IL PROGETTO PELLEGRINI PER LONDRA 2012

Federica Pellegrini si è messa in testa un’idea pazzesca: vincere in tutte le distanze dello stile libero, dai 100 agli 800, in vista di Londra 2012.

Federica Pellegrini
Deepbluemedia.eu/G.Perottino

Con la vittoria dei 100 sl con un tempo ottimo (55’’80) alla manifestazione dell’Harbour Club di Milano, nasce il grande dilemma e la grande sfida di Federica Pellegrini che ci accompagnerà fino a Londra 2012. Tutto parte dalla voglia di andare oltre che è tipica della veronese ed era una caratteristica anche di Castagnetti, mai felice fino in fondo dei risultati dei suoi atleti. Per seguire le tracce e il modello di Castagnetti, Federica è ripartita dal progetto “Londra 2012”, in cui vuole stupire il mondo e diventare la più grande nuotatrice di tutti i tempi (in effetti come obiettivo non è niente male). I termini del progetto sono molto semplici quanto incredibile: vincere tutte le gare dello stile libero dai 100 agli 800, scusate se è poco.

Stefano Morini ha preso l’eredità di Castagnetti, ritrovandosi questa pazza idea tra capo e collo, più per la volontà di Federica che per un reale obiettivo tecnico. A lui sarebbe piaciuto confermare i 200 sl e dominare i 400 sl, specialità preferita. Ma un po’ per il progetto Castagnetti, un po’ per riamare la prima fiamma (Federica adora i 100 sl, specialità dell’adolescenza), se altre prove come quella di Milano andranno a buon fine, l’avventura continuerà.

Premesso tutto ciò, sarebbe giusto anche valutare se il progettone Pellegrini può andare in porto. E qui passiamo dal sogno alla realtà. Sui 200 sl ha acquisito un vantaggio competitivo sulle avversarie, anche perché al di là della Balmy e dell’australiana Evans Blair non ci sono grandi avversarie. I 400 sl nuotati in 04’04’’30 sono irraggiungibili anche per la prediletta di casa Adlington. C’e da capire se Federica può rendere allo stesso modo nelle altre due distanze.

Gli 800 sl sono per tutti gli esperti una possibile distanza dove sfruttare la seconda parte delle sue gare. Se  gira rilassata nella prima parte di gara e non è lontana dalle altre, può piazzare l’allungo decisivo nei secondi  400, potendo chiudere anche al di sotto dell’8’21’’25 primato stagionale dell’Adlington. In questo caso il problema sono proprio le avversarie. Rebecca la nasona può abbassare di più di un secondo questo tempo e per Londra si allenerà al massimo. Alla britannica bisogna aggiungere la costanza di Lotte Friis, campionessa mondiale con uno spaventoso 8’15’’92 (costumoni-ini, ma che avete combinato?). Almeno 4 secondi di quel tempo è merito dei costumi, ma la Friis di Roma fa paura.

Se gli 800 sl possono adattarsi alla Fede nazionale, i 100 sl sono ancora più complicati. Federica (che l’anno scorso con i costumoni ha nuotato 53”55) soffre sempre la prima vasca (a Milano una piccola inversione di tendenza con un 27’’77) ed è difficile recuperare sugli squali americani e olandesi (quest’anno Kromowidjojo è prima nel ranking FINA con 53’’44 e la Vollmer la tallona da lontano con 54’’30). Per me Federica non ha ancora questi tempi, per colpa di un’impostazione che predilige le grandi distanze e per una meccanica di nuoto forse troppo poco frenetica per lo scatto necessario della seconda vasca. Insomma Morini deve costruire una nuova Pellegrini, che sappia incamerare i ritmi delle distanze lunghe e vincere queste gare in scioltezza, per poi imporre nuova freschezza nelle distanze brevi. Facile a dirsi…

Jvan Sica