CLAUDIA MORANDINI, DAGLI SCI AI MICROFONI

Da qualche stagione a questa parte, le telecronache di Eurosport delle gare femminili di sci alpino sono state impreziosite dalla partecipazione di Claudia Morandini, che affianca a turno i sempre preparati Gianmario Bonzi ed Andrea Berton. La bionda Claudia, nata a Trento il 25 giugno 1982, ha un passato da sciatrice di alto livello, mentre il suo presente e il futuro sembrano decisamente essere nell’ambito della comunicazione di massa: non solo telecronache, ma anche la conduzione di programmi di vario genere su radio e televisioni, oltre alla presentazione di eventi, sempre con quel sorriso smagliante che è un po’ il leit-motiv della sua vita.  Da atleta, Claudia ha all’attivo una ventina di gare in Coppa del Mondo tra i paletti stretti dello slalom e le porte larghe del gigante, con un sedicesimo posto ad Aare, nel marzo 2003, come miglior risultato, oltre a tre podi in Coppa Europa.

Claudia, com’è stato il salto dalle piste alla cabina di commento?

«È stato abbastanza naturale: mi sono sempre occupata di comunicazione, e quando mi sono proposta, Eurosport ha voluto credere in me. Tra tutti i lavori televisivi che faccio, quello del commento tecnico è indubbiamente il più difficile. Ma io amo le sfide e, soprattutto, mi sembra ogni giorno di tornare in gara.»

Qual è stato il motivo che ti ha spinto, a soli 26 anni, ad appendere gli sci al chiodo?

«Il motivo è drammaticamente semplice: cinque ernie al disco. Ho sofferto moltissimo soprattutto negli ultimi due anni di carriera, tra il 2006 e il 2008, arrivando ad un punto in cui non riuscivo più a dare il massimo. Certo, avrei voluto continuare, soprattutto dopo la prima operazione, e ritornare a gareggiare in Coppa del Mondo, ma per competere ad un livello così alto bisogna sempre essere al top, e io non lo ero più.»

In quegli anni di carriera, c’è un momento particolare che ti va di ricordare?

«Ho davvero tanti ricordi, perché lo sci mi ha permesso di girare il mondo, di instaurare amicizie speciali: non mi viene in mente un momento particolare, forse perché preferisco ricordare tutti i miei dieci anni in nazionale come una delle esperienze più belle e soddisfacenti della mia vita.»

Il tuo giudizio sulla performance azzurra ai Mondiali di Garmisch-Partenkirchen?

«Che dire? Una perfomance davvero inaspettata, soprattutto considerando la prima parte della stagione. I ragazzi e le ragazze hanno dimostrato di riuscire ad entrare nella magica atmosfera mondiale quasi senza sentire la pressione e le attese, riuscendo a dare il massimo in ogni gara, con gli splendidi risultati che tutti sappiamo.»

Cosa ne pensi, da ex atleta, della diatriba in corso tra la FISI e lo staff tecnico, relativa soprattutto al direttore tecnico Claudio Ravetto?

«Mi sento di dire che la rovina dello sport è la politica, e sicuramente Claudio non è un politico: il suo lavoro, come quello di ogni bravo direttore tecnico, deve incentrarsi prevalentemente nel dare serenità e fiducia al gruppo di atleti e allo staff, e credo che in questo lui non abbia mai fallito. Mi auguro che alla fine si ascoltino i nostri sciatori e si decida tenendo conto della loro opinione.»

C’è un’atleta azzurra sulla quale punti particolarmente per il futuro?

«Ci sono delle giovani veramente interessanti, in primis Elena Curtoni e Federica Brignone, come si è visto anche ai Mondiali. Tuttavia, io non dimenticherei le più esperte, quelle leonesse che lottano sempre con gli acciacchi ma, quando sono in forma, rappresentano una garanzia. Mi riferisco in particolare a Manuela Moelgg, Daniela Merighetti e Denise Karbon. Anche le sorelle Fanchini sono dei talenti, hanno un piede d’oro e quindi delle straordinarie doti naturali, ma vengono spesso limitate dai problemi fisici.»

Oltre al commento delle gare, conduci anche delle trasmissioni culturali e sportive su radio e tv: come è nata questa attività?

«Diciamo che come conduttrice me la sono sempre cavata bene, e mi è sempre piaciuto farlo. Credo di avere un carattere molto solare, e soprattutto, davanti ad una telecamera riesco a dare davvero il meglio di me, cercando sempre una certa vena ironica e mettendo a frutto l’esperienza sportiva accumulata sulle piste da sci. Certo, l’aspetto fisico offre un bell’aiuto, ma da solo non basta assolutamente: dietro ad ogni trasmissione, ci sono una preparazione ed un lavoro lunghissimo.»

Ultima domanda: come si vede Claudia Morandini tra dieci anni?

«Mi vedo…realizzata, mamma e felice. Banale? Dai, ho ancora un po’ di tempo per essere egoista. Poi mi piacerebbe fare la mamma».