LA PRIMA GUERRA DELLA PALLANUOTO

Gli innumerevoli conflitti nei Balcani vissuti attraverso uno degli sport più popolari della regione: la pallanuoto.

Quando, nel 1926, si svolsero a Budapest i primi campionati europei riservati agli sport acquatici, la Jugoslavia era un’unica entità nazionale: all’epoca si chiamava Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni ed inglobava anche gli attuali territori di Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Di lì a tre anni sarebbe diventato, più semplicemente, Regno di Jugoslavia. La prima medaglia della nazionale di pallanuoto, tuttavia, arriva solamente nel 1950 ed è un bronzo: nel frattempo è nuovamente cambiata la situazione sul piano geopolitico. Pochi mesi dopo la conclusione della seconda Guerra Mondiale, infatti, era stata proclamata la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, anche se la transizione dalla monarchia alla nuova forma di governo era già avvenuta negli anni precedenti.

Una volta conquistato il bronzo a Vienna – strano scherzo del destino, giacché parte dei territori jugoslavi erano stati, un tempo, sotto il dominio dell’impero austro-ungarico -, la nazionale di pallanuoto siede fin da subito al tavolo delle grandi del Vecchio Continente: il settebello slavo salirà sul podio per ben otto edizioni consecutive, portando a casa quattro medaglie d’argento. Quasi sempre la squadra deve cedere il passo alle altre due potenze pallanotistiche d’Oltrecortina, Ungheria ed Unione Sovietica, ma si vede che manca poco per compiere il salto definitivo.

I primi successi. Negli anni Ottanta, quando iniziano i primi fermenti nazionalisti in seguito alla morte del maresciallo Tito, la Jugoslavia raggiunge finalmente l’apice sotto la guida del santone Ratko Rudić (nella foto a destra): ben due ori olimpici (1984 e 1988, entrambi conquistati ai danni degli Stati Uniti) ed il primo trionfo mondiale, nel 1986 a Madrid con una vittoria all’ultimo secondo sull’Italia. Ed è proprio sulla panchina del Settebello che andrà Rudić, lasciando spazio a Nikola Stamenić. Il nuovo allenatore si guadagna subito la stima dei vertici federali, vincendo nel gennaio 1991 i Mondiali a Perth: in finale la Jugoslavia supera di misura (9-8) la nascente Spagna dei vari Estiarte, Rollán e Sans. La forza della nazionale si basa tutta su due blocchi, quello serbo e quello croato, con il montenegrino Mirko Vičević, protagonista in Italia con la calottina del Savona, come unica eccezione.

