PALLANUOTO: SETTEROSA, TRAGEDIA GRECA

Il Setterosa sconfitto all’esordio europeo dalla Grecia (7-5): male in superiorità numerica (0/7).

Una prima metà gara non perfetta, eppure condotta discretamente e chiusa, comunque, in vantaggio di due reti sulla quarta forza mondiale. Poi un lungo, lunghissimo nulla, una vera e propria tragedia greca che ha come attore principale lo zero della percentuale di realizzazione in superiorità numerica. Il Setterosa che debutta agli Europei di Zagabria è la classica squadra dalla doppia personalità che avrebbe solleticato la fantasia di Robert Louis Stevenson, il padre del celebre dottor Jekyll e Mister Hyde. E alla fine festeggia la Grecia vincendo 7-5.

Per la prima europea il ct italiano Roberto Fiori si affida alla Frassinetti a centroboa, lasciando in panchina la chioccia del gruppo Casanova, e rinuncia anche alla mancina Emmolo. Dopo il palo colpito dalla Cotti in superiorità numerica, la Grecia replica un minuto più tardi e rompe l’equilibrio con la Roubesi che, approfittando del medesimo vantaggio, batte la Gigli. Le elleniche, in difesa, si schierano con una zona che impedisce l’arrivo di palloni a centroboa: le azzurre non possono far altro che affidarsi alle conclusioni dalla distanza ed è grazie ad una di queste che Rocco, con l’evidente complicità della Tsouri, pareggia i conti per il Setterosa. Diversamente dalle dirimpettaie, le azzurre difendono a pressing, applicando il raddoppio sul centroboa al momento del fallo. Un raddoppio a volte troppo forte, come quello che consente alla Antonakou di puntare la porta italiana e trafiggere la Gigli con un diagonale che muore proprio sotto l’incrocio. Andato al riposo sul 2-1 in favore della Grecia, il Setterosa cambia marcia nel secondo tempo: la Frassinetti non può essere servita e le tiratrici capiscono che è il momento di affinare la mira. In nemmeno un minuto i siluri della Garibotti e della Radicchi dalla distanza portano per la prima volta le azzurre a condurre i giochi. Ai due metri, intanto, la Casanova rileva la Frassinetti ed il centroboa della Fiorentina entra immediatamente in clima gara: prima guadagna un’espulsione, poi sprecata, e successivamente delizia lo scarno pubblico di Zagabria con una beduina a pelo dell’acqua. L’Italia rischia abbastanza poco in difesa, dove alterna il pressing (con l’aggiunta del raddoppio) ad una sorta di M, mentre in attacco la fase di superiorità numerica resta una chimera.

Nulla, tuttavia, lascia presagire quanto avverrà nel terzo parziale: Abbate ed Emmolo centrano il palo, poi la Grecia accorcia le distanze con la seconda marcatura della Roubesi che, in superiorità numerica, spiazza la Gigli con una bella conclusione al volo. Ironia della sorte, la Roubessi ha come nome di battesimo Antigoni, lo stesso della protagonista di una celebre tragedia di Sofocle. E sarà lei una delle principali interpreti del dramma azzurro che va in scena nella piscina di Zagabria, dove trenta secondi dopo la Gerolymou sfrutta un assist della Asimaki per battere la Gigli a fil di palo e pareggiare i conti. E l’Italia? I tiri dalla distanza non funzionano più, la zona ellenica non ammette passaggi a centroboa. Il paziente lavoro effettuato in tutto il secondo tempo rischia di essere gettato alle ortiche per un passaggio a vuoto di appena trenta secondi.

Ma le defiance azzurre proseguono inesorabili anche nell’ultimo, decisivo quarto: la Gerolymou effettua il sorpasso con una palombella da manuale, poi la Tsoukala dà alla Grecia il massimo vantaggio con una rete in superiorità numerica. Ovvero il tabù odierno del Setterosa, che proprio non riesce a far tesoro di queste situazioni di vantaggio. Le elleniche dilagano con la Asimaki che, ricevuta palla a centroboa, elude la marcatura della Cotti e scavalca la Gigli con un pallonetto. L’Italia è ormai in tilt, i tiri dalla linea dei cinque metri finiscono costantemente fuori misura o tra le braccia della Tsouri: manca poco più di un minuto quando la Rocco carica il destro e segna dalla distanza, interrompendo così un digiuno di reti lungo quasi diciotto minuti, un’eternità. La coppia arbitrale formata da Bender e Čirić fa calare il sipario sull’incontro: l’Italia dovrà innanzitutto migliorare il rendimento in superiorità numerica e creare più movimenti senza palla volti a scardinare la difesa a zona. E, soprattutto,  dovrà offrire per tutti i trentadue minuti la discreta prestazione della prima metà gara.

 

 

Martedì 31 agosto 2010
GRECIA-ITALIA 7-5
(2-1, 0-3, 2-0, 3-1)
Mladost Sports Center, Zagabria

 

GRECIA: Tsouri, Psouni, Antonakou 1, Roubessi 2, Gerolymou 2, Liosi, Asimaki 1; Kouvdou, Tsoukala 1, Melidoni, Avramidou, Manolioudaki, Lara. All. Morfesis.

ITALIA: Gigli, Bianconi, Motta, Abbate, Rocco 2, Cotti, Frassinetti; Gorlero, Casanova 1, Radicchi 1, Garibotti 1, Aiello, Emmolo. All. Fiori.

ARBITRI: Bender (Germania) e Čirić (Serbia).

NOTE: superiorità numeriche Grecia 3/8, Italia 0/7.