BASKET NBA: IL TRIONFO LAKERS

Lakers
Christian Petersen/Getty Images

Il 2010 era stato annunciato come l’anno del successo di LeBron James ma, come nel 2009, sono stati nuovamente l’inseparabile coppia Kobe Bryant – Phil Jackson a sollevare il trofeo. D’altronde, in semifinale di conference, Cleveland si era dovuta arrendere alla vera sorpresa di questi playoff: i Boston Celtics. Considerata una squadra in declino, erano davvero pochi coloro che, alla fine della stagione regolare, sarebbero stati disposti a scommettere sui Celtics in finale. Eppure l’orgoglio e la classe del trio delle meraviglie Allen – Garnett – Pierce, guidati dalla sapiente regia di Rondo, hanno rischiato di giocare davvero un brutto scherzo ai favoriti Lakers. Los Angeles, dominando per 89 a 67 gara 6, aveva annullato il match point di Boston ristabilendo la parità che le ha consentito di giocare la gara decisiva allo Staples Center.

Nel primo quarto i Lakers hanno tirato male; Bryant forzava troppi tiri e Boston ha avuto gioco facile a portarsi avanti. Nel secondo quarto però il più nove dei “verdi” ha iniziato ad essere eroso. Artest, 12 punti nel quarto su 20 complessivi nonché MVP della serata, ha trascinato i giallo viola nella rimonta anche se Boston, all’intervallo lungo, manteneva ancora sei punti di vantaggio. Nonostante le basse percentuali di tiro, alla fine del terzo quarto i Lakers erano ancora in partita grazie a un impressionante predominio nei rimbalzi offensivi; sintomo certamente di una maggiore cattiveria agonistica ma facilitati anche dall’assenza di Perkins. A 6’ e 12’’ dalla fine una tripla di Fisher ha impattato la sfida sul 64 pari. Raggiunta la parità è entrata in scena la premiata ditta Bryant – Gasol che a poco più di un minuto dalla fine del match ha portato i Lakers sul +6. Sembrava finita ma due triple Rajon Rondo hanno consentito a Boston di riportarsi sul -2 quando alla fine mancavano solo 16’’. Dalla panchina Jackson ha chiamato timeout per far entrare l’ex Snaidero Udine Vujačić che, preso il fallo, ha infilato nella retina, neanche fosse un veterano, i due tiri liberi decisivi; 83 a 79. Los Angeles è esplosa di gioia; per i Lakers si tratta del secondo anello consecutivo e del sedicesimo nella storia.

Senza Perkins, Boston ha pagato l’assenza di centimetri nel pitturato che ha consentito ai Lakers di portare a casa ben 23 rimbalzi offensivi ma nell’ultimo e decisivo quarto è stata la difesa, che fino ad allora era stata ineccepibile, a tradire i verdi concedendo la bellezza di 30 punti. Sebbene Boston non abbia affatto demeritato, non è riuscita ad arrestare il talento e la cattiveria agonistica di Bryant, Gasol e Artest per i quali il resto della squadra si è sacrificata costantemente per tutta la stagione.
Vincere in casa in gara 7, dopo essere stati sotto anche di 13, contro i rivali di sempre, ha reso la serata di ieri magica per tutti i tifosi dei Los Angeles Lakers. Dinnanzi agli 11 titoli di Phil Jackson, ai 5 di Kobe Bryant e ai 2 di Paul Gasol però ha commosso il sorriso di Ron Artest, l’ultimo arrivato dopo lo scambio con Ariza, che ai media statunitensi ha dichiarato inebriato di gioia: “Danzare e festeggiare sul campo è ancora più bello di quanto non mi fossi mai immaginato”

Boston Celtics – Los Angeles Lakers 79 – 83
(23-14; 17-20; 17-19; 22-30) Los Angeles vince la serie 4 a 3
Staples Center, Los Angeles

Boston Celtics: Pierce 18, Garnett 17, Wallace 11, R. Allen 13, Rondo 14 (Davis 6, Robinson, T. Allen, Scalabrine).

Los Angeles Lakers: Artest 20, Gasol 19, Bynum 2, Bryant 23, Fisher 10 (Odom 7, Farmar, Vujačić 2, Brown, Powell).