Ma, proprio quando sembra che la nazionale balcanica non abbia avversari in grado di contrastarla, ecco piovere dal cielo una nuova tegola: la vittoria, avvenuta l’anno precedente, dei partiti anticomunisti di Jože Pučnik in Slovenia e, soprattutto, di Franjo Tuđman in Croazia. Iniziano le prime rivendicazioni di indipendenza, la situazione precipita e nell’estate del 1991 le autorità sportive croata e slovena proibiscono ai loro atleti di partecipare alle varie competizioni con la selezione jugoslava. Di lì a pochi giorni si aprono gli Europei ad Atene e la squadra di Stamenić, fresca vincitrice del Mondiale, deve rinunciare a cinque pezzi pregiati come Mislav Bezmalinović, Perica Bukić (oggi presidente della federpallanuoto croata), Ranko Posinković, Dubravko Šimenc e persino Ante Vasović, padre serbo e madre croata, appiedato dal suo club, lo Jadran Spalato. I sostituti, comunque, si rivelano all’altezza della situazione e la Jugoslavia sale per la prima volta sul tetto d’Europa: pochi mesi dopo Perth, in finale è nuovamente duello con la Spagna, battuta ancora una volta sul filo di lana (11-10). Croazia e Slovenia si separano. È, comunque, il canto del cigno della nazionale della Jugoslavia unita, giacché l’anno successivo nessuna delle selezioni balcaniche figurerà tra le partecipanti ai Giochi olimpici di Barcellona dove, peraltro, arrivano in finale due allenatori croati: da una parte Ratko Rudić sulla panchina dell’Italia, dall’altra Dragan Matutinović su quella della Spagna. Nel frattempo scoppia la guerra nei Balcani e Bosnia, Croazia, Macedonia e Slovenia ottengono l’agognata indipendenza: la vecchia Jugoslavia di Tito si sgretola, dalla bandiera viene rimossa la celebre stella rossa e a rappresentare la vecchia repubblica federale restano solo Serbia, Montenegro e Kosovo. La nuova nazionale, che rimane sotto la guida di Stamenić, soffre il definitivo addio della componente croata ed impiega qualche anno per rimettere al proprio posto i suoi pezzi: nel 1997, agli Europei di Siviglia, deve accontentarsi dell’argento e l’anno successivo finisce terza ai Mondiali di Perth. Inizia il nuovo millennio e, a dieci anni esatti dal primo trionfo continentale, la Jugoslavia torna nuovamente a dettar legge: chiusa la lunga era di Stamenić, è Nenad Manojlović il nuovo selezionatore. A Budapest serbi e montenegrini battono in finale l’Italia del nuovo corso di Sandro Campagna, che ha preso il posto di Rudic: l’argento in terra magiara rimane, tuttora, l’ultimo podio del Settebello agli Europei.

La battaglia di Kranj. Sebbene gli anni Novanta siano stati quelli che hanno deciso in via definitiva le sorti dei Balcani, è nella successiva decade che sport e politica incrociano maggiormente le loro strade. Lo scenario “perfetto” è quello disegnato dagli Europei del 2003: si gioca a Kranj, in Slovenia, ed in finale arrivano la Croazia e la neonata Serbia-Montenegro (che però sulle calottine riporta ancora la sigla YUG). In acqua ed in tribuna non mancano le scintille: una finale è pur sempre una finale e si affrontano due paesi separati un tempo da un odio reciproco. Alcuni tifosi croati forzano gli ingressi ed entrano senza pagare regolarmente il biglietto La Croazia conduce per lungo tempo l’incontro e arriva fino al 7-4, ma dall’altra parte c’è un avversario indomito che riesce a prolungare la sfida ai tempi supplementari, intervallati dalle medicazioni all’arbitro slovacco Kratovchil, colpito alla testa da un bullone: nella prima delle due proroghe il serbo Šapić segna il gol del definitivo 9-8. Sugli spalti si scatena l’inferno, complice un servizio di sicurezza inadeguato per la circostanza (appena quaranta gli agenti impiegati per controllare quasi tremila persone): gli uligani croati, molti dei quali ubriachi, sradicano i seggiolini e li lanciano con veemenza in acqua e verso le panchine. Un altro gruppo si avvicina alla zona delle tv e danneggia impianti e materiali, interrompendo per alcuni minuti il collegamento Rai. A rinfocolare gli animi ci pensano persino le autorità, con i ministri serbi Boris Tadić e Goran Svilanović che si danno alla pazza gioia: quest’ultimo addirittura si tuffa in acqua per festeggiare la squadra. Non è tutto: a Belgrado i tifosi scendono in strada per festeggiare ma, una volta viste le immagini in tv, si dirigono all’ambasciata croata. Vetri infranti, muri imbrattati, la bandiera a scacchi bianchi e rossi bruciata e sostituita con il tricolore serbo-montenegrino. Analoga situazione a Novi Sad, dove la folla inneggia addirittura ai criminali di guerra Mladić e Karadžić. Scoppia il caso diplomatico: Milan Simurdić, ambasciatore serbo in Croazia, viene convocato d’urgenza dal governo di Zagabria mentre il ministro degli Esteri Tonino Picula annulla una visita in Montenegro.

