LACROSSE: L’ITALIA BATTE IL MESSICO E SOGNA

Mondiali Lacrosse: Italia e Messico

“Il nostro allenatore sta puntando molto sull’unione del gruppo”
“Quindi è una sorta di Lippi del lacrosse”
“Noi però quest’anno abbiamo fatto meglio dell’Italia del calcio: siamo arrivati terzi, non quarti”

Andrea Lubrano e Fabio Antonelli hanno ragione: l’Italia del lacrosse batte l’Italia del pallone e con la vittoria sul Messico sopravanza nel rendimento i più blasonati e remunerati calciatori. Regolati i centramericani per 13-2, ora gli italici lacrosser, veri e propri pionieri dello sport nella nostra nazione, attendono di conoscere il loro fato. Fato che non è semplice da prevedere, vista la cervellotica organizzazione del Mondiale: la prima fase prevede le 30 squadre partecipanti raggruppate in varie divisioni da quattro squadre (esclusa la Blue Division dove risiedono le sei nazionali più forti) dove ogni nazionale gioca una partita contro le altre tre ed in base al piazzamento finale si viene inseriti in un determinato gruppo della seconda fase.

In questo momento, quando ancora non è terminata la terza giornata di scontri, l’Italia finirebbe nella Lower Division come testa di serie insieme alla peggiore terza (Bermuda) ed a tutte le quarte classificate (Corea del Sud, Messico, Norvegia, Francia, Argentina e Danimarca).

All’Armitage Centre scendono in campo per affrontare il Messico: Rob Fortunato – Wilmot, Sullivan, Corna – Galperti, Antonelli, Miceli – Fuchs, Mark Fortunato, Withford. Ma come d’uso nel lacrosse tutti i giocatori si sono alternati sul campo e dunque tributo e citazione anche per Bernard, Corradetti, De Lisser, Giorgini, Iubini, Lubrano, Magugliani, Mannarino, Paiella, Pascale, Scaccabarozzi e Troisi.

L’uno-due di Fuchs (0:39 e 3:37) in apertura sembra spianare la strada all’Italia, ma Diaz su assist di Kanterndahl (10:03) lancia chiaro il segnale che la partita non si chiuderà così presto. Passa un minuto (11:07) e Withford allunga, raddoppiando subito dopo su assist di Fuchs (13:24); due reti subite e nuova reazione dei messicani che a 33:43 con Azcarraga dicono “no” ad un trionfo azzurro in scioltezza, ma di effimera illusione si tratta. I pesi massimi tricolore infliggono colpi tremendi ai centramericani, bloccati come panzer tedeschi nel pantano di Manchester: De Lisser (37:36, su assist dell’indiavolato Fuchs), Giorgini (39:04), Bernard (50:45, Giorgini), Fuchs (56:48), Wilmot (64:05), ancora Fuchs (66:42, M.Fortunato), ancora Withford (76:23)… una fitta pioggia di reti che ben si addice al clima inglese. Il Messico, sopraffatto e stordito, tenta il colpo di coda con Marroquin su assist di Diaz (78:35) buono solamente ad evitare un KO tecnico. Il poker di Withford (78:45, Scaccabarozzi) suggella il trionfo tricolore. Messico che esce con le ossa rotte, letteralmente: Antonelli è ancora scosso per il serio infortunio che ha involontariamente provocato ad un valente giocatore messicano.

Ma d’altra parte questo è lacrosse, signori, non operetta.

Un trionfo tinto d’azzurro che nasce dal gruppo come ricordava in apertura Fabio Antonelli, giocatore e presidente della Federazione Italiana Giuoco Lacrosse: “Nel nostro sport le sostituzioni funzionano come nell’hockey su ghiaccio dove non si cambia il singolo giocatore, bensì l’intera linea. A differenza delle altre squadre che utilizzano i termini “prima linea”, “seconda linea” e “terza linea”, il nostro allenatore le chiama “bianchi”, “rossi” e “verdi” perchè non vuol fare differenze di merito”.

Siamo tutti curiosi, però, di sapere com’è stata vissuta a Manchester la controversia degli Iroquois: “Non verranno, non è ufficiale ma ufficioso. Quest’anno avevano una squadra che poteva competere finalmente per il titolo; hanno Cody Jameson dei Toronto Nationals e autore di un goal strepitoso con Syracuse (http://www.youtube.com/watch?v=PHLuTYLY73M), tanto per dire. Ormai cosa verrebbero a fare? A lottare per il 21esimo posto? Sarebbe inutile” -“Ho parlato con i due allenatori che sono riusciti ad arrivare a Manchester, ma credo siano già ripartiti. L’impressione è che si sia sbagliato da entrambe le parti: probabilmente i capi irochesi aspettavano un’occasione per far uscire questa questione, i giocatori potevano utilizzare i passaporti canadesi e statunitensi che già posseggono ed invece così facendo ci hanno rimesso loro”. Aggiunge Andrea Lubrano: “Durante la cerimonia d’apertura è stata fatta sfilare comunque la bandiera irochese, noi gli siamo tutti vicini”.