Nicola Sbetti

TONFO FRANCESE, GOLEADA ARGENTINA

Gonzalo Higuain
Foto: Ansa.it
L’Argentina domina il Gruppo B: dopo l’esordio vittorioso contro la Nigeria ecco che i ragazzi di Maradona si sono ripetuti ieri contro la Corea del Sud. 4 a 1 il risultato finale segnato da una tripletta di Higuain, che si rifà quindi dei tanti errori commessi nel corso della prima giornata.
Nel contempo arriva anche la prima vittoria Mondiale nella storia della Grecia: i Campioni d’Europa nel 2004 battono infatti 2 a 1 la Nigeria, già praticamente eliminata, grazie alle reti di Salpingidis e Torosidis. Super Aquile assolutamente troppo fragili sia a livello emotivo (sciocchissima la reazione di Kaita che si fa espellere alla mezz’ora) che di solidità difensiva.
Si chiude, nel contempo, anche la seconda giornata del Gruppo A con la vittoria del Messico sulla Francia, anch’essa praticamente eliminata. Hernandez e la leggenda Blanco firmano la storica vittoria della Tricolores, ora ad un passo dalla qualificazione agli ottavi.
Francesco Federico Pagani

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BILANCIO TECNICO DELLA PRIMA GIORNATA

Tattica

Cosa ha detto il primo turno dei gironi della Coppa del Mondo?

Nessuna squadra, anche se nettamente migliore dal punto di vista tecnico e fisico, lascia giocare l’1 contro 1 senza un raddoppio del centrocampista in zona centrale e della punta esterna in fascia. Questo porta ad un intasamento della fascia mediana del campo (e a questo eravamo abituati), ma soprattutto ad un isolamento dell’unica punta che deve fare i conti con almeno 3 uomini bloccati. Messe così le cose in questo Mondiale ci saranno pochi gol e soprattutto partite lente, frenate dalla difficoltà di guadagnare spazio libero inserendosi nello stesso.

Le asiatiche propongono squadre moderne nella concezione generale dell’assetto di squadra, con i calciatori mobili su tutta la superficie di gioco, con i terzini abili nella doppia ed un centrocampo irresistibile per capacità di interscambi, sovrapposizioni e movimento senza palla.

La migliore figura tra le grandi l’ha fatta la Germania. Löw ha preso l’attacco-Mourinho (4 punte mai immobili sul campo, con le ali a retrocedere sulla mediana, il centrale dietro la punta a pressare sul regista e la punta a svariare incontro e in largo) e lo ha ridefinito in relazione ai suoi uomini e alle loro caratteristiche. Ma questo attacco è solo la versione moderna di una meccanica di attacco-difesa molto antica, che proprio in Germania ha avuto la migliore vetrina.

Il calcio africano è in crisi nera. Non c’è innovazione in nessun elemento del gioco e i giovani non hanno prospettive.

Jvan Sica

ALMANACCO DI SUDAFRICA 2010: 16 GIUGNO

La storia essenziale della Coppa del Mondo di Sudafrica 2010 raccontata, giorno dopo giorno, partita dopo partita, attraverso i tabellini e le reazioni della stampa delle nazioni in campo: una carrellata di prime pagine che fornisce uno spaccato di cultura sportiva, emozioni, tecnica giornalistica e non, design editoriale che permette di costruire un racconto non convenzionale della Coppa del Mondo 2010.



HONDURAS-CILE 0-1 (0-1)

MARCATORE: 34′ pt Beausejour (C).

HONDURAS (4-2-3-1): Valladares; Chavez, Figueroa, Nunez (34′ st Martinez), Izaguirre; W. Palacios, Guevara (20′ st Thomas); Mendoza, Espinoza, Alvarez; Pavon (14′ st Welcome). (Canales, J.Palacios, Bernardez, D. Suazo, Garcia, Sabillon, Turcios, Escober). All.: Mendoza (Rueda squalificato).

CILE (3-3-1-3): Bravo; Isla, Medel, Ponce; Vidal (36′ st Contreras), Carmona, Millar (8′ st Jara); Fernandez; Valdivia (42 st’ M. Gonzalez), Beausejour, Sanchez. (Pinto, Fuentes, H. Suazo, Estrada, Orellana, Fierro, Tello, Paredes). All.: Bielsa.