Dall’ex Jugoslavia alla Serbia. Passano tre anni: gli Europei si svolgono ancora nei Balcani, a Belgrado. Vince la Serbia padrona di casa, orfana però dei giocatori montenegrini: pochi mesi prima (21 maggio) un referendum aveva infatti sancito l’indipendenza del Montenegro, comunque riconosciuta dal governo serbo. Tuttavia, prima della scissione, sotto la bandiera delle due nazioni ancora unite la squadra aveva vinto la sua seconda World League, torneo che solitamente serve come banco di prova in vista degli eventi più importanti. E così la nazionale serba, ora allenata da Dejan Udovičić, passa alla storia per aver vinto quattro volte il titolo europeo con altrettante, diverse denominazioni. L’ultimo episodio degli intrecci tra sport e politica nei Balcani risale all’estate 2008, alla vigilia dei Giochi olimpici di Pechino: a Málaga arrivano in finale proprio Serbia e Montenegro, con vittoria, neanche poi sorprendente, di questi ultimi. La saga si è recentemente arricchita di un nuovo capitolo: a Zagabria indosserà la calottina montenegrina l’esperto portiere Denis Šefik, fino al 2008 in forza alla nazionale serba. La sua ultima apparizione risale ai Giochi di Pechino: qui si rese protagonista di un acceso diverbio (poi degenerato in rissa) all’interno del villaggio olimpico con Aleksandar Šapić, che accusò Šefik di essere stato corrotto proprio dai montenegrini in occasione della finale di Málaga. Le due nazionali non figurano nello stesso girone, ma chissà che il destino non decida di porle nuovamente una di fronte all’altra come nella recente finale di World League e, chissà, regalare altre storie da raccontare.

(Articolo pubblicato sul Numero 1 di Pianeta Sport)

LA SERBIA E’ LA REGINA DELLA WORLD LEAGUE

La Serbia, campione del mondo in carica, succede al Montenegro nell’albo d’oro della World League di Pallanuoto Maschile.

Il serbo FilipovicVendetta, tremenda vendetta. Due anni dopo la finale degli Europei di Málaga, dove – un po’ a sorpresa – vinse il Montenegro grazie ad un gol di Mlađan Janović nei tempi supplementari, la Serbia si vendica e si aggiudica la nona edizione della World League di pallanuoto maschile (vittoria per 14-12 ai rigori): i serbi succedono nell’albo d’oro proprio ai montenegrini, che un anno fa vinsero a Podgorica il loro secondo trofeo internazionale dopo la storica conquista dell’Europa. Per la nazionale balcanica è la terza affermazione nella World League, la quinta se si considerano i due titoli conquistati come Serbia e Montenegro (curiosità: nello stesso anno – 2006 – la World League fu vinta con la vecchia denominazione, gli Europei di Belgrado come sola Serbia).

Anche questa volta è stata una battaglia da cui sembrava non uscire un vincitore: un tempo per parte, altri due conclusi in parità e partita che si protrae sino ai rigori, dove si rivelano più freddi i serbi. Al terzo posto finisce la Croazia di Rudić, che a settembre ospiterà gli Europei: nella finale di consolazione i biancorossi battono un’Australia che nella fase a gironi le aveva fatto un brutto sgambetto. E così la World League sembra già fornire una prima considerazione su cosa dovremo attenderci a Zagabria: probabilmente, la vittoria arriderà ad una delle nazionali balcaniche, con la Serbia leggermente favorita. Vero è che in terra croata ci sarà la sempre temibile Ungheria, assente invece a Niš, ma i magiari hanno accusato il ricambio generazionale e – almeno sulla carta – sembrano in ritardo rispetto a serbi, croati e montenegrini.

