ARMIN BAUER, “FRATELLO” DI PITTIN

Armin BauerLa resistenza del fondista unita alla spericolatezza e alla coordinazione del saltatore con gli sci: sono queste le principali doti degli atleti di combinata nordica, disciplina che, come suggerisce il nome, è originaria del Profondo Nord. In Italia, questo sport viene spesso considerato tra quelli “minori”, eppure è stato proprio un combinatista, il friulano Alessandro Pittin, a regalare al nostro paese la prima medaglia negli ultimi Giochi Olimpici Invernali, con il bronzo conquistato nella prova individuale dal trampolino+10 km di fondo. Accanto al ventenne di Tolmezzo, sta crescendo una squadra giovane e sempre più competitiva: il suo corregionale Giuseppe Michielli, il trentino Davide Bresadola e i gardenesi Lukas Runggaldier ed Armin Bauer sono le punte di una selezione azzurra che, gara dopo gara, ottiene risultati via via più brillanti. Proprio Armin Bauer, ventenne finanziere di Ortisei (lo stesso paese di Isolde e Carolina Kostner), ha ottenuto cinque giorni fa il risultato più brillante della sua giovane carriera, con il dodicesimo posto sulle nevi austriache di Seefeld: anche lui protagonista alle ultime Olimpiadi, ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande per conoscerlo meglio.

Come mai, invece di dedicarti allo sci alpino, al fondo o a qualche altro sport più “tradizionale”, hai deciso di battere la strada della combinata nordica?

Beh, prima di incominciare con la combinata praticavo sci di fondo, sin dall’età di otto anni. Poi, quattro anni più tardi, l’allenatore Romed Moroder (vero guru dello sci gardenese, n.d.r.) ha avviato il progetto per creare una squadra di salto con gli sci, e ho accettato subito, unendo le due discipline.

Che cosa ha significato, per un ragazzo di vent’anni, respirare l’aria delle Olimpiadi? Come ti sentivi prima di quelle gare?

Poter partecipare ai Giochi Olimpici Invernali è stata una soddisfazione davvero grandissima. Prima delle gare ero parecchio emozionato, ma poi la voglia di divertirsi ha prevalso: mi è piaciuto proprio tanto

Come è l’ambiente in una squadra piccola come la nazionale di combinata nordica?

Il clima nella nostra squadra è molto buono, io e i miei compagni ci capiamo subito al volo e questa è una cosa che apprezzo tanto. Poi adesso c’è anche un bel gruppo di atleti giovanissimi che sta crescendo, per cui a breve non saremo più in pochi.

Quest’anno i risultati della squadra (e anche i tuoi personali) sono in miglioramento: fin dove potete arrivare tu e i tuoi compagni?

Siamo ancora giovani, è difficile fare previsioni perché dobbiamo imparare e crescere tanto, però sono sicuro di una cosa: che l’Italia, nei prossimi anni, potrà sempre contare su di noi, sulla piccola-grande squadra della combinata nordica.

Per un combinatista, qual è la gara-simbolo della stagione? Un po’ come il Tour de Ski del fondo o i Quattro Trampolini del salto…

Quest’anno saranno i Campionati del Mondo di Oslo, tra fine febbraio ed inizio marzo, a rivestire il fascino maggiore: per il resto, al nostro sport manca una gara-simbolo come i tornei che hai indicato tu o le grandi classiche dello sci alpino.

Che cosa significa praticare sport a livello agonistico, quando si è così giovani? Quali sono i tuoi hobby, quando stacchi dalle gare?

A me non pesa più di tanto, non mi dà fastidio perché faccio esattamente ciò che mi piace, lo sport della mia vita: quando sono a casa, comunque vedo sempre i miei amici ed esco con loro. In generale mi piacciono molte discipline sportive, dal ciclismo alle camminate in montagna, fino all’arrampicata e al calcio: sì, lo sport non è solo il mio lavoro, ma è anche il mio primo hobby.

In ultimo: dì qualcosa, qualunque cosa, agli appassionati di sport invernali!

Seguiteci sempre e sono sicuro che vi appassionerete alla nostra disciplina: poi chissà, magari a qualcuno verrà anche voglia di provare!