ARBITRO: Maillet (Sey).

NOTE: angoli: 4 a 6 per il Cile. Recupero: 1′ e 3′. Ammoniti: Carmona, Fernandez e Palacios per gioco scorretto

La Tribuna La Nacion

SPAGNA-SVIZZERA 0-1

MARCATORI: Fernandes all’8′ s.t.

SPAGNA (4-1-4-1) Casillas; Sergio Ramos, Piqué, Puyol, Capdevila; Busquets (16′ st Fernando Torres); David Silva (17′ st Jesus Navas), Xabi Alonso, Xavi, Iniesta (32′ st Pedro); Villa. All. Del Bosque.

SVIZZERA (4-4-2) Benaglio; Lichtsteiner, Senderos (36′ pt Von Bergen), Grichting, Ziegler; Barnetta (47′ st Eggimann), Inler, Huggel, Fernandes,; Derdiyok (34′ st H. Yakin), Nkufo. All. Hitzfeld.

ARBITRO: Webb (Ing)

NOTE: Ammoniti: Ziegler, Grichting e H. Yakin per gioco scorretto, Benaglio per c.n.r.. Recuperi: 1′ p.t. e 5′ s.t.

AS Le Matin

SUDAFRICA-URUGUAY 0-3
(primo tempo 0-1)

MARCATORI: Forlan al 24′ p.t. e su rig. al 35′ s.t., A. Pereira al 49′ s.t.

SUDAFRICA (4-4-1-1): Khune; Gaxa, Mokoena, Khumalo, Masilela; Modise, Letsholonyane (Moriri dall’11’ s.t.), Dikgacoi, Tshabalala; Pienaar (dal 33′ s.t. Josephs); Mphela. (Ngcongca, Sibaya, Booth, Thwala, Davids, Parker, Nomvethe, Sangweni, Khuboni, Walters). All. Parreira.

URUGUAY (4-3-1-2): Muslera; M.Perreira, Lugano, Godin, Fucile (dal 25′ s. t. Fernandez); Arevalo, Perez (dal 46′ s.t. Gargano), A.Pereira; Forlan; Suarez, Cavani (dal 44′ s.t. S.Fernandez sv). (Castillo, Caceres, Victorino, Eguren, Abreu, Gonzalez, Scotti, Silva). All. Tabarez.

ARBITRO: Busacca (Svizzera).

NOTE: spettatori. Espulso Khune al 31′ s.t. per gioco scorretto; ammoniti Pienaar per comportamento non regolamentare, Dikgacoi per gioco scorretto. Angoli 3-4. Recuperi: 0 p.t., 5′ s.t.

La Republica Pretoria News

Massimo Brignolo

LA SCONFITTA DELLA SPAGNA CHIUDE IL PRIMO ROUND

Foto: Getty Images

Tutto avrei pensato tranne che di vedere la Spagna partire con una sconfitta a questo Mondiale. Intendiamoci, non che gli svizzeri li vedessi come carne da macello, ma di fronte alla tecnica sopraffina di una squadra come quella iberica, favorita assoluta alla vittoria finale, pensavo che nemmeno la quadratura elvetica avrebbe resistito. E invece, di riffa o di raffa, non hanno solo resistito ma sono riusciti a portarla a casa grazie ad una rete segnata ad inizio ripresa da Gelso Fernandez. Partenza quindi subito in salita per le Furie Rosse, già costrette ad inseguire il duo di testa. Perché non solo la Svizzera si è imposta, oggi. A farcela è stato anche il Cile, capace di regolare Honduras per 1 a 0 nel risultato ma ben più ampiamente sul campo.

In serata, poi, è iniziata la seconda giornata. Sogno praticamente già finito per i padroni di casa: il Sudafrica è stato infatti pesantemente sconfitto da una Celeste trascinata dal solito Forlan (doppietta per lui, terzo goal di Pereira). Con un punto in due partite, quindi, i Bafana Bafana sono già praticamente tagliati fuori dai giochi.

Francesco Federico Pagani