PUGILATO: CAMMARELLE E I SUOI FRATELLI, UNA GENERAZIONE AL CAPOLINEA?

Roberto CammarelleL’argomento del giorno della boxe italiana è l’evidente flop della nazionale azzurra ai campionati europei in Russia. Una serie di bocciature sonore e senza appigli cui attaccarsi, così come è italica abitudine in questi casi. La sconfitta più clamorosa, la madre del fallimento europeo, è quella di Roberto Cammarelle, fuoriclasse azzurro dei supermassimi, due volte iridato a Chicago e Milano e perentoria medaglia d’oro olimpica a Pechino 2008. Che Cammarelle non perdesse un incontro dal 2007 è solo un dato eminentemente statistico. Tutta l’Italia pugilistica gli deve notevoli ringraziamenti, però il suo tempo sembra inevitabilmente volgere al termine. Può essere normale: a un certo punto l’età, le motivazioni, l’usura fisica e mentale possono inevitabilmente essere fattori preponderanti in un mondo come la boxe dilettantistica in cui altre realtà più attrezzate della nostra, Stati Uniti, Cuba, Russia, Ucraina tanto per citarne alcune, possono mettere in campo atleti validissimi e con una turnazione così veloce che la nostra federazione e il nostro intero movimento può solo sognarsi.

All’Europeo si è salvato il solo Picardi con il bronzo, per tutti gli altri solo pochissimi scampoli di boxe e tante evidenti sconfitte. A questo punto si necessita una serie riflessione, consona al bivio a cui ci si trova: si mandano i vari Russo, Valentino, Cammarelle e compagnia a fare i poliziotti di carriera o a tentare qualche esperienza professionistica e ci si affida a un ricambio totale che può fare esperienza al Mondiale del prossimo anno per essere (forse) pronto per Londra 2012? Oppure si insiste sull’usato sicuro dei soliti noti, esponendoli però a possibili figure cacine? Lo staff tecnico della federazione ha le conoscenze tecniche e personali per decidere al meglio. Dovessimo votare, saremmo decisamente per la seconda opzione. site not working Il che rimpinguerebbe anche l’anemico movimento professionistico, sempre che i vari di cui sopra volessero mettersi in gioco in questa esperienza, dove il gioco non gli varrebbe probabilmente nemmeno l’economica candela.

Andrea Bacci