
Al Giro di Svizzera, dopo cinque tappe, la Maglia gialla resta sulle spalle di Tony Martin che l’aveva ottenuta lunedì, sfilandola per un solo secondo al trionfatore del cronoprologo Cancellara, quando a vincere era stato Frank Schleck.
Ieri il velocista della Lampre Alessandro Petacchi ha vinto in volata sul traguardo di Wettingen sfruttando abilmente una caduta occorsa a Cavendish (penalizzato di 30’’ per cambio di traiettoria) negli ultimi centro metri che ha anche coinvolto molti dei favoriti. Proprio per le conseguenze della caduta di ieri Haussler, velocista tedesco della Cervelo e vincitore della seconda tappa, non ha potuto oggi prendere il via.
La quinta tappa è stata vinta dal passista tedesco della Bmc Burghardt dopo 135 km di fuga. I fuggitivi, inizialmente cinque, sono riusciti ad avere la meglio sul gruppo che in alcuni tratti è apparso quasi disinteressato al ricongiungimento. Cancellara a tratti è parso più interessato a quello che stava succedendo in Sudafrica, dove la Svizzera ha sconfitto 1 a 0 la Spagna, che alla corsa.
Fra i cinque fuggitivi c’erano anche due italiani; Furlan però si è staccato in salita mentre il generosissimo Oss, quando Burghardt è scattato a poco più di un chilometro dalla fine, aveva già esaurito tutte le ultime energie e si è dovuto accontentare del gradino più basso del podio.
Nicola Sbetti


L’argomento del giorno della boxe italiana è l’evidente flop della nazionale azzurra ai campionati europei in Russia. Una serie di bocciature sonore e senza appigli cui attaccarsi, così come è italica abitudine in questi casi. La sconfitta più clamorosa, la madre del fallimento europeo, è quella di Roberto Cammarelle, fuoriclasse azzurro dei supermassimi, due volte iridato a Chicago e Milano e perentoria medaglia d’oro olimpica a Pechino 2008. Che Cammarelle non perdesse un incontro dal 2007 è solo un dato eminentemente statistico. Tutta l’Italia pugilistica gli deve notevoli ringraziamenti, però il suo tempo sembra inevitabilmente volgere al termine. Può essere normale: a un certo punto l’età, le motivazioni, l’usura fisica e mentale possono inevitabilmente essere fattori preponderanti in un mondo come la boxe dilettantistica in cui altre realtà più attrezzate della nostra, Stati Uniti, Cuba, Russia, Ucraina tanto per citarne alcune, possono mettere in campo atleti validissimi e con una turnazione così veloce che la nostra federazione e il nostro intero movimento può solo sognarsi.
La storia essenziale di Sudafrica 2010 attraverso i tabellini delle partite e le reazioni della stampa delle nazioni in campo: uno spaccato di cultura, emozioni, tecnica giornalistica e non per costruire un racconto non convenzionale della Coppa del Mondo 2010.