 1°-2° POSTO

Grecia-Russia 6-11

CLASSIFICA FINALE – TORNEO FEMMINILE

1 ) Russia

2 ) Grecia

3 ) Olanda

4 ) ITALIA

5 ) Ungheria

6 ) Spagna

7 ) Germania

8 ) Croazia

Simone Pierotti

PALLANUOTO: SETTEROSA FUORI DAL PODIO

Sconfitta per il Setterosa nella finale di consolazione con l’Olanda (12-14): le azzurre pagano un brutto primo tempo.

Niente da fare. Nemmeno il bronzo. Dopo la secca sconfitta nella semifinale con la Grecia, il Setterosa perde pure nella finale per il terzo posto contro l’Olanda di Mauro Maugeri, che allenò la nazionale femminile a quei Giochi Olimpici di Pechino vinti proprio dalla nazionale dei Paesi Bassi. Le azzurre si congedano da Zagabria con un 12-14 causato, soprattutto, da un pessimo primo tempo. E iniziano i rimpianti.

L’ultimo in ordine di tempo arriva proprio dalla finalina contro le olandesi: il Setterosa, una volta entrato in partita, dimostra di giocarsela alla pari con le avversarie. Ma tutto viene rovinato da quel primo parziale dove le olandesi dilagano subito sul 4-0 e, una volta che l’Italia accorcia le distanze con Rocco, ristabiliscono subito le quattro lunghezze di vantaggio con un bellissimo tiro a sciarpa di Vermeer. Nel secondo tempo, dopo un altro schiaffo delle olandesi, il Setterosa si rialza e mette dentro alcune superiorità numeriche. Ma la difesa, fino ad ora nostro punto di forza, viene perforata con disarmante facilità e la Gigli è il battistiano scoglio che tenta di arginare il mare. L’Olanda fa tutto quello che deve fare, tanto che Maugeri non si alza mai dalla panchina per richiamare le sue giocatrici. Nel finale di gara le azzurre riescono a riportarsi sotto di due lunghezze, ma mai danno l’impressione di poter minacciare la formazione di Maugeri.

Essere tra le prime quattro d’Europa, comunque, non è un traguardo negativo, specie se si considera che le due finaliste – Grecia e Russia – hanno dimostrato di essere superiori alle altre compagini. Il problema, semmai, sarà ai Mondiali di Shangai perché, al momento, la vera eccellenza della pallanuoto mondiale non è quella europea: Australia e Stati Uniti sono di un livello ancora più alto, il Canada può inserirsi come terza forza e poi c’è la Cina, il cui movimento pallanotistico è in crescita tra le donne, che giocherà in casa. La sensazione è che il Setterosa rischia di andare incontro a quanto è accaduto negli ultimi quindici anni alla nazionale maschile: alla luce dei grandi successi sotto la guida di Rudić non ci si preoccupò, sbagliando, del ricambio generazionale. Tant’è che dopo l’oro agli Europei di Vienna del 1995 ed il bronzo ai Giochi di Atlanta dell’anno successivo sono arrivate poche gioie (un argento continentale ed uno mondiale) e tante delusioni. Per lungo tempo le varie Allucci, Conti, Malato, Miceli hanno tirato la carretta senza avere alle spalle possibili sostitute. Nella nazionale di Roberto Fiori figurano alcune giocatrici che vinsero gli Europei juniores, giovani interessanti a cui manca ancora esperienza per giocare ad alti livelli, come dimostrano alcuni peccati commessi nelle due partite contro la Grecia ed il primo tempo odierno con l’Olanda. Ma non tutto è da buttare, vedi la straordinaria reazione contro la Russia nel finale (dal 12-7 al 12-12) e la partita con la Spagna e la già guadagnata qualificazione ai Mondiali.  Dalle selezioni giovanili, inoltre, arrivano buone notizie, come il bronzo agli Europei juniores ’93 di Dniprodzeržins’k: il futuro potrebbe essere ancora (Sette)rosa. Ma ci sara da lavorare sodo, partendo già con una maggior valorizzazione dei vivai.

Venerdì 10 settembre 2010

ITALIA-OLANDA 12-14 (1-5, 4-3, 3-3, 4-3)

Mladost Sports Center, Zagabria

ITALIA: Gigli, Emmolo 1, Garibotti 1, Abbate 1, Bianconi 3, Cotti 2, Casanova; Gorlero ne, Radicchi 1, Motta, Aiello 2, Rocco 1, Frassinetti 1. All. Fiori.