Al quinto posto arrivano invece gli Stati Uniti, che superano di misura la Spagna: un piazzamento deludente, quello degli iberici, alla luce dell’argento conquistato un anno fa ai Mondiali di Roma. Probabile che la squadra di Rafael Aguilar abbia fatto degli esperimenti e che l’attenzione sia tutta proiettata ai prossimi Europei. Infine, la Cina lascia al Sud Africa la maglia nera del torneo: con la sconfitta nella finale per il 7° ed 8° posto, la nazionale del Continente Nero chiude la trasferta in terra serba con il poco invidiabile “bottino” di zero vittorie in sei incontri.

FINALE 7°-8° POSTO

CINA-SUD AFRICA 11-5 (6-3, 1-1, 0-0, 4-1)

CINA: Ge, Tan 2, Liang 2, Yu, Guo 1, Pan, Y. Wang 1, Xie, Li, B. Wang 1, Han 2, Liand 1, Wu. All. Cai.
SUD AFRICA: Belcher, Card, Stewart, McCarthy, Manson 1, Kyte, Samuel 1, Bell 1, Downes, Naidoo 1, Molyneux 1, Spencer, Kemp. All. Rowe.
ARBITRI: Brguljan (Montenegro) e Bock (Germania).
NOTE: superiorità numeriche Cina 11, Sud Africa 10.

FINALE 5°-6° POSTO

STATI UNITI-SPAGNA 7-6 (1-3, 2-0, 3-1, 1-2)

STATI UNITI: Moses, Varellas, Sharf 1, Powers, Wright, Alexander, Bukner, Azevedo 1, Bailey 1, Hutten 2, Smith 2, Krumpholz, Stevens. All. Schroeder.
SPAGNA: I. Aguilar, M. García, Martín, G. López, Molina 1, Minguell 2, Gallego, Español, Valles, Perrone, Mallarach 1, X. García 2, D. López. All. R. Aguilar.
ARBITRI: Golijan (Serbia) e Peris (Croazia).
NOTE: superiorità numeriche Stati Uniti 8, Spagna 11.

FINALE 3°-4° POSTO

CROAZIA-AUSTRALIA 9-7 (4-1, 2-1, 3-3, 0-2)

CROAZIA: Nižić, Burić 1, Bošković 4, Dobud, Joković, Karač, Marjović 1, Bušlje, Sukno 1, Muslim 2, Paškvalin, Obradović, Pavić. All. Tucak (Rudić squalificato).
AUSTRALIA: Stanton, Maitland, Miller 3, Swift, Younger 2, Cotterill, O’Halloran, McGregor 1, Martin, Campbell, Baird, Howden 1, Dennerley. All. Fox.
ARBITRI: Naumov (Russia) e Rostard (Stati Uniti).
NOTE: superiorità numeriche Croazia 17, Australia 9.

FINALE 1°-2° POSTO

SERBIA-MONTENEGRO 14-12 dtr (1-1, 3-4, 2-2, 4-3; 4-2)

SERBIA: Soro, Avramović, Gocić 1, V. Udovičić 3, Vapenski, D. Pjetlović 2, Nikić, Aleksić, Rađen, Filipović 3, Prlainović 3, Mitrović 2, G. Pjetlović. All. D. Udovičić.
MONTENEGRO: Radić, Brguljan, Pasković 1, Danilović 2, Vukčević, Tičić 2, M. Janović, N. Janović 1, Ivović 2, Zloković 2, Gojković 2, Jokić, Šćepanović. All. Porobić.
ARBITRI: Gomez (Italia) e Fernández (Spagna).
NOTE: superiorità numeriche Serbia 17, Montenegro 17.

