SI CHIAMA BRONZINI, MA È D’ORO

Prima medaglia d’oro dell’Italia ai Mondiali di ciclismo: la vince Giorgia Bronzini.

Dopo le prime tre gare, il medagliere azzurro era ancora a secco: ma nella scorsa notte, nella prova in linea femminile, le italiane difendevano il titolo mondiale conquistato con Tatiana Guderzo a Mendrisio, e hanno disputato una corsa davvero perfetta. In primis, Valentina Carretta, ventunenne varesina bravissima a controllare i tentativi di fuga delle avversarie nella prima parte di corsa; poi Noemi Cantele, anche lei varesina, e Tatiana Guderzo, la vicentina iridata in carica, che tentano di andare in fuga ma poi si mettono a disposizione della compagna Giorgia Bronzini, evidentemente più in forma. Le tre azzurre fanno parte del gruppetto di dieci atlete, tra cui le favorite Nicole Cooke e Marianne Vos, che si avvantaggia sul penultimo strappo; nel finale, la stessa Cooke e la tedesca Judith Arndt attaccano con decisione, ma il lavoro straordinario di Guderzo e Cantele permette di raggiungere le due fuggitive a poche centinaia di metri dal traguardo. La vicentina e la varesina, senza più energie, si staccano una volta raggiunto il loro obiettivo: è questa l’essenza del ciclismo, il lavoro di squadra fino allo sfinimento, l’aiuto incondizionato ad un’amica/compagna fino al limite delle proprie energie. Restano in cinque davanti: oltre alla Cooke e alla Arndt, evidentemente provate dalla loro azione, c’è per l’appunto Giorgia Bronzini, in compagnia dell’olandese Marianne Vos e della svedese Emma Johansson. E Bronzini-Vos-Johansson è anche l’ordine d’arrivo sul traguardo, con la ventisettenne piacentina che ripaga al meglio lo straordinario sforzo delle compagne di squadra, uscendo dalla ruota della Vos solamente negli ultimi metri con una volata tutta forza e potenza. Grande è la delusione per l’olandese, al quarto argento mondiale; ma grande è la gioia della Bronzini, che abbraccia una per una tutte le compagne di squadra oltre al ct Dino Salvoldi, e si gode le note dell’Inno di Mameli sul gradino più alto del podio. Poi, nelle interviste del dopo gara, la dedica a Franco Ballerini e all’altra azzurra Marina Romoli, uno dei talenti più puri del ciclismo nazionale, investita nello scorso giugno in un incidente che le è costato cinquecento punti di sutura e la perforazione di un polmone. Sei giorni di coma, tra vita e morte, e poi la ripresa, un passo dopo l’altro: siamo sicuri che lei avrà gioito più di chiunque altro, davanti al televisore, vedendo l’ennesimo trionfo delle azzurre.

E questa notte, con l’arrivo previsto verso le 10 ore italiane, la squadra guidata da Paolo Bettini andrà all’assalto dell’iride maschile: ma Gilbert, Freire, Evans e tutti gli altri non staranno certo a guardare.

Marco Regazzoni

CICLISMO: MATTHEWS ORO, COLBRELLI SESTO

Ai Mondiali di ciclismo su strada vittoria in casa per l’australiano Michael Mattews negli Under 23.

L’Australia fa festa nel giorno della gara riservata agli under 23: il vincitore è infatti il canguro ventenne Michael Matthews che, nonostante la giovane età, corre già tra i professionisti nelle file del team locale Jayco-Skins. La corsa è stata caratterizzata da una serie di tentativi di fuga, i più significativi dei quali ad opera dello statunitense Ben King e del trentino Moreno Moser, figlio di Diego e nipote dell’indimenticabile Francesco. Il ragazzo di Palù di Giovo è stato in testa in solitaria per lunghi chilometri, sfruttando al meglio gli strappi del percorso che ben si addicono alle sue doti di passista-scalatore, ma nulla ha potuto contro il forte ritmo del gruppo che lo ha ripreso ad un giro e mezzo dalla conclusione. Nel finale, vanno all’attacco anche il francese Tony Gallopin, protagonista alla Vuelta in maglia Cofidis, e l’altro azzurro Enrico Battaglin: tuttavia, negli ultimi due chilometri il gruppo è compatto e gli australiani lanciano al meglio la volata di Matthews, che si impone davanti al tedesco John Degenkolb e allo statunitense Taylor Phinney, già oro nella cronometro. Sesto posto per Sonny Colbrelli, troppo chiuso negli ultimi metri per poter ambire ad un piazzamento migliore: a fine gara è palpabile la delusione tra gli italiani, con lo stesso Battaglin che si rammarica dei suoi tentativi sugli ultimi strappi che gli hanno portato via le energie necessarie per lanciare al meglio lo sprint di Colbrelli.

