LONGHI: “NIENTE SÖLDEN, MA GUARDO AVANTI”

Assente in Coppa del Mondo, lo sciatore trentino è già proiettato verso gli impegni futuri.

Sabato inizierà la Coppa del Mondo femminile di sci e domenica seguirà a ruota quella maschile, sempre con uno slalom gigante a Sölden, sul ghiacciaio del Rettenbach. La squadra azzurra, molto competitiva in questa disciplina grazie a big come Massimiliano Blardone, Davide Simoncelli e Manfred Moelgg, non schiererà l’esperto trentino Omar Longhi che, non facendo parte della selezione nazionale, si allenerà con i compagni del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle per riconquistare un posto in Coppa del Mondo.

Longhi, trentenne di Cles Val di Non ma residente al Passo del Tonale, vanta tra l’altro quattro podi in Coppa Europa, tutti nella disciplina del gigante, tra i quali spicca la vittoria ottenuta a Val Thorens nello scorso dicembre. In vista di questa nuova stagione, siamo riusciti ad avere una sua interivsta.

Omar, domenica c’è Sölden, l’apertura della stagione: quali sono gli auspici per questa nuova annata?

«A Sölden purtroppo non ci sarò, perché il direttore tecnico ha deciso di non far disputare la prima gara a quegli atleti che, non facendo parte della selezione nazionale, si allenano con i rispettivi gruppi militari; io sarei potuto partire con un buon pettorale, penso con il 38 (visto il suo punteggio FIS, n.d.r.), ma ad ogni modo accetto la decisione e guardo avanti».

È da tante stagioni che ti si vede battagliare in CdM e in Coppa Europa: qual è stata sin qui la tua più grande gioia? E il più grande rammarico?

«Sicuramente le soddisfazioni maggiori sono venute dai podi e dai risultati brillanti in Coppa Europa, ma ovviamente non posso dimenticare le qualificazioni per le seconde manche nelle gare di Coppa del Mondo; le delusioni sono legate a tre infortuni che ho avuto in altrettanti momenti decisivi della mia carriera, quando mi sentivo davvero in forma e pronto finalmente per sfondare».

Quali sono le piste di gigante che ti entusiasmano maggiormente?

«Prediligo i tracciati che richiedono una buona tecnica, e quindi adoro la Gran Risa dell’Alta Badia, dove infatti ho ottenuto anche il mio primo piazzamento a punti in Coppa del Mondo».

Come definiresti il tuo modo di sciare?

«Credo di avere una sciata molto dolce e tecnica: fisicamente non ho una grandissima potenza, e dunque cerco di compensare sfruttando al massimo le doti tecniche».

Come ci si sente a doversi allenare col gruppo militare, non facendo parte della nazionale “ufficiale”? È facile accettare una decisione del genere?

«No, non è per niente facile. Penso che ci siano stati alcuni atleti, anche molto dotati tecnicamente, che si siano persi proprio per questa ragione, per non aver fatto parte della squadra nazionale. Sta ad ognuno di noi trovare le motivazioni giuste che ti fanno andare avanti, superando difficoltà di questo genere; non bisogna mai mollare la presa, perché la forza di volontà è assolutamente indispensabile per ottenere buoni risultati».

Com’è Omar Longhi fuori dalle piste da sci? Che interessi particolari ha?

«Mi reputo un ragazzo normalissimo, non a caso i miei migliori amici sono maestri di sci o semplici muratori. Cerco sempre di divertirmi quando sono in compagnia, sfruttando al massimo questi momenti».

Ultima domanda: tra i giovani del panorama sciistico azzurro, ce n’è uno in particolare che secondo te ha ottime chance di sfondare?

«Ci sono dei giovani davvero interessanti, ma è un po’ presto per fare qualche nome, hanno tutti bisogno di fare esperienza e di crescere agonisticamente in Coppa Europa, senza perdersi per strada. Tra l’anno in cui sono nato io e i primi anni novanta c’è un certo buco generazionale che non ha facilitato il ricambio, ma sono convinto che qualche nostro giovane possa fare davvero molta strada ed arrivare fra i primi al mondo».

Marco Regazzoni

MARSAGLIA, UNA ROMANA SULLA NEVE

Francesca Marsaglia si racconta in vista della prima prova di Coppa del Mondo di sci a Sölden.