CLASSIFICA FINALE

1° SERBIA
2° MONTENEGRO
3° CROAZIA
4° AUSTRALIA
5° STATI UNITI
6° SPAGNA
7° CINA
8° SUD AFRICA

ALBO D’ORO

2002 Russia
2003 Ungheria
2004 Ungheria
2005 Serbia e Montenegro
2006 Serbia e Montenegro
2007 Serbia
2008 Serbia
2009 Montenegro
2010 SERBIA

Simone Pierotti

WORLD LEAGUE: LA FINALE E’ SERBIA – MONTENEGRO

Come ai Campionati Europei del 2008, la finale della World League di Pallanuoto Maschile si disputerà tra Serbia e Montenegro

World LeagueEsattamente come nella finalissima degli Europei di due anni fa: a contendersi la nona edizione della World League di pallanuoto maschile saranno Serbia e Montenegro, con i primi favoriti d’obbligo e non solo perché avranno il vantaggio di giocare di fronte al pubblico amico di Niš. La nazionale di Dejan Udovičić, infatti, appena un anno fa si laureò campione del mondo a Roma ed è l’unica squadra che fino ad ora ha avuto nella Final Eight un cammino lineare: cinque incontri, cinque vittorie. Inoltre ha dato dimostrazione di grande forza, aggiudicandosi entrambe le sfide contro gli eterni rivali della Croazia: sia nella fase a gironi, sia nella semifinale di ieri i biancorossi – allenati peraltro da un serbo quale il leggendario Ratko Rudić – avevano fatto registrare una miglior partenza, aggiudicandosi il primo parziale. Ma poi la Serbia, trascinata anche dal tifo sugli spalti, ha rovesciato la situazione a proprio vantaggio ed anche questa volta non si lascia sfuggire la vittoria. Da segnalare, per la cronaca, i cinque gol di Andrija Prlainović, nazionale serbo ma nato a Dubrovnik, in Dalmazia. Dall’altra parte ci sarà un Montenegro che non senza difficoltà ha superato l’Australia: come era già accaduto contro la Serbia i gialloverdi mettono alle corde l’avversario e chiudono il primo tempo in vantaggio (3-1). Con il passare dei minuti, comunque, i balcanici prendono le misure all’avversario e riescono a ribaltare il risultato. Ancora una volta, dunque, gli australiani escono a testa alta dal confronto con una nazionale europea (e che nazionale!, il Montenegro campione europeo in carica) e così John Fox può dormire sonni tranquilli: la squadra ha metabolizzato alla perfezione l’addio di Pietro Figlioli e sarà certamente avversario da temere ai prossimi Mondiali.

Nella parte bassa del tabellone, scontato il successo della Spagna sul Sud Africa e degli Stati Uniti sulla Cina, sfida che qualche decennio fa avrebbe assunto ben altro fascino. Oggi si giocano tutte le finali: il pubblico di Niš già assapora l’ennesimo derby balcanico della propria squadra.

SEMIFINALI 5°-8° POSTO

STATI UNITI-CINA 13-6 (1-1, 4-2, 4-0, 4-3)

STATI UNITI: Moses, Varellas 3, Sharf 1, Powers 1, Wright, Alexander, Bukner, Azevedo 4, Bailey 3, Hutten, Smith, Krumpholz 1, Stevens. All. Schroeder.
CINA: Ge, Tan, Liang, Yu, Guo, Pan 1, Y. Wang, Xie, Li 2, B. Wang 2, Han, Liand 1, Wu. All. Cai.
ARBITRI: Golijanin (Serbia) e Pinker (Sud Africa).
NOTE: superiorità numeriche Stati Uniti 7, Cina 7.

SPAGNA-SUD AFRICA 12-1 (2-0, 4-0, 4-0, 2-1)

SPAGNA: I. Aguilar, M. García, Martín 1, G. López 1, Molina 2, Minguell 1, Gallego 1, Español, Valles 3, Perrone 1, Mallarach 1, X. García 1, D. López. All. R. Aguilar.
SUD AFRICA: Belcher, Card, Stewart, McCarthy, Manson, Kyte, Samuel, Bell, Downes, Naidoo, Molyneux 1, Spencer, Kemp. All. Rowe.
ARBITRI: Peris (Croazia) e Wang Yaqi (Cina).