Matthews, che si era già fatto notare nel tradizionale Tour de Langkawi di inizio stagione, ha già firmato un contratto con la Rabobank per il 2011, e quindi sarà protagonista anche sulle strade europee a partire dal prossimo anno.

La gara under 23 lascia un preciso messaggio al gruppo dei professionisti, ed in particolare alla nazionale azzurra: oggi sono arrivati in volata 40 atleti, e dunque, per evitare uno sprint di gruppo nei quali i nostri non sarebbero certo i favoriti, bisognerà fare corsa dura sin dai primissimi chilometri.

Nella notte tra oggi e domani è in programma la gara femminile, con la vicentina Tatiana Guderzo e la varesina Noemi Cantele, un po’ sottotono nella cronometro, chiamate a difendere l’oro e il bronzo conquistati a Mendrisio un anno fa.

Marco Regazzoni

CICLISMO: QUARTO IRIDE PER CANCELLARA

A Geelong, nella crono per professionisti, vittoria annunciata dello svizzero.

Si dice cronometro, si pensa a Fabian Cancellara, e anche sul circuito di Geelong questa equazione è stata dimostrata in tutta la sua veridicità. Il ventinovenne di Wohlen, nel Bernese, non ha vinto: ha dominato, completando i 45 km della prova iridata in 58’09’’, a 47 km/h di media. Nulla da fare per i rivali, che si devono accontentare dei piazzamenti: argento per il trentatreenne britannico David Millar, già secondo nella crono olimpica, a 1’02’’ dall’elvetico, bronzo per il tedesco Tony Martin (+1’12’’) che, nonostante una foratura, riesce a difendersi dall’australiano Richie Porte, staccato di ulteriori 7’’. Nella notte in cui il ciclismo mondiale viene scosso dalla notizia della positività di Alberto Contador al clenbuterolo, durante un giorno di riposo dello scorso Tour de France, il ciclista svizzero di chiare origine lucane vince il suo quarto campionato del mondo nelle prove contro il tempo, dopo i successi di Salisburgo, Stoccarda e Mendrisio: per Cancellara è il coronamento dell’ennesima stagione straordinaria, dopo i successi al Giro delle Fiandre, alla Parigi-Roubaix e in due tappe del Tour. Tra i grandi delusi della prova odierna c’è l’altro australiano Michael Rogers, in testa per interminabili minuti ma poi solamente quinto nella classifica finale; sorprendente invece il cileno Carlos Oyrazun, quattordicesimo al traguardo, davanti ad atleti ben più quotati di lui come l’ucraino Grivko, i francesi Vogondy e Chavanel e lo spagnolo Gutiérrez. Come annunciato nei giorni scorsi, nessun azzurro ha preso il via, a causa dell’infortunio di Marco Pinotti che sarebbe stato l’unico italiano designato alla sfida contro il tempo: il ct Bettini ha preferito non richiedere uno sforzo ulteriore a Vincenzo Nibali e Marzio Bruseghin, che saranno pedine fondamentali nella gara in linea di domenica.

Nella notte tra oggi e domani, gli under 23 andranno all’assalto del titolo mondiale. L’Italia punta sul brillante Enrico Battaglin, supportato da Stefano Agostini, Sonny Colbrelli, Massimo Graziato e Moreno Moser.

