La Rivista


L’Editoriale

Non di solo calcio…

Finita la Coppa del Mondo non abbiamo avuto nemmeno un minuto per respirare: subito l’attenzione si è spostata sull’inizio dei campionati nazionali più importanti, sulle prime gare di qualificazione a Euro 2012, sugli esordi di Prandelli sulla panchina azzurra e sugli incidenti causati a Genova dagli ultrà nazionalisti serbi. Un evento che ha sottolineato ancora una volta l’inadeguatezza dei media italiani nel dare chiavi di lettura a avvenimenti del genere, vedasi il saluto cetnico scambiato per un banale gesto di “tre a zero a tavolino”. Il giornalista dell’Avvenire Andrea Varacalli, esperto di Troubles nordirlandesi e accreditato a Belfast per assistere alla gara tra Irlanda del Nord e Italia, ha testimoniato il quasi completo disinteresse da parte degli azzurri verso la realtà che li ospitava, con la sola eccezione di Chiellini, rimasto colpito dal cartello Red card for sectarianism nel tunnel che portava sul prato del Windsor Park. Lo stesso quotidiano ha dedicato un articolo alla mortalità scolastica dei giovani calciatori italiani, che si perdono per strada alla ricerca di un’affermazione che può non arrivare.

Sport e ignoranza, insomma, è un binomio che in Italia va forte, mentre all’estero ormai si è abituati quotidianamente a riflettere sulle storie che stanno “dietro” alla disciplina sportiva. Differente cultura e approccio letterario, volto a riflettere su quanto il gioco sia inserito nella vita reale di un paese o di una comunità, andando a influenzare e ad essere influenzato da temi quali identità e nazionalismo,  migrazioni e cittadinanza, potere e totalitarismo, egemonia internazionale e propaganda. E ovviamente, volto a ricercare le storie umane, individuali o collettive, che stanno dietro al mero evento sportivo: una tendenza opposta a quella in cui lo sportivo professionista è una  figura appiattita, fatta di veline, festini, capricci e superbia.

Da parte nostra, vorremmo smentire questo stereotipo andando a volgere il nostro sguardo sulle storie che stanno in ombra. Riflettendo sui grandi temi che lo sport porta con sé (proponendovi ad esempio un punto di vista sulla questione della nazionalità sportiva, come anche uno sulla crisi, finanziaria e d’immagine, della pallanuoto), sulle straordinarie storie di vita di alcuni sportivi, su come si trasforma lo sport sotto un regime (si parla di calcio e Germania Est), sul calcio di cui non si parla praticamente mai (abbiamo dedicato un lungo speciale ai campionati scandinavi e baltici) e infine sugli sport che in Italia definiamo minori, con la nostra solita attenzione per le vicende dei pionieri di alcune discipline, per ora recepite solamente come “stramberie”.

Abbiamo deciso quindi di dare largo spazio all’Aussie rules – disciplina appena importata nello Stivale e che sta vivendo un momento cruciale della sua crescita, visto che l’Italia ha ospitato per la prima volta una competizione internazionale e che si stanno aprendo prospettive importanti per la nazionale , al cricket – con un resoconto della stagione nazionale da poco terminata , alle competizioni europee di pallanuoto e alle regole basilari del lacrosse. Sperando che possa servire ad affrancare la concezione di sport dall’ignoranza di tanti stereotipi.