SEMIFINALI 1°-4° POSTO

MONTENEGRO- AUSTRALIA 8-6 (1-3, 3-0, 2-2, 2-1)

MONTENEGRO: Radić, Brguljan, Pasković, Danilović, Vukčević, Tičić, M. Janović 2, N. Janović, Ivović 3, Zloković 3, Gojković, Jokić, Šćepanović. All. Porobić.
AUSTRALIA: Stanton, Maitland, Miller 1, Swift, Younger, Cotterill 1, O’Halloran, McGregor 1, Martin 2, Campbell 1, Baird, Howden, Dennerley. All. Fox.
ARBITRI: Gomez (Italia) e Rostard (Stati Uniti).
NOTE: superiorità numeriche Montenegro 11, Sud Africa 12.

CROAZIA-SERBIA 11-14 (5-4, 3-4, 2-4, 1-2)

CROAZIA: Nižić, Burić, Bošković 5, Dobud 1, Joković 1, Karač, Marković 1, Bušlje, Sukno 2, Muslim 1, Paškvalin, Obradović, Pavić. All. Rudić.
SERBIA: Soro, Avramović, Gocić, V. Udovičić 2, Vapenski, D. Pjetlović 2, Nikić, Aleksić 1, Rađen 1, Filipović 4, Prlainović 5, Mitrović 1, G. Pjetlović. All. D. Udovičić.
ARBITRI: Naumov (Russia) e Bock (Germania).
NOTE: superiorità numeriche Croazia 20, Serbia 16.

OGGI IN ACQUA

FINALE 7°-8° POSTO ore 10.00 CINA-SUD AFRICA
FINALE 5°-6° POSTO ore 11.00 STATI UNITI-SPAGNA
FINALE 3°-4° POSTO ore 18.30 CROAZIA-AUSTRALIA
FINALE 1°-2° POSTO ore 20.00 SERBIA-MONTENEGRO

Simone Pierotti

WORLD LEAGUE: L’AUSTRALIA SI INVITA AL BALLO DEI BALCANI

Serbia, Croazia, Montenegro riportano i Balcani in cima alla World League di Pallanuoto; tra di loro una intrusa di lusso, l’Australia

World League PallanuotoLa World League di pallanuoto maschile? Sarà tutta una questione tra le squadre balcaniche e, a sorpresa, l’Australia. Questo il verdetto dei quarti di finale della Final Eight di Niš. i serbi padroni di casa ed i montenegrini hanno vita facile contro Cina e Sud Africa (che subisce addirittura un umiliante parziale da 10-0…), la Croazia la spunta sugli Stati Uniti mentre l’Australia continua a stupire ed estromette dalle semifinali quella Spagna che solo un anno fa sfiorò l’oro mondiale a Roma. E così si va verso una possibile riproposizione del podio dello scorso anno: a Podgorica, infatti, vinse il Montenegro seguito da Croazia e Serbia. I Balcani, insomma, regnano indiscussi nella pallanuoto.

Questa sera sono in programma le semifinali valide per la finalissima: se il Montenegro dovrà guardarsi dalla minaccia australiana (il settebello di John Fox tra un anno darà sicuramente filo da torcere alle nazionali europee ai prossimi Mondiali) pur partendo con i favori del pronostico, il destino ha voluto che le strade di Serbia e Croazia si incrociassero nuovamente. Le due nazionali si sono già affrontate nella fase a gironi, con sofferta vittoria dei serbi (9-8): dopo una partenza ad handicap, con due sconfitte in altrettanti incontri, i biancorossi sembrano aver imboccato la strada giusta. Lo spettacolo, ancora una volta, è assicurato.