Marco Regazzoni

CICLISMO: PHINNEY E POOLEY PRIMI ORI MONDIALI

Ai Mondiali di ciclismo su strada a Melbourne assegnate le prime medaglie.

Il primo inno nazionale a suonare sul podio iridato di Geelong è “The Star Spangled Banner”: infatti, è lo statunitense Taylor Phinney ad aggiudicarsi la medaglia d’oro nella cronometro under 23, precedendo di poco meno di due secondi l’australiano Luke Dubridge, mentre la medaglia di bronzo va al tedesco Marcel Kittel staccato di 24’’. Phinney è nato a Boulder, in Colorado, vent’anni fa, ma nonostante la giovane età si è già aggiudicato due titolo mondiali dell’inseguimento su pista, specialità che spiega le sue ottime doti da cronoman: questo ragazzo, negli scorsi anni pupillo di Lance Armstrong, ha ereditato al meglio il DNA familiare di grande campione, visto che il papà Dave fu bronzo olimpico a cronometro a Los Angeles 1984, e in quella stessa edizione dei giochi la mamma Connie Carpenter vinse la medaglia più prestigiosa nella prova in linea. Phinney ha già un contratto che lo lega, a partire dalla prossima stagione, alla BMC di Cadel Evans: gli addetti ai lavori dicono che sentiremo ancora parlare di lui. Tra gli azzurri, più che buono il sesto posto di Matteo Mammini, penalizzato dalla pioggia e dal vento incontrati sul percorso: il ventunenne di Lucca ha chiuso ad una cinquantina di secondi dal vincitore.

Quindi, all’ora di colazione in Italia, si è disputata anche la prova a cronometro femminile: alle 8.12, quando mancavano solo una manciata di atlete a terminare la corsa, c’era in prima posizione l’intramontabile Jeannie Longo, 52enne plurimedagliata e vero mito dello sport delle due ruote. La signora di Annecy ha dovuto però cedere il passo ad una straordinaria Emma Pooley, di trentaquattro anni più giovane di lei, che conquista così la medaglia d’oro mondiale: per la londinese si tratta di una bella conferma dopo l’argento olimpico a Pechino. A completare il podio, spezzando l’ennesimo sogno della Longo, troviamo la trentaquattrenne tedesca Judith Arndt e la brillante neozelandese Linda Villumsen, medaglia di bronzo. Per quanto riguarda le azzurre, decimo posto di Tatiana Guderzo e dodicesimo di Noemi Cantele, un po’ sotto le aspettative: ma comunque, le due ragazze avranno l’occasione di riscattarsi nella prova in linea di sabato, dove la vicentina dovrà difendere l’oro conquistato a Mendrisio.

Nella notte tra oggi e domani la prova a cronometro uomini: strafavorito lo svizzero Fabian Cancellara, attenzione anche agli australiani Michael Rogers e Richie Porte, allo statunitense David Zabriskie, all’inglese David Millar, al tedesco Tony Martin e al canadese Svein Tuft. Dopo l’infortunio di Pinotti, nessun azzurro prenderà il via, in modo da preservare al meglio Nibali e Bruseghin per la gara in linea di domenica.

Marco Regazzoni

CICLISMO: CHI VINCE IL MONDIALE?

Il Mondiale di ciclismo su strada apre i battenti: Evans e Gilbert i favoriti, italiani possibile sorpresa.

Vincere è difficile, confermarsi lo è ancora di più. Probabilmente è questo il pensiero ricorrente nella testa di Cadel Evans, il campione del mondo in carica: come abbiamo avuto modo di vedere, il circuito di Geelong è leggermente più facile rispetto a quello svizzero dove Evans ha vinto lo scorso anno, e dunque non è da escludere che il trentatreenne di Katherine si metta al servizio di Allan Davis e Matthew Goss, atleti dotati di un ottimo spunto veloce ma capaci di tenere alla distanza, requisito fondamentale in un Mondiale.