OLANDA: van der Meijden, J. Cabout 4, Hakhverdian 2, Klein, van Belkum 4, M. Cabout 2, Smit 1; Heinis ne, van der Sloot ne, Stomphorst, Vermeer 1, Nijhuis, Koot. All. Maugeri.

ARBITRI: Wengenroth (Svizzera) e Juhász (Ungheria).

NOTE: superiorità numeriche Italia 5/9, Olanda 7/14. Uscite per limite di falli Motta (I) al 6′ del terzo tempo e Cotti (I) a 3’31” del quarto.

Simone Pierotti

PALLANUOTO: OGGI LA FINALE FEMMINILE

Grecia e Russia si contendono stasera (ore 19.30) l’oro europeo in campo femminile. L’Italia cerca il bronzo.

Era il giorno delle semifinali al torneo maschile degli Europei di pallanuoto di Zagabria. Ed il pubblico del Mladost Sports Center non può certo ritenersi deluso: la Croazia ritrova, sette anni dopo Kranj, la finale continentale. E lo fa superando un rivale che più acerrimo non si potrebbe, la Serbia campione del mondo, contro cui i biancorossi avevano quasi sempre incassato sconfitte negli ultimi anni. L’altra finalista, a sorpresa ma con pieno merito, è l’Italia di Sandro Campagna: il Settebello ci fa ritornare alla mente ai fasti degli anni Novanta battendo 10-8 l’Ungheria. Una vittoria limpida, figlia di una prestazione tutta cuore e classe, dove fortunatamente non si è fatta sentire l’assenza dell’infortunato Felugo.

A Zagabria si sono giocate anche altre tre sfide, di cui due valide per assegnare gli ultimi posti della graduatoria: a contendersi il settimo posto saranno Spagna e Romania che nelle semifinali hanno superato Grecia e Turchia. Se la vittoria dei rumeni era piuttosto scontata (15-8), iberici e ellenici hanno allungato fino ai tempi supplementari il loro duello: decisivo a meno di un minuto dal termine il gol dal perimetro di Xavi García. Da segnalare la prestazione del rumeno Ramiro Georgescu che chiude con un impressionante 100% di realizzazione (cinque tiri, altrettanti gol). Infine era in programma l’incontro Russia-Macedonia per assegnare l’undicesimo posto finale: vincono, seppur di misura, i primi per 5-4.

Questa sera alle 19.30 va in scena la finalissima del torneo femminile tra Grecia e Russia. Le quali si sono già affrontate, pareggiando, nel girone eliminatorio. Quasi impossibile pronosticare chi vincerà: le due nazionali sono, indubbiamente, di un livello superiore rispetto ad altre e presentano caratteristiche simili, con portieri affidabili (Tsouri e Kovtunovskaja), abili tiratrici dal perimetro (Roubesi e Antonakou da una parte, Konuch e Ivanova dall’altra), rigoriste infallibili (Gerolymou e Prokofieva) e centroboa pericolosi (Asimaki e Beljaeva). Si giocherà, verosimilmente, sul filo del rasoio. E attenzione alle russe: se vincono diventano la terza squadra, assieme a Olanda e Italia, ad aggiudicarsi tre edizioni consecutive degli Europei. Per la Grecia, invece, comunque vada sarà la prima medaglia conquistata ad un torneo continentale. La gara sarà preceduta dalla finale per il terzo posto, dove l’Italia proverà a mettersi al collo la medaglia di bronzo a discapito dell’Olanda, guidata da Mauro Maugeri, ex ct del Setterosa.

EUROPEI DI PALLANUOTO 2010

RISULTATI TORNEO MASCHILE

FINALE 11°-12° POSTO

Russia-Macedonia 5-4

SEMIFINALI 7°-10° POSTO

Spagna-Grecia 12-11 dts

Turchia-Romania 8-15

SEMIFINALI 1°-4° POSTO

Serbia-Croazia 9-10

Italia-Ungheria 10-8

PROGRAMMA FINALI

Serbia-Ungheria (3°-4° posto)

Croazia-Italia (1°-2° posto)

OGGI IN ACQUA – TORNEO MASCHILE

ore 10.00  Grecia-Turchia (finale 9°-10° posto)

ore 12.00   Spagna-Romania (finale 7°-8° posto)

ore 14.00  Germania-Montenegro (finale 5°-6° posto)

OGGI IN ACQUA – TORNEO FEMMINILE

ore 17.30  Italia-Olanda (finale 3°-4° posto)

ore 19.30  Grecia-Russia (finale 1°-2° posto)

Simone Pierotti