STATI UNITI-CROAZIA 11-13 (2-5, 3-3, 4-5, 2-0)

STATI UNITI: Moses, Varellas, Sharf, Powers, Wright, Alexander 2, Bukner, Azevedo 3, Bailey 2, Hutten, Smith 2, Krumpholz 2, Stevens. All. Schroeder.
CROAZIA: Nižić, Burić, Bošković 2, Dobud 1, Joković 3, Karač 2, Marković, Bušlje, Sukno 3, Muslim 1, Paškvalin 1, Obradović, Pavić. All. Rudić.
ARBITRI: Naumov (Russia) e Bock (Germania).
NOTE: superiorità numeriche Stati Uniti 12, Croazia 6.

SPAGNA-AUSTRALIA 5-6 (1-2, 2-0, 2-3, 0-1)

SPAGNA: I. Aguilar, M. García, Martín, G. López, Molina 2, Minguell, Gallego, Español 1, Valles 1, Perrone 1, Mallarach, X. García, D. López. All. R. Aguilar.
AUSTRALIA: Stanton, Maitland, Miller, Swift, Younger 1, Cotterill, O’Halloran 1, McGregor 1, Martin 1, Campbell, Baird, Howden 2, Dennerley. All. Fox.
ARBITRI: Peris (Croazia) e Brguljan (Montenegro).
NOTE: superiorità numeriche Spagna 10, Australia 10.

MONTENEGRO- SUD AFRICA 21-2 (4-1, 10-0, 3-1, 4-0)

MONTENEGRO: Radić, Brguljan 2, Pasković 3, Danilović 4, Vukčević 2, Tičić 1, M. Janović 2, N. Janović 3, Ivović, Yloković 3, Gojković 1, Jokić, Šćepanović. All. Porobić.
SUD AFRICA: Belcher, Card, Stewart, McCarthz, Manson, Kzte, Samuel, Bell 1, Downes, Naidoo, Molzneux 1, Spencer, Kemp. All. Rowe.
ARBITRI: Hart (Australia) e Fernández (Spagna).
NOTE: superiorità numeriche Montenegro 7, Sud Africa 1.

CINA-SERBIA 4-17 (3-4, 1-3, 0-5, 0-5)

CINA: Ge, Tan 1, Liang 1, Yu 1, Guo 1, Pan, Y. Wang, Xie, Li, B. Wang, Han, Liand, Wu. All. Cai.
SERBIA: Soro, Avramović 1, Gocić, V. Udovičić 1, Vapenski, D. Pjetlović 1, Nikić 3, Aleksić 2, Rađen, Filipović 5, Prlainović 3, Mitrović 1, G. Pjetlović. All. D. Udovičić.
ARBITRI: Pinker (Sud Africa) e Rostard (Stati Uniti).
NOTE: superiorità numeriche Cina 4, Serbia 7.

SEMIFINALI 5°-8° POSTO

ore 16.00 Stati Uniti-Cina
ore 17.20 Spagna-Sud Africa

SEMIFINALI 1°-4° POSTO

ore 18.40 Montenegro-Australia
ore 20.00 Serbia-Croazia

Simone Pierotti

WORLD LEAGUE: OK SERBIA E MONTENEGRO

Nella Final Eight della World League di Pallanuoto la Serbia vince il derby con la Croazia e il Montenegro supera la Spagna

UdovičićEra il giorno di Serbia-Croazia alla Final Eight della World League di pallanuoto maschile, in corso a Niš in Serbia, e le ottime premesse non sono stato affatto disattese. Nel girone A, Montenegro e Stati Uniti confermano la loro leadership: i balcanici battono per 11-7 la Spagna, grazie ad una nuova ottima prestazione dei fratelli Janović, Nikola e Mlađan, che in due hanno messo a segno l’ottimo bottino di cinque reti. Con risultato quasi identico (11-5) gli statunitensi hanno superato l’ostacolo cinese: gli asiatici resistono un tempo, poi nel secondo parziale gli USA piazzano un parziale di tre reti e compiono la fuga decisiva verso la vittoria.

