La storia essenziale di Sudafrica 2010 attraverso i tabellini delle partite e le reazioni della stampa delle nazioni in campo: uno spaccato di cultura, emozioni, tecnica giornalistica e non per costruire un racconto non convenzionale della Coppa del Mondo 2010.
OLANDA-DANIMARCA 2-0 (primo tempo 0-0)
MARCATORI: aut. Agger (D) al 1′, Kuyt (O) al 40′ s.t.
OLANDA (4-2-3-1): Stekelenburg; Van der Wiel, Heitinga, Mathijsen, Van Bronckhorst; Van Bommel, De Jong (dal 43′ s.t. De Zeeuw); Kuyt, Sneijder, Van der Vaart (dal 23′ s.t. Elia); Van Persie (dal 32′ s.t. Afellay). (Vorm, Boschker, Boulahrouz, Ooijer, Braafheid, Schaars, Babel, Robben, Huntelaar). All.: Van Marwijk.
DANIMARCA (4-4-1-1): Sorensen; Jacobsen, Kjaer, Agger, S. Poulsen; Rommedhal, Jorgensen, C. Poulsen, Enevoldsen (dall’11’ s.t. Gronkjaer); Kahlenberg (dal 28′ s.t. Eriksen); Bendtner (dal 17′ s.t. Beckmann). (Andersen, Christiansen, Kvist, Kroldrup, Mtiliga, J. Poulsen, Jensen, Tomasson, Larsen). All.: Olsen.
ARBITRO: Lannoy (Fra).
NOTE: spettatori 65 mila circa. Ammoniti De Jong, Van Persie e Kjaer per gioco falloso. Angoli: 6-2. Recupero: 0′ e 3′..
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GIAPPONE-CAMERUN 1-0
(primo tempo 1-0)
MARCATORE: Honda (G) al 38′ p.t.
GIAPPONE (4-3-2-1): Kawashima; Komano, Nakazawa, Tanaka, Nagatomo; Hasebe (dal 43′ s.t. Inamoto), Abe, Endo; Matsui (dal 24′ s.t. Okazaki), Okubo (dal 36′ s.t. Yano); Honda. (Narazaki, Uchida, S. Nakamura, Tamada, Iwamasa, K. Nakamura, Konno, Morimoto, Kawaguchi). All. Okada.
CAMERUN (4-3-3): Souleymanou; Mbia, Nkolou, Bassong, Assou-Ekotto; Makoun (dal 30′ s.t. Geremi), Matip (dal 18′ s.t. Emana), Enoh; Eto’o, Webo, Choupo Moting (dal 30′ s.t. Idrissou). (Kameni, R. Song, A. Song, Nguemo, Bong, Chedjou, Mandjeck, Ndy, Aboubakar). All. Le Guen.
ARBITRO: Benquerenca (Portogallo)
NOTE: Ammoniti Nkolou (C) per gioco scorretto, Abe (G) per comportamento non regolare . Spettatori 30.620. Tiri in porta: 4-3 (1 traversa). Tiri fuori: 0-4. Angoli: 0-4. In fuorigioco: 4-2 . Recuperi: 2′ p.t.; 4′ s.t.
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ITALIA-PARAGUAY 1-1 (primo tempo 0-1)
MARCATORI: Alcaraz (P) al 39’ pt, De Rossi (I) al 18′ st
ITALIA (4-3-3): Gianluigi Buffon (1’ st Federico Marchetti); Gianluca Zambrotta, Fabio Cannavaro, Giorgio Chiellini, Domenico Criscito; Riccardo Montolivo, Daniele De Rossi, Claudio Marchisio (14’ st Mauro German Camoranesi); Vincenzo Iaquinta, Alberto Gilardino (27’ st Antonio Di Natale), Simone Pepe. Ct: Lippi.
PARAGUAY (4-3-3): Justo Villar; Carlos Bonet, Paulo Da Silva, Antolin Alcaraz, Claudio Morel; Victor Caceres, Cristian Riveros, Aureliano Torres (15’ st Jonathan Santana); Nelson Valdez (24’ st Roque Santa Cruz), Lucas Barrios (31’ st Oscar Cardozo), Enrique Vera. Ct: Martino.
ARBITRO: Benito Archundia (Messico)
NOTE: Ammoniti: Camoranesi (I), Caceres (P).
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Massimo Brignolo






La Formula 1 lascia Montreal con avvenimenti meno esplosivi rispetto alla collisione turca tra Webber e Vettel, ma certo non meno interessanti. Pensiamo alla soddisfazione di aver ritrovato la piccola perla di Montreal nel panorama parecchio anonimo dei circuiti del calendario 2010; o al meritatissimo primo posto in classifica mondiale di Lewis Hamilton, ricercato e voluto a suon di rimonte furiose da fondo griglia e sorpassi da cineteca, nonostante si stesse creando intorno a lui un’aura da bello e impossibile al cospetto del compagno Button; o alla – c’è da credere momentanea – pausa delle formidabili Red Bull; per non parlare della super prestazione di Alonso in grado di arrivare a pochi secondi dalla vittoria con una vettura che in altre mani non è sembrata un granché.





L’argomento del giorno della boxe italiana è l’evidente flop della nazionale azzurra ai campionati europei in Russia. Una serie di bocciature sonore e senza appigli cui attaccarsi, così come è italica abitudine in questi casi. La sconfitta più clamorosa, la madre del fallimento europeo, è quella di Roberto Cammarelle, fuoriclasse azzurro dei supermassimi, due volte iridato a Chicago e Milano e perentoria medaglia d’oro olimpica a Pechino 2008. Che Cammarelle non perdesse un incontro dal 2007 è solo un dato eminentemente statistico. Tutta l’Italia pugilistica gli deve notevoli ringraziamenti, però il suo tempo sembra inevitabilmente volgere al termine. Può essere normale: a un certo punto l’età, le motivazioni, l’usura fisica e mentale possono inevitabilmente essere fattori preponderanti in un mondo come la boxe dilettantistica in cui altre realtà più attrezzate della nostra, Stati Uniti, Cuba, Russia, Ucraina tanto per citarne alcune, possono mettere in campo atleti validissimi e con una turnazione così veloce che la nostra federazione e il nostro intero movimento può solo sognarsi.