Con le grandi cose fatte vedere alla Vuelta, il rivale numero uno dei padroni di casa australiani è senza dubbio Philippe Gilbert: capitano unico della nazionale belga, questo corridore vallone ha grandi doti da finisseur che potrebbero tornargli utili negli ultimi giri del circuito, ma è da tenere sotto osservazione anche in caso di arrivo in volata, soprattutto considerando che il rettilineo finale presenta una pendenza del 5%.

André Greipel si prefigura come il leader della selezione tedesca, che punterà dunque a tenere cucito il gruppo per preparare lo sprint del ventottenne di Rostock, aiutato dall’esperto Danilo Hondo.

Discorso a parte merita Mark Cavendish: l’inglese potrà contare solo su due compagni di squadra, ma è chiaro che, in caso di arrivo a ranghi compatti (eventualità non così probabile, considerando il percorso), diventerebbe il favorito numero uno.

E il rivale di Cavendish nelle volate è da sempre Tyler Farrar, unico leader della nazionale statunitense: ma, lo ricordiamo ancora, nonostante le apparenze questo tracciato non è così adatto ai velocisti, per cui una conclusione con una volata di gruppo non è affatto scontata.

Fabian Cancellara punta invece ad una doppietta storica: uomo da battere nella cronometro, lo svizzero ha le doti giuste per essere competitivo anche nella prova in linea, dove una sua azione nel finale potrebbe sbaragliare il campo dei rivali.

Faro della nazionale russa è senza dubbio Alexsandr Kolobnev, uomo da Mondiale per antonomasia, considerando gli argenti ottenuti a Stoccarda e Mendrisio: negli ultimi due giri di corsa il corridore del Team Katusha sarà indubbiamente tra i protagonisti, tra i quali potrebbe ritrovare il danese Matti Breschel, altro corridore che si scatena nel periodo iridato.

La Spagna ha almeno un paio di atleti da tenere sotto osservazione: si tratta del solito, leggendario Óscar Freire nell’eventualità di uno sprint e del campione olimpico Samuel Sánchez che, al pari di Kolobnev e Cancellara, cercherà la gloria con un’azione nel finale.

E poi tanti corridori, delle nazionali cosiddette “minori”, che potrebbero essere la sorpresa del Mondiale. Si va dallo sloveno Grega Bole, passista-veloce molto brillante in questa stagione, al norvegese Edvald Boasson Hagen, astro nascente del ciclismo mondiale che potrà puntare sul supporto dell’esperto Thor Hushovd: ma occhio anche ai tre ragazzi terribili della Slovacchia, ovvero Peter Sagan e i fratelli Martin e Peter Velits (quest’ultimo terzo alla Vuelta). Sotto osservazione anche l’irlandese Nicolas Roche, il lussemburghese Fränk Schleck (che corre praticamente da solo) e il bielorusso Yauheni Hutarovich: i primi due emergeranno se la corsa risulterà davvero selettiva, il terzo punterà all’eventuale sprint di gruppo. Poco competitive, nonostante schierino rispettivamente nove e sette corridori, sembrano le nazionali di Olanda e Francia.

E gli italiani? Premesso che devono ancora essere ufficializzate le due riserve e gli eventuali partecipanti alla prova a cronometro, si delinea come capitano il vicentino Filippo Pozzato, vincitore giusto ieri di una gara premondiale: tipico corridore da Milano-Sanremo, si districa ottimamente nelle volate ristrette ma sa anche fare la differenza con azioni in solitaria. Questo identikit è adatto anche al campione nazionale Giovanni Visconti, la probabile seconda punta della nazionale. Vincenzo Nibali sarà il battitore libero, mentre Daniel Oss e Francesco Gavazzi sono i classici corridori che, all’interno di una fuga, possono fare la differenza allo sprint. Nel caso di arrivo con gruppo compatto, oltre al valtellinese si potrebbe puntare anche sull’esperto comasco Luca Paolini. Bruseghin, Tosatto, Gasparotto, Nocentini e Tonti (due di questi siederanno in panchina) completano una squadra che, come sempre, è in assoluto tra le più competitive, guidata in ammiraglia da quel Paolo Bettini che di Mondiali, come sappiamo, se ne intende.

Marco Regazzoni