Nel girone B, tutto facile per l’Australia che liquida il Sud Africa per 19-4: il capocannoniere degli Aussie in questa giornata di gloria è Billy Miller, autore di quattro reti. Ma i riflettori erano tutti puntati su Serbia-Croazia, derby balcanico interessante non solo per i contenuti tecnici ma anche per le molteplici implicazioni storiche e politiche. E lo spettacolo non è mancato: partenza bruciante dei croati che chiudono il primo tempo in vantaggio per 3-1, poi nei successivi due quarti la Serbia riesce a recuperare lo svantaggio e poi a compiere il sorpasso decisivo, gestendo infine l’esiguo vantaggio nell’ultimo parziale e conducendo in porto l’incontro per 9-8. Oggi si giocano gli scontri diretti per assegnare i primi posti nei due gironi (Montenegro-Stati Uniti nel gruppo A, Serbia-Australia nel gruppo B: equilibrato e dall’esito incerto il primo, pronostico a favore del settebello europeo nel secondo).

GIRONE A

STATI UNITI-CINA 11-5 (3-2, 3-0, 2-1, 3-2)

STATI UNITI: Moses, Varellas 1, Sharf, Powers 1, Wright 1, Alexander 1, Bukner 2, Azevedo 1, Bailey 1, Hutten 2, Smith 1, Krumpholz, Stevens. All. Schroeder.
CINA: Ge, Tan 1, Liang 1, Yu, Guo, Pan 1, Y. Wang, Xie, Li 1, B. Wang 1, Han, Liand, Wu. All. Cai.
ARBITRI: Peris (Croazia) e Hart (Australia)

MONTENEGRO-SPAGNA 11-7 (4-2, 4-3, 1-1, 2-1)

MONTENEGRO: Radić, Brguljan, Pasković, Danilović, Vukčević, Tičić 2, M. Janović 2, N. Janović 3, Ivović 1, Zloković 1, Gojković 2, Jokić, Šćepanović. All. Porobić.
SPAGNA: I. Aguilar, M. García, Martín 1, G. López, Molina 2, Minguell, Gallego, Español, Valles 2, Perrone 1, Mallarach, X. García 1. D. López. All. R. Aguilar.
ARBITRI: Bock (Germania) e Naumov (Russia)

CLASSIFICA: Montenegro e Stati Uniti 6 pti, Spagna e Cina 0 pti.

OGGI IN ACQUA:
ore 16.00 Cina-Spagna
ore 18.40 Montenegro-Stati Uniti

GIRONE B

AUSTRALIA-SUD AFRICA 19-4 (7-2, 2-0, 3-1, 7-1)

AUSTRALIA: Stanton, Maitland, Miller 4, Swift 2, Younger 2, Cotterill, O’Halloran 3, McGregor 2, Martin, Campbell 1, Baird 2, Howden 3, Dennerley. All. Fox.
SUD AFRICA: Belcher, Card 1, Stewart 1, McCarthy, Manson, Kyte, Samuel 1, Bell 1, Downes, Naidoo, Molyneux, Spencer, Kemp. All. Rowe
ARBITRI: Wang Yagi (Cina) e Brguljan (Montenegro)

SERBIA-CROAZIA 9-8 (1-3, 4-2, 2-1, 2-2)

SERBIA: Soro, Avramović 1, Gocicć, V. Udovičić 2, Vapenski 1, D. Pjetlović 2, Nikić 1, Aleksić, Rađen, Filipović, Prlainović 2, Mitrović, G. Pjetlović. All. D. Udovičić
CROAZIA: Nižić, Burić, Bošković, Dobud 2, Joković 1, Karač, Marković, Bušlje 2, Sukno, Muslim 3, Paškvalin, Obradović, Pavić. All. Rudić.
ARBITRI: Gomez (Italia) e Fernández (Spagna)

CLASSIFICA: Serbia e Australia 6 pti, Croazia e Sud Africa 0 pti.

OGGI IN ACQUA:
ore 17.40 Sud Africa-Croazia
ore 20.00 Serbia-Australia

Simone Pierotti