L’IRLANDESE MARTIN VINCE LA TRE VALLI

Daniel MartinQuando si parla di Tre Valli Varesine, si parla di storia del ciclismo. Questa corsa, che in passato ha visto vincere campioni del calibro di Gino Bartali, Fausto Coppi, Fiorenzo Magni, Eddy Merckx, Giuseppe Saronni e Francesco Moser, riesce ancora a richiamare molti corridori di primissimo piano, nonostante non faccia parte del circuito ProTour che invece obbliga le migliori squadre alla partecipazione. Il percorso di quest’anno vede la partenza dall’enclave di Campione d’Italia e, attraverso le strade della Valceresio, della Valganna e della Valcuvia (le Tre Valli, appunto), il traguardo a pochi passi dal centro di Varese, dopo sette giri di un circuito caratterizzato della salita di Bobbiate, un’ascesa regolare di oltre 2 km che unisce il lago al cuore della città.

Dopo una prima parte di gara relativamente tranquilla, con una fuga a cinque formata dallo statunitense Peter Stetina, dall’australiano Cameron Jones e dal napoletano Pasquale Muto, raggiunti successivamente dal siciliano Sergio Laganà e dallo stagista belga Pieter Serry, la corsa si infiamma nei primi giri del circuito cittadino, grazie alle trenate della ISD-Neri del campione d’Italia Giovanni Visconti che permette il ricompattamento con i fuggitivi e i successivi attacchi. Tra i vari tentativi di fuga, si segnalano in particolare quelli del varesino Ivan Santaromita (Liquigas-Doimo) e del toscano Davide Torosantucci (CDC-Cavaliere), ma Visconti e gli altri big al via di questa Tre Valli riescono sempre a chiudere il gap con gli attaccanti. Quindi, all’inizio dell’ultimo giro, ci provano Nibali, Cunego e lo stesso Visconti: tuttavia, l’azione decisiva avviene a 1500 metri dal traguardo, ad opera dei due corridori più in forma in questo momento, ovvero il lucano Domenico Pozzovivo (Colnago-CSF Inox), già vincitore del Brixia Tour, e l’irlandese Daniel Martin (Garmin-Slipstream), fresco trionfatore al Giro di Polonia. Il ventiquattrenne nativo di Birmingham ma dal passaporto irlandese riesce, con una lunga progressione, a staccare il suo compagno d’avventura a poche centinaia di metri dall’arrivo, imponendosi in solitaria: nipote di Stephen Roche e figlio di un professionista britannico degli anni ottanta, coglie così la terza affermazione stagionale, dopo la tappa di Ustroń e la classifica finale del Giro di Polonia, la quinta complessiva di una carriera giovanissima che promette ancora tanti successi.

Il commissario tecnico della nazionale Paolo Bettini, presente sul tracciato, può comunque ritenersi soddisfatto delle prove offerte da Nibali, Visconti e Cunego, anche se quest’ultimo sembra peccare, per l’ennesima volta, della lucidità tattica necessaria per imporsi. Domani la Coppa Agostoni, sulle strade della Brianza, e giovedì la Coppa Bernocchi a Legnano, per completare il tradizionale Trittico Lombardo.

Ordine d’arrivo:
1°Daniel MARTIN (Garmin-Slipstream) in 4h51’20’’;
2°Domenico POZZOVIVO (Colnago-CSF Inox) a 6’’;
3°Jérôme BAUGNIES (Topsport Vlaanderen) a 12’’;
4°Kriston VANDEWALLE (Topsport Vlaanderen) stesso tempo;
5°Damiano CUNEGO (Lampre-Farnese Vini) stesso tempo.

Marco Regazzoni

MARTIN TRIONFA IN POLONIA, IL GIOVANE KOREN A CAMAIORE

Daniel MartinDopo le volate dei primi giorni, la seconda metà del Giro di Polonia ha lasciato spazio a passisti e scalatori, grazie ad un percorso che ha attraversato i rilievi montuosi dei Precarpazi e dei Carpazi, sino al confine con la Slovacchia.

Nella quinta tappa, con traguardo a Ustron, bella azione vincente dell’irlandese Daniel Martin (Garmin), già brillante al Brixia Tour, capace di infliggere oltre 20’’ di distacco ai più immediati inseguitori: il ventiquattrenne è andato a conquistare anche la maglia gialla di leader della corsa, ai danni del veneto Mirco Lorenzetto (Lampre-Farnese Vini).

Venerdì si è svolta la frazione più significativa di questo Giro di Polonia, sia per il traguardo impegnativo alle Terme di Bukowina Tatrz, sia soprattutto per la partenza da Auschwitz, il simbolo della Shoah, con i corridori che hanno potuto visitare personalmente il lager, transitando anche sotto l’infame scritta “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi) che “accoglieva” i prigionieri. Con una stoccata nelle fasi conclusive, l’olandese Bauke Mollema (Rabobank), buon scalatore che ha chiuso nei primi 15 l’ultimo Giro d’Italia, si è aggiudicato il successo parziale, pur senza scalfire la leadership di Martin: da segnalare in entrambe le frazioni le buone prestazioni dei compagni di squadra della BMC Mauro Santambrogio e Alessandro Ballan, ai quali però è mancato quel pizzico di brillantezza in più per poter fare la differenza.

L’ultima frazione si è conclusa a Cracovia, al termine di un circuito cittadino reso difficile dalla pioggia: lo sprint di gruppo ha premiato nuovamente il tedesco André Greipel (HTC-Columbia), davanti a Yauheni Hutarovich (Française des Jeux) e a Robert Förster (Team Milram). Quest’ordine d’arrivo non cambia la classifica generale, che vede dunque trionfare Martin, abilissimo a marcare a uomo per tutta la giornata lo sloveno Grega Bole (Lampre-Farnese Vini), tanto da farlo rinunciare alla volata. Per l’atleta irlandese si tratta del quarto successo in carriera, dopo la tappa di Ustron pochi giorni fa, il titolo di campione nazionale nel 2008 e la classifica finale della Route du Sud nello stesso anno. Per i colori azzurri, le note positive arrivano dalle vittorie di Guarnieri e Lorenzetto, oltre che dai piazzamenti dei già citati Santambrogio e Ballan, due atleti che potrebbero rientrare nei piani mondiali del CT Paolo Bettini.

Oggi si è anche svolto il tradizionale GP Camaiore, sulle strade del Lucchese: il ventitreenne sloveno Kristjan Koren (Liquigas-Doimo) è stato il più lesto nella sprint tra i sei atleti in avanscoperta, che avevano fatto la differenza sul penultimo passaggio del Monte Pitoro. Il ragazzo di Postumia ha preceduto il campione d’Italia Giovanni Visconti (ISD-Neri) ed il pistoiese Francesco Ginanni (Serramenti PVC Diquigiovanni-Androni Giocattoli), cogliendo il primo successo di peso in una carriera ancora agli albori.


Marco Regazzoni