I risultati dell’Italia
16/07/2010 12:30, vs Repubblica Ceca 3-17
17/07/2010 8:30, vs Svezia 3-16
18/07/2010 9:00, vs Messico 12-3

La classifica
1. Repubblica Ceca 2 punti (38 reti segnate / 4 subite)
2. Svezia 2 punti (36/5)
3. Italia 1 punto (18/36)
4. Messico 0 punti (6/53)
N.B.: l’Italia è sicura del terzo posto nonostante l’ultima giornata di gare debba ancora concludersi poichè la rimanente partita vede di fronte Repubblica Ceca e Svezia.


Christian Tugnoli

(si ringraziano Andrea e Fabio per la disponibilità e per aver affrontato con dedizione la peggiore delle interviste possibili: quella che nasce all’improvviso senza alcuna scaletta di domande)

LACROSSE: IL PASTICCIO DEI PASSAPORTI SUL MONDIALE DEGLI IROCHESI

A pochi giorni dall’inizio dei Campionati Mondiali, la nazionale irochese, che rappresenta gli inventori del gioco, è bloccata da un problema di passaporti che è al di là della burocrazia.

IroquoisIl lacrosse è l’unico sport al mondo in cui nativi americani e canadesi hanno una loro nazionale, chiamata Iroquois Nationals, che dovrebbe essere la protagonista della giornata inaugurale dell’undicesima edizione del Mondiale in partenza il 15 luglio affrontando l’Inghilterra padrona di casa in quel di Manchester. Dovrebbe, perchè incredibilmente i passaporti dei membri della nazionale, una cinquantina di persone in tutto, non sono stati accettati dalle autorità britanniche. È bene precisare che gli irochesi viaggiano con un passaporto proprio, chiamato colloquialmente Haudenosaunee dal modo in cui essi si riferiscono a loro stessi – “il popolo della Lunga Casa” – che in 30 anni mai aveva destato preoccupazione. Questo prima dell’11 luglio 2010, quando i Nationals sarebbero dovuti partire alla volta del Regno Unito.

Nella serata di venerdì 9 luglio i 23 membri del team ricevettero una notifica dal consolato britannico che li informava dei ritardi nell’approvazione dei loro documenti di viaggio: si attendevano rassicurazioni dal Dipartimento di Stato statunitense sulla possibilità di espatrio e rimpatrio conseguente i 14 giorni di competizioni a Manchester. Tre settimane prima la Confederazione Irochese – che riunisce le antiche Sei Nazioni di Onondaga, Seneca, Mohawk, Oneida, Tuscarora e Cayuga ed è considerata informalmente una nazione indipendente, mentre a livello formale la prassi è “don’t-ask-don’t-tell” – chiese l’autorizzazione per i visti della nazionale al consolato britannico di New York; questi notificò al team l’inedito rifiuto solo l’11 luglio, sostenendo che avrebbe rilasciato i documenti esclusivamente dopo una conferma scritta da parte del Dipartimento di Sicurezza Nazionale statunitense circa le possibilità di rimpatrio. Il giorno stesso il Dipartimento di Stato americano avvisò il legale dei Nationals che avrebbero potuto accelerare le pratiche per un passaporto statunitense, ma non avrebbero fornito un’autorizzazione a viaggiare col passaporto Haudenosaunee.

In parole povere si tratta di un cane che si morde la coda: gli Stati Uniti permetteranno alla delegazione di rientrare in territorio statunitense solo se muniti di relativo passaporto ed il governo britannico non rilascerà i visti se non avrà la certezza del rientro a casa della delegazione una volta concluso il Mondiale.

Interessanti le parole di Tonya Gonnella Frichner, avvocato di Onondaga e membro del forum permanente sulle popolazioni indigene, che si sta occupando della questione. All’offerta da parte del governo statunitense di fornire i loro passaporti ai membri del team nati nel territorio nazionale ha replicato con queste parole: “Rispettiamo il fatto che ci siano problemi riguardo i confini e la sicurezza, e vogliamo soddisfare tutti i criteri di qualsiasi governo, ma chiediamo di mettere in regola le nostre credenziali. Gli Iroquois Nationals rappresentano la Nazione Irochese e viaggiano col passaporto Haudenosaunee perchè questo è ciò che stiamo rappresentando. Non avrebbe senso viaggiare con passaporti dei nostri avversari. A questi straordinari atleti – gente indigena del Nordamerica – non dovrebbe essere impedito di tornare nel loro territorio”. Inoltre mi permetto di aggiungere lo sconcerto di fronte al fatto che in trent’anni non abbiano sollevato alcuna sorta di problema nazioni come Giappone, Svezia o Australia, mentre gli Stati Uniti sì.

In ogni caso il ritardo comporterà gravi danni al team che non potrà partire prima di martedì sera, lasciandogli ben poco tempo per ambientamento, riposo ed allenamento e pregiudicandone seriamente le possibilità di successo. Senza contare i soldi persi tra prenotazioni, vitto, biglietti aerei e quant’altro da atleti e dirigenti di un movimento che non può certo permettersi certi sprechi.

E meno male che il lacrosse è stato inventato proprio dagli irochesi…

Christian Tugnoli