Sabato, a Sölden, uno slalom gigante femminile aprirà ufficialmente la Coppa del Mondo 2010-2011 di sci alpino. Tra le nove italiane in gara ci sarà anche Francesca Marsaglia: vent’anni compiuti a gennaio, questa ragazza nativa di Roma ma residente a San Sicario ha esordito in Coppa del Mondo nel febbraio 2008 in una discesa a Sestriere, e la scorsa stagione ha partecipato a quasi tutti i supergiganti e le discese del Circo Bianco, con qualche puntata anche in gigante. Inoltre, chiudendo al terzo posto la classifica di supergigante in Coppa Europa, si è guadagnata il diritto di partecipare a tutte le gare di questa specialità nella CdM 2010-2011.

Francesca, che cosa ci fa una romana sulla neve? Chi ti ha spinto a intraprendere questa strada?

«Mi piace questa domanda. Sinceramente non saprei dirtelo, però so di sicuro chi devo ringraziare per essere arrivata dove sono: in primis mio padre, da sempre mio allenatore, ma anche  i miei fratelli maggiori Eugenio e Matteo (quest’ultimo fa parte del gruppo “Atleti di interesse nazionale” della squadra azzurra, ndr). Sin da piccola volevo imitarli in tutto, e quindi ci siamo presto ritrovati a sfidarci sulla neve, per la gioia di papà, ma non della mamma, amante del tennis e del mare».

Sei giovanissima: guardando ai primi anni di carriera, qual è la più grande soddisfazione che hai avuto? E la delusione più cocente?

«Penso che la mia più grande soddisfazione sia quella di riuscire, anno dopo anno, a fare sempre un passo in avanti, a migliorarmi, anche di poco per volta. Guardando ad un risultato, non posso non pensare al podio nella classifica finale di supergigante nell’ultima Coppa Europa, che mi ha permesso di conquistare quel posto fisso per la CdM tanto agognato.  La delusione più cocente riguarda i Mondiali juniores di quest’anno, sapevo di poter fare molto bene ma invece sono finita lontana dalle prime: non erano le mie giornate, ma si guarda avanti».

Lo scorso anno ti abbiamo vista impegnata prevalentemente in supergigante e discesa, eppure sabato a Sölden sarai in gara. Vuoi puntare sul gigante oppure sei attratta dalla polivalenza?

«Beh, sicuramente sono molto attratta dalla polivalenza: posso fare ottime cose in quasi tutte le discipline, e quindi mi allenerò sempre su questa strada»

Quali sono i tuoi obiettivi per questa nuova stagione?

«L’obiettivo principale di questa stagione è sicuramente quello di riuscire a chiudere nelle prime trenta un po’ di gare di CdM in modo da raggranellare più punti possibile, soprattutto nelle discipline veloci, visto che in supergigante ho il posto fisso».

Chi è la compagna di squadra più simpatica, con cui sei più legata?

«Sono molto fortunata, la nostra è davvero una gran bella squadra, ma sicuramente posso dire di avere un rapporto diverso con la mia compagna di stanza Elena Curtoni, anche perché è da quando abbiamo otto anni che gareggiamo sempre insieme».

E invece l’atleta, italiana o straniera, alla quale ti ispiri?

«Diciamo che non mi piace ispirarmi a qualcuno in particolare: ammiro e cerco di raccogliere le caratteristiche positive di molte atlete, anche se confesso di avere un debole da sempre per la statunitense Lindsay Vonn, la dominatrice delle ultime stagioni».

Come vivi l’agonismo? Nel senso, hai vent’anni: non pensi mai alla spensieratezza dei tuoi coetanei?

«Sì, è vero, ho vent’anni e non “posso” fare molte cose abituali per i miei coetanei. La vita d’atleta comporta indubbiamente molti sacrifici, eppure credo che, allo stesso tempo, ci sarebbero moltissime persone che pagherebbero per essere al nostro posto, per girare i posti che vediamo noi e per vivere le nostre esperienze. Mi reputo molto fortunata e cerco di vivere al meglio questa opportunità che la vita mi ha concesso».

Un’italiana su cui scommettere per questa stagione?

«Un italiano si può? Io dico mio fratello Matteo. Se la sfortuna, che si manifesta sotto forma di continui infortuni, lo abbandona una volta per tutte, fidatevi che farà benissimo».

Marco Regazzoni